La tecnologia come bussola per la transizione digitale
In un’epoca di grandi cambiamenti, la transizione digitale diventa la meta da raggiungere. E la tecnologia è la bussola per definire strategie, efficientare i processi, migliorare la qualità e assumere decisioni rapide connettendo tutta la catena del valore. La tesi è di Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda: “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) costituisce una grande opportunità per incentivare e agevolare la fase di transizione, ma restituisce allo stesso tempo grandi responsabilità”. Parte delle risorse del piano mira a sviluppare infrastrutture, la connettività e la banda larga: “Servono piattaforme collaborative che agevolino il lavoro, soluzioni innovative che aumentino la produttività e pure che valorizzino le persone”, ha detto Spada durante la presentazione del rapporto Il digitale in Italia 2022 – Volume 1 che si è tenuto presso la sede di Assolombarda a Milano a luglio 2022.
Per questi motivi, è necessario sviluppare il potenziale di Big data, analytics, cloud, cybersecurity, ormai diventati asset strategici e con un impatto importante sul sistema aziendale. Bisogna investire, oltretutto, sull’adeguamento delle competenze attraverso il reskilling e l’upskilling e, secondo Spada, in questo ambito la collaborazione tra le imprese gioca un ruolo fondamentale: “I temi legati all’Industria 4.0 non possono più essere evitati; dobbiamo seguire il cambiamento senza esserne travolti. È una condizione imprescindibile per la crescita e la produttività delle imprese”.
A confermarlo è anche Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) aderente a Confindustria.: “Il settore dell’ICT svolge un ruolo chiave per sostenere la crescita del Paese; per questo motivo, cerchiamo di sostenere l’idea, partendo dal presupposto che il digitale è entrato nelle imprese, nelle scuole, in vari settori e le aziende stanno investendo sui fabbisogni in linea con la richiesta del mercato”. A governare i processi del futuro è l’innovazione; non muoversi in questa direzione, come sostiene Gay, vorrebbe dire perdere conoscenze cruciali: “La mancanza di know how è un indicatore della strategia di sviluppo di un Paese”.
Come si possono, dunque, potenziare gli effetti della tecnologia? Come sostiene il Presidente di Anitec-Assinform, catalizzando l’attenzione su cinque punti: sfruttando i fondi messi a disposizione dal Pnrr; accelerando l’evoluzione verso l’Industria 4.0; utilizzando l’Intelligenza Artificiale (AI); focalizzandosi sulla cybersecurity; sviluppando competenze avanzate nel settore dell’ICT. “Serve investire nella formazione e accentuare la collaborazione tra pubblico e privato. Le nuove opportunità si traducono anche in responsabilità; ecco perché vogliamo aiutare le imprese nell’ottica di stimolare efficienza e creatività, sviluppando collaborazioni e puntando sulle persone”, ha continuato Gay. A questo proposito, per esempio, la riforma degli Istituti tecnici superiori (Its) si allinea con questa visione e si candida come soluzione per colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro.
Marco Gay, Presidente di Anitec-Assinform, durante la presentazione del report Il digitale in Italia 2022
Il mercato digitale italiano è in crescita
Se questi sono gli obiettivi, c’è ora da fare i conti con la reale diffusione del digitale in Italia: nel 2021 c’è stata la crescita del mercato del 5,3%, per un valore complessivo di 75,3 miliardi di euro. A certificarlo è stato il rapporto presentato in Assolombarda, che ha rilevato un andamento positivo in tutti i comparti dell’Information Technology (IT), con il segmento di Software e soluzioni ICT che ha chiuso l’anno a quota 8,1 miliardi di euro con una crescita dell’8%; quello dei servizi ICT, invece, ha raggiunto i 13,6 miliardi di euro (con una crescita del 7,6%). “L’analisi descrive un percorso di crescita meno lineare di quanto avevamo ipotizzato; se guardiamo i consuntivi del 2021, si può affermare che sia stato un anno positivo per il mercato”, ha commentato Giancarlo Capitani, Presidente di NetConsulting Cube, gruppo attivo nel settore della Digital technology che svolge consulenza, analisi e ricerche di mercato, demand generation e digital communication per il business digitale delle imprese.
