Le imprese scelgono la sostenibilità negli investimenti

Tematiche come la transizione ecologica non suonano nuove. Eppure, proprio il processo trasformativo innescato dalla pandemia ha agito da acceleratore sulle imprese che, avvantaggiate anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – il quale prevede bandi e contributi a fondo perduto per le imprese pari a 40,32 miliardi di euro per sollecitare la digitalizzazione e 59,47 miliardi per la transizione ecologica oltre che 25,40 miliardi per infrastrutture e mobilità sostenibile- hanno continuato a seguire l’impegno nello sviluppo di strategie sostenibili grazie all’attuazione di piani misurabili e scadenze rigorose.  

Oggi, dunque, obiettivi quali migliori catene di fornitura, Finanza sempre più sostenibile, economia circolare e impatto sociale sono parte della pianificazione strategica sia delle grandi aziende sia delle medie e piccole imprese (PMI). Secondo un recente studio condotto da EY, il 69% delle aziende ha dichiarato di aver disposto un piano di sostenibilità corredato da obiettivi (il 6% in più rispetto al 2019), anche se solo il 44% ha definito target quantitativi. Il 35% di esse ha già stabilito anche le relative tempistiche per il loro raggiungimento. 

I dati del network mondiale di servizi professionali di consulenza sembrano infatti promettenti se si aggiunge il fatto che solo una piccola minoranza delle imprese (il 12%) ha subito ripercussioni nel perseguire i piani di sostenibilità mentre la maggior parte, (il 32%), sembra invece procedere senza particolari difficoltà nonostante la precarietà della situazione. Nel complesso, le aziende istituiscono comitati e organi di governance che riportano al Consiglio di Amministrazione l’avanzamento nella transizione ecologica. 

“La sostenibilità è un percorso che si sta spostando da una sola prospettiva di transizione energetica ed ecologica a una completa trasformazione della società, delle aziende e delle persone. Se riusciremo a essere concreti e coerenti potremo davvero fare della sostenibilità un pilastro di crescita strutturale nel medio e lungo termine”, ha dichiarato Massimo Antonelli, CEO di EY Italia e COO di EY Europe West. 

Emissioni zero, logistica sostenibile ed economia circolare sono i nuovi obiettivi strategici 

Prima tappa del percorso verso la sostenibilità è l’abbattimento delle emissioni di diossido di carbonio, obiettivo che è stato già definito dal 53% delle aziende all’interno del proprio piano industriale. È certo una tendenza in aumento rispetto al 2020, e infatti tra queste il 19% ha un piano strategico orientato alla neutralità climatica mentre il 35% ha già intrapreso un percorso di decarbonizzazione.  

Rispetto al passato emerge inoltre che le imprese ripensano all’approvvigionamento e alle catene di fornitura in modalità sostenibile effettuando attività di Risk assessment verso i propri fornitori, ora scelti con maggiore attenzione a questi temi. Si tratta, per altro, di attenzioni che potenziano la logistica e ottimizzano nel complesso la filiera. 

Ma oltre al rifornimento dei prodotti a diventare sostenibile è altresì la Finanza, grazie anche a investimenti europei e mondiali per lo sviluppo di prodotti sostenibili nei settori dall’Insurance & Banking alla ITC & Hi-Tech.  In generale la sostenibilità ha modificato la preferenza agli investimenti (sia per il ritorno economico sia per l’occasione di crescita per le aziende), i quali si verificano soprattutto in titoli o fondi con caratteristiche Enviromental, Social and Governance (ESG). 

Un ulteriore aspetto è l’economia circolare, oggi spesso associata agli obiettivi sostenibili e che viene adottata soprattutto dalle imprese presenti nei settori quali Textile & Apparel, Industrial e Energy & Utilities. Stando allo studio EY, “il 70% di queste applica un approccio di settore o di territorio per la riduzione dell’impatto e l’efficientamento delle risorse, il 49% ha coinvolto realtà imprenditoriali esterne per la ricerca di soluzioni tecnologico-produttive e per supportare le comunità a risolvere problematiche sociali, ricorrendo nel 12% dei casi anche a realtà prima sconosciute”.