La competitività passa dal 5G
A novembre 2020 solo un’azienda su tre si era attivata per sfruttare le potenzialità del 5G, la quinta generazione di connessione mobile. Nel 2021, però, le cose si sono fatte più nitide: è chiaro che il 5G non è il futuro, ma rappresenta già il presente della vita quotidiana e della Manifattura. Basti vedere la copertura: secondo i dati diffusi da Ookla, la piattaforma di analisi della velocità di internet in tutto il mondo, l’Italia può addirittura considerarsi un Paese pioniere del 5G, un po’ in controtendenza rispetto alla digitalizzazione generale, dal momento che le ultime rilevazioni europee ci davano indietro rispetto agli altri Stati. Siamo, infatti, il quarto Paese al mondo a lanciare servizi commerciali relativi alla nuova copertura di navigazione, con un mercato molto competitivo in cui tutti i maggiori provider hanno già lanciato le proprie reti cloud 5G in tutta Italia, raggiungendo il 93% del territorio.
Contrariamente a quanto si possa pensare, il 5G non è una tecnologia che riguarda solo il mondo consumer. Anche le aziende – in particolare quelle di produzione – ne possono beneficiare, incrementando produttività e competitività. Sfruttando il 5G, per esempio, le imprese possono rendere più efficiente il controllo e il monitoraggio delle risorse, integrando e visualizzando i dati di tutti i settori dell’impresa, dalla produzione fino alle vendite; il tutto per merito dei ridotti tempi di latenza della nuova generazione di connessione mobile e con strumenti ad hoc impensabili fino a pochi anni fa.
Maggiore efficienza nella fabbrica
Per capire meglio l’impatto del 5G sull’economia italiana, interessanti sono i risultati a cui è giunto recentemente il Centro Studi Tim – tra i principali player interessati dalla nuova connessione, che ha stimato un contributo di circa 393 miliardi di euro entro il 2040 sul Prodotto interno lordo nazionale, grazie a ciò che il 5G apporterà in termini di servizi alla persona e di servizi digitali, permettendo di implementare l’Internet of Things (IoT) in vari settori (si pensi, per esempio, all’uso sempre più massiccio di Smart watch e di strumenti per la prevenzione in ambito sanitario). Il manifatturiero, in particolare, secondo Tim, aumenterà i propri guadagni dell’1%, con una crescita annuale di 2,5 miliardi di euro.
Il 5G è dunque un’opportunità che si può già sfruttare, cavalcandone le potenzialità e puntando così alla competitività innovativa, che passa da due aspetti: la reputazione agli occhi dei clienti e l’effettivo miglioramento della produzione attraverso un cambiamento di gestione possibile grazie allo scambio di dati efficiente. Sono già diverse le aziende che hanno deciso di investire e puntare sul 5G.
Tra le prime è stata Exor International, che a Verona ha interconnesso i propri impianti attraverso una rete 5G privata che le ha permesso di sfruttare la tecnologia 4.0. I macchinari sono connessi con l’IoT, la manutenzione è ora predittiva grazie allo scambio di ingenti quantità di dati, c’è un nuovo controllo della qualità e la produzione è più efficiente. Nell’ottica di voler guidare le aziende nella trasformazione digitale, Exor International ha quindi sperimentato al proprio interno la novità, aprendo le porte della produzione ai più curiosi di capire nel concreto le potenzialità del 5G.
Concretizzare le proposte di Industria 4.0
Adottare il 5G significa infatti concretamente dare uno spunto in più all’industria manifatturiera. Ogni fabbrica che decide di introdurre la nuova modalità di connessione può sfruttare appieno tutte le nuove soluzioni di Smart manufacturing, come il controllo da remoto dei macchinari automatizzati, i veicoli a guida autonoma, la progettazione a partire dai dati trasmessi dalle stesse macchine, la pianificazione calibrata, la sensorizzazione con conseguente manutenzione predittiva e Digital twin, per arrivare al tracciamento preciso e in tempo reale della Supply chain.
Ma quando un’azienda decide di passare al 5G, cosa significa in termini di attuazione? Cosa bisogna fare, nel dettaglio? I passaggi da mettere in conto sono tendenzialmente quattro, partendo dalla visione globale delle proprie necessità riguardo alla pianificazione e alla produzione (ma abbracciando poi tutti gli ambienti della fabbrica). Si passa poi alla realizzazione di una struttura cloud, per far sì che i sensori della tecnologia 4.0 intercettino dati e algoritmi inviandoli dove richiesto per progettare servizi anticipando i bisogni. Il terzo passaggio è lo sviluppo di un approccio lean che superi la logica dei compartimenti stagni rendendo la comunicazione aziendale tra i settori più fluida e interconnessa. Infine, è necessario raccogliere i dati provenienti da tutti gli asset dell’azienda per impostare un sistema informativo propositivo che punti all’anticipazione e al tempo reale, possibili proprio grazie alla nuova velocità del 5G.
Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.
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