Leader per il bene comune
Nell’era dell’informazione, la realtà attuale, anziché semplificarsi grazie alla disponibilità di dati a disposizione, si rivela sempre più incerta e ambigua. Manager narcisisti, politici incapaci di affrontare le sfide sociali, famiglie che faticano a influenzare positivamente la crescita dei giovani, sono solo alcuni degli esempi di un sistema che sembra aver smarrito la capacità di esercitare una leadership efficace. Nel suo nuovo saggio, Essere leader in un mondo complesso (Egea, 2024), Alessandro Cravera – Fondatore e senior partner di Newton (società di marketing), oltre che docente presso Altis Università Cattolica e 24 Ore Business School – invita a riflettere sulla natura stessa della leadership.
A suo giudizio, la nostra attuale concezione di leadership affonda le radici in un passato in cui “uomini forti” guidavano una popolazione priva di informazioni e di strumenti critici. La rivoluzione illuminista ha, in parte, spostato il baricentro, valorizzando la razionalità e la conoscenza, ma anche questo modello risulta oggi inadeguato. La realtà contemporanea, sostiene Cravera, è paradossale, influenzata da emozioni, contesti culturali e valori mutevoli.
La leadership deve essere saggia e diffusa
Nonostante i cambiamenti della società, si continua, però, a considerare leader chi detiene un ruolo formale oppure chi è capace di radunare una schiera di seguaci, indipendentemente dal fine delle sue azioni. Questa visione non è più sostenibile, poiché in un mondo interconnesso e interdipendente le conseguenze delle decisioni di un leader si amplificano. “Siamo soliti attribuire a un leader la capacità di ispirare e influenzare gli altri, ma non valutiamo abbastanza la bontà della direzione scelta”, scrive Cravera.
Secondo l’autore, è tempo di invertire questa prospettiva: la leadership del futuro deve essere contestuale, orientata al bene comune e capace di creare un equilibrio tra interessi diversi. Deve, quindi, diventare ‘saggia’ per trasformare il contesto in cui si esercita portandolo su una traiettoria di evoluzione positiva e sostenibile. In questo senso, il leader diventa una sorta di “architetto sociale”, capace di generare contesti che favoriscono comportamenti etici.
Cravera propone, infine, una visione della leadership come fenomeno diffuso e condiviso, che non dipende solo dai ruoli formali, ma dalle azioni di chiunque eserciti un’influenza positiva sul sistema in cui opera: “La mia opinione è che chiunque lavori in questa direzione stia esercitando una forma di leadership sul sistema”.
Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.