La crisi Covid ci trasforma nei peggiori pagatori d’Europa

Le imprese italiane saldano più avanti nel tempo rispetto a tedesche, francesi, inglesi e spagnole. Dopo la prima ondata, aumentano le manifatture che aspettano i 30 giorni.

Per comprendere lo stato di salute di un’impresa, è utile guardare alle tempistiche con cui questa paga i suoi fornitori. Sin dalla prima ondata del virus, lo choc della domanda interna e la contrazione dei flussi commerciali internazionali, causati dalla diffusione del Covid-19, hanno messo in difficoltà le imprese di tutta Europa, riducendone le disponibilità di cassa. L’impatto negativo dell’emergenza sanitaria è sempre più evidente e si riflette sul modo in cui le imprese stanno gestendo i rapporti con fornitori e partner commerciali.

Secondo i dati elaborati da Cribis su Cash management e Covid-19, gli effetti della prima ondata pandemica sulla puntualità dei pagamenti si sono avvertiti quasi ovunque in Europa. La società del Gruppo Crif, specializzata in informazioni economiche e commerciali e parte del Dun & Bradstreet Worldwide Network, l’alleanza tra fornitori locali di business information, ha analizzato le abitudini di pagamento di Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, confrontando tra loro i dati nazionali e quelli relativi soltanto al settore manifatturiero. Mettendo in evidenza anche le differenze di comportamento tra il periodo antecedente e quello successivo alla prima ondata della pandemia, attraverso l’analisi delle variazioni registrate tra dicembre 2019 e giugno 2020.

Cosa ne è emerso? Innanzitutto, il dato nazionale conferma le aspettative. La Germania si dimostra ancora una volta la nazione più puntuale, con il 63,9% delle imprese che saldano i propri conti alla scadenza e appena l’1,9% che supera i 30 giorni di attesa. In ordine di puntualità, seguono la Spagna (45,4% alla scadenza e 8,1% dopo un mese), il Regno Unito (41,5% e 8,1%) e la Francia (41,1% e 8,8%). Chiude la cinquina l’Italia, con una percentuale di imprese che pagano alla scadenza pari al 35%, quasi 29 punti sotto la Germania, e l’11,8% di aziende che saldano i conti oltre 30 giorni dopo il termine.

La Manifattura italiana è più puntuale delle altre industrie nazionali

Scendendo al dato di settore, la Manifattura italiana fa però meglio del resto delle imprese connazionali, con una puntualità che sale al 40,5%. Il Manufacturing italiano è l’unico a far registrare prestazioni migliori rispetto alla totalità del tessuto produttivo. Restano pressocché invariati rispetto alla media nazionale i dati delle manifatture di Germania (61,7%), Spagna (45,5%) e Francia (39,1%). Uno scostamento più significativo, questa volta in negativo, si registra invece al di là della Manica: solo il 33,5% delle imprese manifatturiere del Regno Unito, infatti, pagano alla scadenza, contro il dato generale del 41,5%.

Rapporti invertiti, quindi, anche per quanto riguarda i ritardi. L’industria manifatturiera italiana registra un dato più basso rispetto alla totalità delle imprese quando si tratta di pagamenti che superano i 30 giorni dalla scadenza delle fatture: a saldare in ritardo è il 10,1% delle manifatture, contro il dato nazionale dell’11,8. Anche in Francia il Manufacturing è meno ritardatario degli altri settori, anche se si allontana di poco dalla media: 8,4% contro l’8,8. Scarti poco significativi anche in Spagna e in Germania, dove però è il Manifatturiero a essere indietro rispetto al complesso del tessuto produttivo (rispettivamente 8,4% e 2,5%). Ancora una volta la differenza maggiore si registra in Gran Bretagna: paga oltre un mese dopo il termine il 10,1% delle aziende manifatturiere rispetto all’8,1% di tutte le imprese.

Da dicembre 2019 a giugno 2020 crescono le imprese che temporeggiano

Fin qui i dati generali aggiornati a giugno 2020. È però proprio dal confronto tra il secondo trimestre del 2020 e il quarto del 2019 che si possono cogliere i primi effetti della crisi innescata dal Covid sull’industria manifatturiera. Ebbene, se la Germania non ha registrato alcuna variazione, i pagamenti alla scadenza sono invece diminuiti in tutti gli altri Stati esaminati, con l’unica eccezione dell’Italia. Giù del 3,2% nel Regno Unito, del 3% in Francia e dell’1,3% in Spagna. A sorpresa il numero di imprese manifatturiere italiane che ha preso l’abitudine di pagare i fornitori al termine previsto è aumentato del 6,6%.

È cresciuta, però, anche la percentuale di aziende che pagano entro 30 giorni dalla scadenza. A giugno 2020 in Italia erano il 20,2% in più rispetto a dicembre 2019. Sono aumentate anche in Spagna (12%) e in Francia (9,1%), mentre nessun cambiamento si è registrato nel Regno Unito. In Germania, al contrario, il numero delle manifatture che impiegano un mese per saldare i conti è addirittura sceso del 10,7%.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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