La schizofrenica Italia delle mezze decisioni

A Natale tutti in casa. Però ci si può muovere all’interno del proprio comune. Ma se poi si abita in un comune con meno di 5mila abitanti allora ci si può spostare anche oltre i confini territoriali. A questo punto allarghiamo la circolazione a tutta la provincia. E già che ci siamo, arriviamo fino alla regione. E, perché no, coloriamo l’Italia tutta di giallo così ci si può spostare ovunque nel Paese.

Lo abbiamo già scritto, se non ci fosse di mezzo una pandemia che solo in Italia ha fatto oltre 60mila morti, la situazione sarebbe comica. Invece è ciò che sta succedendo in vista delle restrizioni governative per il periodo di Natale. Misure che sono già state decise con l’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in vigore dal 4 dicembre 2020, ma che nonostante siano state oggetto di confronti e sintesi, sono già a rischio modifica. Qui è possibile conoscere tutte le misure del Governo dell’ultimo Dpcm.

Così, mentre il Ministro della Sanità Roberto Speranza continua a invocare di non allentare le misure restrittive e, anzi, ha proposto di riportare tutta l’Italia in zona rossa per Natale (vietato ogni spostamento, sia nello stesso comune sia verso comuni limitrofi a eccezione degli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute), e in Germania, la Cancelliera Angela Merkel, in un discorso commosso al Bundestag ha chiesto di inasprire le misure nei giorni di festa per evitare l’ormai sempre più certa terza ondata della pandemia (o ‘coda lunga’ della seconda, come spiegano alcuni virologi), l’Esecutivo sembra andare in una direzione opposta, lavorando a un’italica mediazione. E il rischio è che si vada verso decisioni incapaci di contenere la diffusione del virus, ma che al contempo scontentino pure quelli che – in nome non si sa bene di cosa – vogliono regole meno severe.

Il risultato, a oggi, è che non si capisce cosa si potrà fare – a livello di legge – tra meno di due settimane. Il buonsenso, che ormai sembra essere finito chissà dove, vorrebbe che si evitassero gli assembramenti; si pensi pure che c’è un ordine mondiale che punta al controllo di tutti gli esseri umani, ma la realtà è che al virus piacciono le situazioni dove può passare da una persona all’altra e riprodursi a piacimento. E, giusto perché si sappia, lui sì che se ne sbatte delle regole, perché è il suo unico modo per sopravvivere.

Ora immaginatevi di fare impresa in Italia. Oppure di provare a portare capitali e investitori stranieri nel nostro Paese. O ancora, di volersi espandere all’estero, costretti a portarsi dietro tutto il bagaglio di indecisioni, regole riviste, corrette, rimaneggiate, adattate, aggiornate di chi gestisce le leve di comando. Per fortuna, ci sono ancora tanti ‘folli’ che credono in questo Paese. Chissà fino a quando.

governo, Covid, restrizioni


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Dario Colombo

Articolo a cura di

Giornalista professionista e specialista della comunicazione, da novembre 2015 Dario Colombo è Caporedattore della casa editrice ESTE ed è responsabile dei contenuti delle testate giornalistiche del gruppo. Da luglio 2020 è Direttore Responsabile di Parole di Management, quotidiano di cultura d'impresa. Ha maturato importanti esperienze in diversi ambiti, legati in particolare ai temi della digitalizzazione, welfare aziendale e benessere organizzativo. Su questi temi ha all’attivo la moderazione di numerosi eventi – tavole rotonde e convegni – nei quali ha gestito la partecipazione di accademici, manager d’azienda e player di mercato. Ha iniziato a lavorare come giornalista durante gli ultimi anni di università presso un service editoriale che a tutt’oggi considera la sua ‘palestra giornalistica’. Dopo il praticantato giornalistico svolto nei quotidiani di Rcs, è stato redattore centrale presso il quotidiano online Lettera43.it. Tra le esperienze più recenti, ha lavorato nell’Ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato italiane, collaborando per la rivista Le Frecce. È laureato in Scienze Sociali e Scienze della Comunicazione con Master in Marketing e Comunicazione digitale e dal 2011 è Giornalista professionista.

Dario Colombo


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