La Mindfulness in azienda per gestire le emergenze

In un mondo che corre rapido, verso un futuro ignoto, fermarsi a respirare e riprendere fiato può essere considerata una perdita di tempo. Ma non è così. E a insegnarlo è la pratica della Mindfulness, le cui tecniche consentono di generare la consapevolezza e di porre l’attenzione sul presente.

In questa fase di emergenza sanitaria che produce situazioni di forte stress, in particolare i leader possono avere difficoltà nello svolgere il proprio ruolo. Ecco che in soccorso può arrivare la Mindfulness, le cui tecniche brevi e semplici, possono consentire il miglioramento della propria salute fisica e mentale, a livello lavorativo, ma anche personale e famigliare.

Della relazione tra Mindfulness e leadership ne ha scritto Simona Cuomo, SDA Associate Professor of Practice di Leadership, Organization & Human Resources in un paper pubblicato sul numero di Marzo-Aprile 2020 della rivista Sviluppo&Organizzazione. L’autrice ha intervistato Carla Masperi, Chief Operating Officer di SAP Italia, azienda che ha implementato con successo la pratica della Mindfulness aziendale.

carla masperi sap
Carla Masperi, Chief Operating Officer di SAP Italia

Perché avete introdotto la Mindfulness in SAP? Quali gli obiettivi, le finalità?

SAP ha introdotto la Mindfulness nel 2013 in Germania. Per far comprendere l’importanza di offrire questa possibilità ai dipendenti, si è voluto dare un carattere ufficiale alla pratica e insignire questa disciplina di una dignità organizzativa; oggi il Direttore della global Mindfulness è un dipendente SAP che per passione ha coltivato yoga e meditazione nel corso della vita e che ha deciso di occuparsene a vantaggio dell’organizzazione. A oggi circa 7mila dipendenti hanno partecipato a un programma di due giorni.

Ormai Mindfulness non indica solo un protocollo, ma rimanda a uno stato più ampio, la presenza mentale. È stato questo lo spirito del programma?

Sì, infatti, attraverso degli strumenti semplici di presenza mentale che attingono alle antiche pratiche dello yoga o della meditazione, una persona può trovare la possibilità di vivere meglio il proprio quotidiano e quindi può vivere con maggiore efficacia, intelligenza emotiva e attitudine all’ascolto l’attività lavorativa quotidiana.

Come avete introdotto l’iniziativa in Italia? In quale contesto culturale si inserisce?

L’anno scorso abbiamo lanciato il programma in Italia attraverso un webinar, con l’obiettivo di sondare il terreno. Nonostante avessimo deciso di evitare iniziative di marketing che enfatizzassero l’evento, abbiamo avuto un’adesione di 80 persone, che rappresentano il 10% dei dipendenti in Italia. Una redemption altissima, che fa capire quanto le persone abbiano attenzione per questi temi.

Ovviamente, questa iniziativa si inserisce a pieno titolo nell’ambito delle molteplici politiche e pratiche che SAP attiva a sostegno dei suoi dipendenti e che spaziano in molti campi del welfare e del HRM. Tutte iniziative che l’azienda mette a disposizione dei dipendenti per sottolineare l’attenzione alla persona, alla sua identità, alle sue preferenze e passioni: attività intorno a cui le persone si aggregano. E se un gruppo si unisce attorno a un interesse comune il senso di appartenenza, la community e il benessere generale aumentano. Dopo aver visto attraverso il webinar che per la Mindfulness c’era un grosso interesse, abbiamo deciso di introdurre l’iniziativa anche in Italia.

Che tipo di protocollo avete utilizzato?

Abbiamo scelto una trainer esterna, una persona che pratica yoga da molti anni (e non per le mode del momento) e le abbiamo chiesto di costruire un protocollo attuabile in due sessioni di pratica. Ne abbiamo fatte due a Milano e due a Roma a distanza di quattro mesi, con circa una cinquantina di persone.

