Le potenzialità della valutazione delle posizioni, l’esperienza di Florim ceramiche
L’articolo prende spunto da un intervento organizzativo condotto alcuni anni fa, con l’obiettivo di implementare nell’impresa industriale italiana X un sistema di controllo di gestione del personale secondo metodiche di tipo ADSS.
La verifica dello stato di efficienza organizzativa degli stabilimenti produttivi di X fu svolta attraverso un’analisi del fattore personale impiegato nelle singole unità di produzione, mediante la Valutazione delle Posizioni (VdP), tecnica utile a fotografare lo stato organizzativo dei singoli stabilimenti in rapporto ai loro processi produttivi.
Il quadro emerso consentì di approfondire, con il supporto della Direzione, le situazioni lavorative che più si discostavano dalle condizioni medie di efficienza. Ne conseguirono interventi di natura organizzativa per ridurre le inefficienze rilevate e, più in generale, uno stimolo a ripensare la cultura dell’impresa.
La tecnica VdP: contenuti e motivi della scelta
La VdP è una tecnica di amministrazione del personale, strutturata in fasi distinte, basata su un esame delle molteplici posizioni organizzative presenti in ogni azienda e volta a ottimizzare il capitale umano delle imprese.
Nonostante la sua utilità per una razionale gestione del personale, è raro trovare la VdP applicata nelle realtà manifatturiere italiane e, laddove lo sia, essa si concentra sulla popolazione di fascia gerarchica medio-alta. Ciò può essere causato da svariati motivi, tra i quali:
- la rapida obsolescenza dei risultati, a causa dei cambiamenti tecnologici-organizzativi e delle ristrutturazioni aziendali;
- l’idoneità parziale adeguatezza a rendere conto della trasversalità dei saperi e della progettualità orizzontale;
- la tendenza a non investire convintamente nell’area del personale, che acquista invece centralità in caso di problematiche intersoggettive o di riduzione dell’organico;
- il ricorso a pratiche empiriche per la valutazione delle risorse umane, piuttosto che strumenti (indagini interne, consulenze, ecc.) impegnativi e impattanti sul clima interno.
Nel caso preso in esame, si adottò la VdP per la sua visione meccanicistica e pragmatica – ma non semplicistica – dell’organizzazione: basandosi su ruoli organizzativi predefiniti, essa facilita il rinvio alla complessiva realtà aziendale a partire dalle sue singole specifiche componenti.
Ciò parve agevolare la linearità del percorso di rilevazione, confronto e misura dentro l’impresa, nonostante le necessità di compiere separazioni e scelte utili a distinguere la persona dalle prestazioni e a far emergere gli elementi comuni dell’organizzazione medesima, riducendo così le variabilità insite nel confronto tra unità produttive distinte.
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