Il rinnovamento dei processi sposta sempre più la domanda su tecnologie, servizi e piattaforme innovative digitali; infatti, secondo il rapporto, il cloud resta protagonista tra i “Digital enabler”, proseguendo il trend di crescita (+24,4%, pari a 4,2 miliardi di euro) e si conferma tra le principali tecnologie che abilitano la trasformazione digitale. “Stiamo entrando in un nuovo paradigma e la modalità di erogazione di servizi sta cambiando le componenti di vendita e acquisto e il mercato nei suoi segmenti interni”, ha affermato Capitani. Anche il mercato della cybersecurity è cresciuto (+12,6%), con un valore di quasi 1,4 miliardi di euro. L’ambito dei Big data, invece, è incrementato del 15,4% (1,3 miliardi) e si conferma un tema strategico per le aziende a prescindere dal mercato in cui operano.
Per quanto riguarda i settori, si evidenzia un andamento positivo generale, grazie alla crescente esigenza di adeguare i processi e i servizi ai nuovi modelli operativi. La crescita maggiore riguarda la Sanità – con un aumento del 9,6% – e la Pubblica amministrazione centrale (+9,4%) e locale (+9%). Il settore bancario ha segnato una ripresa degli investimenti nel digitale pari all’8,2%, mentre nel settore industriale la spesa è stata di 8,53 miliardi di euro (un aumento del 7,9% rispetto al 2020).
“Seppur si preannuncia un contesto digitale sempre in crescita, con un aumento del 3,6% per un valore di 78 miliardi, prevediamo una flessione rispetto il 2021”, ha rivelato Capitani. La situazione, secondo il rapporto, è influenzata dalla combinazione degli effetti di due fattori: l’accesso alle risorse del Pnrr destinate ai progetti di digitalizzazione del Paese e la situazione geopolitica determinata dal conflitto tra Russia e Ucraina, con ripercussioni sull’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime. Un altro fattore cruciale sono le competenze: “La mancanza di know how è allarmante e la domanda stenta a essere soddisfatta a causa di questo gap”.
L’Europa ha un ruolo centrale negli equilibri geopolitici
Gestire l’inflazione e governare il quadro geopolitico è difficoltoso: a dirlo è stato Vittorio Colao, Ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Ecologica, che ha proposto una soluzione: “Per sconfiggere l’incertezza è importante sfruttare le risorse del Pnrr come spinta alla crescita. Lo è per le imprese, nei confronti dell’Europa – che ci ha dato fiducia – e dei mercati internazionali”. Per quanto riguarda le infrastrutture, come ha ricordato Colao, si sta lavorando per potenziare il 5G e le connessioni a banda larga, mentre la digitalizzazione dei servizi è lo snodo in cui la collaborazione tra pubblico e privato deve avvenire. “Il lavoro svolto in questo anno e mezzo è stato molto positivo e si va in una direzione sempre più tecnologica: si pensi alla diffusione delle identità digitali. Vogliamo aiutare l’Italia, ma anche l’Europa, ad accelerare su questo fronte, e anche il Sud è contemplato nell’innovazione”, ha continuato il Ministro, senza immaginare, però, che di lì a pochi giorni il Presidente del Consiglio Mario Draghi avrebbe rassegnato le dimissioni a causa dell’ingovernabilità a livello politico, aprendo quindi la crisi che ci porterà al voto a settembre 2022.
L’Europa, del resto, ha un ruolo centrale nell’equilibrio mondiale, per gli aspetti geopolitici, ma pure per il modello basato sulla tecnologia, sulla democrazia, sulla sostenibilità. “Un ecosistema in cui tutti gli attori hanno una chance è adatto a tutti ed è più equo. Il digitale è necessario per la crescita e l’innovazione”, ha detto Roberto Viola, Direttore Digitale Digiconnect della Commissione europea. Da ciò che emerge, l’Europa non è particolarmente in riardo in termini di connessione digitale: “Il quadro è interessante, le prospettive ci sono, ma serve lavorare molto”.
Il Vecchio Continente, del resto, ha forti responsabilità: deve essere resiliente agli choc attuali. In effetti, il Decennio digitale europeo – la strategia di 10 anni che contempla gli obiettivi per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030 – è basato su quattro pilastri: competenze; infrastrutture digitali sicure e sostenibili; trasformazione digitale delle imprese; digitalizzazione dei servizi pubblici.
Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. È appassionata di cinema e si interessa a tematiche riguardanti la sostenibilità, l’uguaglianza, l’inclusion e la diversity, anche in ambito digital e social, contribuendo a contenuti in siti web.
Ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE come editor e redattrice.
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