L’idea era di insegnare delle pratiche talmente semplici che potessero essere messe in atto nel quotidiano. Perché se alle persone si dice di iniziare un percorso che implica in impegno costante di almeno mezz’ora al giorno, si corre il rischio di inibire sul nascere l’entusiasmo. Per questo abbiamo chiesto di introdurre delle tecniche semplici di respiro, che durino qualche minuto, per passare il messaggio che la Mindfulness può entrare nel quotidiano di ciascuna persona. Poi ognuno praticherà più o meno intensamente a seconda del benessere che ne trae, con molta libertà. Questa è una pratica molto personale, quindi è importante che non ci sia nessun obbligo.

Come sono stati organizzati gli incontri?

Sono state organizzate, tra aprile e luglio 2018, due sessioni di circa due ore e mezza, con un momento introduttivo, la pratica, e poi il debriefing. Un gruppo di circa 10 persone ha poi deciso di proseguire autonomamente con la stessa formatrice: una volta al mese si trovano perché, al di là del fatto che l’azienda proponga o meno un programma, hanno sentito il bisogno di continuare. Questo è un segnale molto indicativo dello spirito di questa iniziativa; un training, non obbligatorio, che l’azienda mette a disposizione, in uno spazio dedicato.

Quindi avete uno spazio specifico dedicato alla pratica?

Sì, riteniamo sia importante avere uno spazio dedicato, che l’azienda mette a disposizione dei dipendenti. La nostra ambizione è quella di riservare un’aula ad hoc, disponibile fuori dal picco delle attività lavorative, per poter affrontare la pratica con tranquillità. In futuro pensiamo che questo spazio possa diventare accessibile al di là del training guidato, affinché liberamente le persone possano proseguire il proprio percorso di allenamento dell’attenzione e di recupero del proprio ‘centro’.

Perché ha sponsorizzato questo programma?

Lo ritengo molto importante. Per aziende che producono beni immateriali come noi, sono le persone che fanno la differenza. In un mondo come quello che stiamo attraversando, di cambiamenti epocali – dalla Digital connection all’Intelligenza Artificiale (AI) che cambierà il rapporto uomo-computer e uomo-tecnologia – è fondamentale che nelle aziende si abbia cura di una competenza chiave: l’intelligenza emotiva. Quando questa è presente c’è una leadership equilibrata che è capace di ascoltare attivamente; allora si diffonde nelle persone la capacità di lavorare in team, un mindset capace di affrontare i cambiamenti conoscendo i propri bias, un orientamento al futuro positivo e propositivo.

La Mindfulness aiuta le persone a fare i conti con le proprie competenze personali, necessarie nella vita professionale, ma che poi si trasferiscono anche in quella privata. Uno dei feedback ricevuti al termine del programma diceva “non solo mi è servito a lavorare meglio, a rimanere concentrata quando vado in agitazione e a rilassarmi, ma anche nella vita personale, in quanto mi ha aiutata a migliorare la qualità del rapporto con i miei figli”. Le persone dicono dunque che si è aperto uno spiraglio che aiuta a vivere meglio. E quando si vive meglio, si lavora anche meglio.

È sorprendente che questo nasca da un’esperienza molto piccola. In due sole sessioni le persone ottengono dei benefici, è molto interessante

I progressi veri nascono dal cambiare delle piccole abitudini, ne sono convintissima. È questo che noi vogliamo portare in Italia con la Mindfulness: piccole cose che aiutino a far vivere meglio alcuni aspetti della propria quotidianità. Quindi noi continueremo a sostenere il programma, magari dando una cadenza più continuativa. Credo che l’importanza di queste discipline, sia sviluppare e tenere desti alcuni atteggiamenti che, fagocitati del business e dai risultati, rischiamo di perdere; in primis l’ascolto, la comprensione e il team work.

Basta osservare come le persone si presentano in riunione o in conferenza: mentre parli guardano il telefonino! Ma non è vero che si possono fare tre cose insieme. Se la tua mente non è lì, stai lavorando in maniera superficiale e, se tratti gli argomenti in modo superficiale, tratterai allo stesso modo anche la relazione con il tuo cliente. Questo è quello che rischiamo. E vale per l’azienda, ma anche per la società.

La Mindfulness aziendale è uno strumento potente che aiuta ricordare che l’era dell’AI è anche quella in cui l’intelligenza emotiva diventa il contro-altare necessario e sinergico per far sì che la tecnologia non sia una cosa che allontana, ma che potenzia le competenze sociali. Quindi l’impresa del futuro avrà persone che grazie alla loro intelligenza, sociale ed emotiva, governeranno con saggezza le tecnologie.

