Trump assunzioni

Le competenze valgono più dei titoli di studio

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump si prepara a rivedere le politiche di assunzione del Governo federale: l’obiettivo è dare priorità alla valutazione delle competenze di ciascun candidato rispetto all’esame dei titoli di studio.

Secondo quanto riporta l’Associated Press, Trump è in procinto di firmare un ordine esecutivo per delineare la nuova direzione di quello che resta il più grande datore di lavoro del Paese, con 2,1 milioni di lavoratori civili, esclusi gli addetti al servizio postale.

La figlia del Presidente, nonché sua consigliera, Ivanka Trump è Co-presidente dell’American workforce policy advisory board ed è convinta che la svolta nelle politiche di reclutamento del Governo federale contribuirà alla creazione di una forza lavoro più inclusiva e talentuosa e ha stimolato il settore privato a seguire la linea tracciata dall’amministrazione. “Incoraggiamo i datori di lavoro a rivedere le loro pratiche di assunzione e a pensare criticamente al fatto che iniziative come queste possono aiutare a diversificare e rafforzare il loro personale”, ha detto Ivanka.

Secondo il Segretario al Commercio Wilbur Ross, l’altro Co-presidente del board in cui siede la figlia di Trump, oggi il bisogno di training sulle competenze e di forme di apprendistato è maggiore di quanto non fosse prima che la pandemia da Coronavirus forzasse milioni di persone a uscire dal mondo del lavoro, portando il tasso di disoccupazione attorno al 13% negli Stati Uniti nel solo mese di maggio 2020.

La Casa Bianca, tuttavia, non eliminerà del tutto la valutazione per titoli, ma porrà maggiore attenzione alle competenze dei candidati per tutti quei lavori in cui avere una laurea non risulta determinante. L’amministrazione intende, infatti, creare maggiori opportunità di tirocinio e promuovere la formazione professionale come alternativa alle tradizionali lauree biennali o quadriennali.

Alcune imprese statunitensi si sono già mosse in questa direzione. Ginni Rometty, Executive Chairman di IBM, ha fatto sapere tramite la Casa Bianca che nel 2019 il 15% dei nuovi assunti della società vantava background non tradizionali, perché valutati in base alle competenze e non soltanto in forza del titolo di studio.

Fonte: Associated Press

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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