Sustainability

La sostenibilità ha bisogno dell’agire sostenibile

Che il futuro debba essere sostenibile non è certo una novità. L’attenzione sul tema passa, infatti, dai goal fissati dall’Agenda 2030 dell’Onu e dalle indicazioni del Green deal, la strategia con la quale la Commissione europea si prefigge di rendere il Vecchio Continente carbon neutral entro il 2050. E la consapevolezza delle imprese su come la sostenibilità rappresenti un’importante leva a livello competitivo è sempre più importante. Secondo il IV Osservatorio Governance della sostenibilità, del Csr Manager Network e Altis Università Cattolica, su 40 aziende quotate alla Borsa di Milano (Ftse Mib), ben 35 hanno istituito un Comitato interno al Consiglio di amministrazione per la gestione della sostenibilità aziendale.

Ma la strada è ancora lunga. Secondo un report stilato dall’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) nel percorso per raggiungere i 17 obiettivi elencati dalle Nazioni unite, infatti, emerge che il nostro Paese – complici le difficoltà emerse durante l’emergenza sanitaria – sembra aver messo la retromarcia su queste tematiche. La speranza è che i fondi previsti dal Next generation Eu e dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) possano incentivare le aziende a rimettersi in carreggiata.

Ma come intraprendere in modo corretto un percorso verso la sostenibilità? La questione è nell’agenda di SCS Consulting, società che da 20 anni si occupa di consulenza direzionale legata al business, con focus su Change management, persone e sostenibilità: secondo le manager della società, ci sono alcuni dilemmi legati all’agire sostenibile che meritano un approfondimento.

La sostenibilità come Change management

Secondo Anna Lisa Balestra, Responsabile Area People and Change Management e Area Sostenibilità di SCS Consulting, il primo passo che un’organizzazione deve fare per diventare sostenibile è comprendere che l’obiettivo non si esaurisce in un progetto temporaneo, o di sola rendicontazione e comunicazione, ma va affiancato a un vero e proprio programma di cambiamento. “È importante definire il purpose, l’ambizione che si vuole perseguire come generazione di impatti positivi, e riduzione i quelli negativi, che si vogliono portare all’ecosistema in cui si opera, e quindi diffonderlo attraverso un costante coinvolgimento di tutti gli attori interessati”, è la tesi di Balestra. Gli interessi e le azioni degli stakeholder e degli shareholder, dunque, si devono intrecciare verso un obiettivo comune.

Per farlo è necessario porsi le domande giuste, decidere e implementare le azioni da eseguire e misurarle. In sintesi: attuare un cambiamento di strategia, organizzativo e di comportamenti. “A questo punto è importante che le imprese stimolino un’evoluzione culturale nelle proprie persone, grazie ai leader e a quelli che sono definiti ‘sustainability ambassador’, cioè persone incaricate di diffondere valori e ambizioni, ma anche di sostenere azioni e l’integrazione della sostenibilità nei processi, per raggiungere i risultati pianificati di sviluppo sostenibile”, prosegue la manager.

Dunque, bisogna agire prima di comunicare. Infatti, per un reale approccio sostenibile, fanno la differenza le persone e i loro comportamenti, non solo i messaggi trasmessi. È necessario utilizzare un metodo inclusivo, che coinvolga tutti per raggiungere i risultati, ma rispettando la filiera. “La consapevolezza delle aziende su cosa sia realmente la sostenibilità ‘messa in partica’ è ancora in evoluzione: l’idea più diffusa è quella della rendicontazione, della comunicazione, del marketing. Ma deve emergere che alla base della trasformazione, ci sono l’evoluzione dei processi in ottica di sviluppo sostenibile e l’impatto che questi hanno in termini ambientali, sociali e di governance”.

Rischi e opportunità dell’agire sostenibile

Simona Ceccarelli, Manager dell’Area Sostenibilità di SCS Consulting, sottolinea proprio l’importanza di definire i propri obiettivi prima di intraprendere il percorso della sostenibilità: “Il punto di partenza è senza dubbio aver chiara la meta e studiare un piano strategico che evidenzi gli impatti che si vogliono generare, per poi creare una governance in grado di gestire i ‘dilemmi’ del management e dell’intera organizzazione che si possono presentare lungo il percorso”.

In un contesto mutevole dove la tecnologia avanza e le richieste dei consumatori si evolvono, infatti, anche nuove difficoltà e ostacoli emergono, susseguendosi di continuo. “È importante saper cogliere le opportunità ‘dell’agire sostenibile’, oltre che a fronteggiare i rischi che ne conseguono”, spiega Ceccarelli. Per farlo, pensa la manager, è fondamentale anche lavorare sulla dimensione valoriale e l’integrazione della sostenibilità nel Dna dell’impresa, al fine di favorire l’integrazione dei fattori di Environmental, social and governance (Esg) nei sistemi decisionali anche quotidiani.

Gli attuali modelli di sviluppo sono accompagnati dal ‘dilemma’ della coerenza fra le strategie d’impresa e i meccanismi di governo per la loro concreta esecuzione, come i sistemi incentivanti. Un aspetto che, come dice Ceccarelli, “si ‘risolve’ attraverso l’integrazione di obiettivi che riflettano e bilancino gli interessi non solo di shareholder, ma di tutti gli stakeholder”.

Anche l’ambiente, e non solo la società, può risentire del cosiddetto dark side della tecnologia: la digitalizzazione, tanto utile, irrinunciabile e apparentemente ‘innocua’, in realtà ha risvolti impattanti. “Sono molto interessanti gli studi che mettono in evidenza, attraverso analisi di ciclo di vita, gli impatti che derivano anche dall’utilizzo quotidiano che facciamo della tecnologia. Si pensi per esempio che l’invio di 20 email al giorno, con un allegato del peso di appena un megabyte, equivale a percorrere circa 1.000 chilometri all’anno in auto”.

Insomma, anche cercando di essere sostenibili è importante valutare le proprie azioni, senza perdere di vista il proprio obiettivo. Certamente anche comunicare i propri traguardi è utile, ma come specifica Ceccarelli, bisogna porre attenzione a non ‘scadere’ nell’eccessiva e ‘vuota’ esaltazione e promozione delle proprie azioni e dei propri impegni.

change management, sostenibilità, ESG, SCS Consulting


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Francesca Albergo

Laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione – percorso del teatro e dello spettacolo – Francesca Albergo ha successivamente conseguito un master in Professioni e Prodotti per l’Editoria. Dopo un’esperienza di cinque anni nelle Risorse Umane – durante i quali non ha mai abbandonato lettura e stesura di testi – la passione per le parole, la scrittura e (soprattutto) la grammatica l’ha portata a riprendere la sua strada, imparando a ‘vivere per lavorare’, come le consigliò un professore al liceo. Amante della carta e del ‘profumo dei libri’ si è adattata alla frontiera digital dell’Editoria, sviluppando anche competenze nella gestione di CMS. Attualmente collabora in qualità di editor e redattrice con case editrici e portali web. Nella sua borsa non mancano mai un buon libro, una penna (rigorosamente rossa) e un blocco per gli appunti, perché quando un’idea arriva bisogna esser pronti ad accoglierla.

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