Pensando ad altre aziende, quali sono le precondizioni organizzative per poter introdurre questa pratica e ottenere gli stessi benefici?

Credo che le condizioni siano sicuramente quelle di un’azienda poco gerarchica, trasparente, snella. Aziende dove c’è una grossa componente di beni immateriali, dove l’ultimo chilometro, quello più importante, lo fa la persona. Aziende dunque che dichiarano di mettere al centro le persone e che devono affrontare importanti e frequenti trasformazioni.

E non solo: nelle aziende che devono costantemente allineare la cultura ai nuovi processi, le pratiche di Mindfulness possono aiutare a rendere più fertile la trasformazione. Ma anche aziende che potrei definire più tradizionali, dovrebbero porre attenzione a queste tematiche, perché con la Digital trasformation e il passaggio dal prodotto al servizio, un po’ di materialità mancherà in tutte le aziende. Ed è chiaro che quando si tratta di servizio, la persona fa molta differenza.

L’introduzione della Mindfulness in azienda nasce da un forte interesse personale di un manager?

Sono sponsor di questa iniziativa in Italia perché io stessa ci credo. Sono convinta che conta molto lo stile con cui queste iniziative vengono presentate perché passano con l’esempio, con il contagio. Il nostro approccio è stato quello di scegliere in primis la persona giusta per questo percorso formativo. Competenza ed empatia: un binomio fondamentale per poter ‘bucare lo schermo’ e introdurre con successo ed efficacia i benefici di questa pratica. Una scelta che ha prodotto i suoi effetti: non solo grande soddisfazione per il percorso effettuato, ma anche la prosecuzione volontaria da parte di un gruppo di persone. Con la stessa trainer.

Pratiche semplici, piccoli passi, attenzione alla persona e ai suoi bisogni, la Mindfulness è un mezzo utile ed efficace, ma un mezzo appunto, non un fine. Raccontata e praticata con grande competenza e naturalezza. Non ci interessa il protocollo, l’obiettivo è che certi spunti facciano intuire alle persone che la presenza mentale potrebbe diminuire l’ansia e aumentare il senso generale di benessere. Essere molto presenti vuol dire godersi di più la vita, essere più produttivi e avere la consapevolezza che la sofferenza mentale ce la costruiamo un po’ noi attraverso i nostri pensieri. Mettere dei piccoli semi è il valore di queste iniziative.

Qual è stato il feedback dei dipendenti di SAP?

Crediamo che far parlare i dipendenti sia il modo migliore per rispondere. Abbiamo, dunque, raccolto alcuni commenti che vorremmo condividere.

“Mi fa piacere poter esprimere un parere sull’iniziativa e sul percorso fatto, che ho trovato davvero molto utile (motivo per cui ho riconfermato la mia adesione anche quest’anno). Durante tali incontri riesco a liberarmi dello stress, lavorativo e familiare, a dare le giuste priorità e a concentrarmi su ciò che merita davvero attenzione”.

Mi sento più ‘leggera’ e cerco di mettere in pratica nella quotidianità gli input forniti dalla nostra bravissima trainer”.

“Sento che dedico del tempo di qualità a me stessa e ciò mi rende felice e serena”.

“È utile questa pratica per cercare di allinearmi con me stessa. Mi rendo conto che la vita di tutti i giorni mi porta a distogliere l’attenzione da quelle che sono le mie reali necessità e trovo, in questo piccolo spazio, un enorme aiuto per cercare di ‘centrarmi’ nuovamente”.

“Mi aiuta a percepire me stessa sia da un punto di vista fisico sia mentale, a ‘respirare’ osservando ciò che mi circonda con maggiore serenità e positività ridimensionando così alcuni stati d’animo“.

Accresce la consapevolezza nelle mie capacità di star bene e, di conseguenza, di dare il giusto peso alle cose. Per quanto sia un lavoro individuale riesce a trasmettermi un forte senso di appartenenza e spirito di squadra con le altre persone del gruppo. Fisicamente riscontro benefici alla cervicale e un miglioramento della postura“.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di maggio-giugno 2020 di Sviluppo&Organizzazione.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)

leadership, SAP Italia, mindfulness

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