L’apprendimento agile per l’era delle incertezze
Competenze e formazione: ormai nel mondo del lavoro si pone al centro la preparazione, più che le mansioni; attività lavorative e crescita personale diventano, quindi, un connubio imprescindibile. Nell’epoca dominata dallo sviluppo tecnologico e dell’innovazione, le trasformazioni sono sempre più rapide e frequenti e i confini del cambiamento divengono sempre più incerti. Per questo la Direzione HR si focalizza sempre di più soft skill, proponendo percorsi meno generici e maggiormente legati alla singola persona.
Per esempio, una delle competenze soft più ricercate è quella definita come “learning agility”, ossia la propensione all’apprendimento: oggi, infatti, quello che si è studiato potrebbe non essere più sufficiente (o adeguato) per rispondere alle nuove sfide, in quanto il panorama lavorativo e le necessità di mercato mutano in maniera estremamente repentina e, talvolta, inaspettata. “Lavorare perché le persone siano employable, perché possano portare valore all’azienda, ma anche a se stesse, si traduce in un’attitudine ad apprendere sempre qualcosa”, ha commentato Alessandro Camilleri, Direttore sviluppo, formazione e organizzazione e personale enti centrali del Gruppo Hera, azienda multiservizi italiana, specializzata nei servizi ambientali, idrici ed energetici
Si tratta di un apprendimento sul campo, l’on the job training, in cui si combinano lo studio e, successivamente, l’applicazione di quanto appreso. Fondamentale, però, è che l’apprendimento avvenga in un contesto relazionale. Saper apprendere ‘insieme’ è, infatti, funzionale per creare un team forte: ognuno assimila competenze specifiche, ma poi come gruppo ci si contamina e questo conduce a performance e risultati migliori. “Proponiamo circa 235mila ore di formazione all’anno che coinvolgono più del 95% di persone, pari a 26 ore a testa. Puntiamo ad arrivare a tutti, ma con contenuti efficaci per ogni persona”, ha dichiarato Camilleri, la cui testimonianza è stata offerta in un talk dal titolo Il lavoro che funziona, evento promosso da RS Italia.
L’innovazione orienta il lavoro dei settori ‘tradizionali’
La formazione richiede un ripensamento continuo, soprattutto nel campo delle multiutility e a fronte di quei lavori considerati ‘tradizionali’ (le mansioni, per esempio, nelle aziende che operano nell’ambito dell’energia elettrica, dell’ambiente, dell’acqua, del gas) che sono coinvolti nell’innovazione. È necessario avere la capacità di attingere dal valore delle conoscenze pregresse e integrarle con gli strumenti innovativi della contemporaneità. “Le persone sono consapevoli di quanto sia importante per ogni attività rimettersi in gioco e pensare che se il contesto cambia, tutti noi dobbiamo farlo”, ha proseguito Camilleri. E se il processo di trasformazione già in corso imponeva una riflessione sulla questione, la Digital transformation ha obbligato a una nuova accelerazione.
Per far fronte allo scenario accelerato, l’azienda ha dato vita al programma denominato HER@futura, indirizzato alla formazione delle persone in funzione del proprio punto di partenza per accompagnarle nel percorso di crescita. “Abbiamo dato a tutti la possibilità di mettersi in gioco, misurandosi sulle competenze nel digitale”, ha affermato il manager del Gruppo Hera.
Nella formazione, integrare le tecnologie digitali con le competenze trasversali, significa anche avere la capacità di far emergere il fattore umano, più che quello tecnologico, per incentivare la cultura e favorire il cambiamento. In questo senso, la multiutility bolognese ha lavorato sulle ‘comunità di pratica’, mettendo in contatto le persone, facendo emergere il loro potenziale e fornendo loro un ambito in cui lavorare. Il risultato? È cambiato l’ecosistema e ora la persona è protagonista: l’HR ha il compito di creare un ambiente favorevole e di mettere in evidenza le opportunità, anche attraverso strumenti tecnologici evoluti, ma che diventano semplici per il fruitore, come l’Intelligenza Artificiale. Secondo Camilleri, si tratta di “un percorso in progress che, alla fine, lascia alle persone qualcosa di concreto”.
E a proposito di persone, non si può dimenticare l’aspetto legato al benessere, considerata una delle priorità più importanti: se fino a poco tempo fa se ne parlava poco, ora è al centro delle agende HR delle organizzazioni. “Ci sono diverse dimensioni di benessere a cui cerchiamo di porre attenzione: fisico, psicologico e finanziario”, ha puntualizzato Camilleri. Questo nell’ottica di offrire la massima attenzione alle persone con un approccio secondo cui possa poi essere incentivata la produttività. “Una volta che si affrontano questi argomenti, non si può più tornare indietro”, ha concluso Camilleri.
Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. È appassionata di cinema e si interessa a tematiche riguardanti la sostenibilità, l’uguaglianza, l’inclusion e la diversity, anche in ambito digital e social, contribuendo a contenuti in siti web.
Ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE come editor e redattrice.
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