L’eccesso di Smart working riduce la produttività
Sono i rapporti sociali a garantire performance di lungo periodo. È la conclusione cui sono giunti gli autori di un articolo pubblicato sul Regards économiques, giornale dell’Université catholique de Louvain, in Belgio. Secondo lo studio, condotto da uno psicologo, un economista e un professore di management, prolungare in misura eccessiva il lavoro a distanza avrebbe l’effetto di ridurne i benefici. Lavorare per oltre due giorni a settimana o più del 50% dell’orario di lavoro in modalità da remoto riduce l’impatto positivo sulla produttività.
Come in Italia, dove secondo recenti studi sono circa 5 milioni gli smart worker, anche in Belgio la crisi pandemica ha accelerato la diffusione del lavoro da remoto, che oggi coinvolge il 60% dei dipendenti del Paese. La nuova modalità è amata da gran parte della forza lavoro belga, tanto da esser diventata un elemento permanente nei nuovi spazi di lavoro ridisegnati dopo la pandemia. La compagnia ferroviaria belga SNCB ha persino lanciato un progetto pilota per offrire abbonamenti flessibili ai passeggeri che utilizzano il treno nel tragitto casa-lavoro, per adattarsi alle nuove abitudini ‘ibride’ dei vecchi pendolari.
Secondo i ricercatori, però, lo sviluppo del lavoro da remoto rischia di deprimere i centri urbani, cuore del business, cambiando le abitudini di utilizzo degli spazi sia in ufficio sia in casa. I tre esperti che hanno firmato la ricerca sostengono che la pratica intensiva di questa nuova modalità di lavoro potrebbe mettere a rischio l’esistenza stessa delle community di lavoro dentro le organizzazioni, in favore della nascita di relazioni sempre più formali. A tal proposito è scritto nello studio: “Per preservare le relazioni sociali, che garantiscono performance di lungo periodo, le organizzazioni devono regolare la presenza di team di lavoro, valutando le caratteristiche delle proprie realtà”.
Fonte: The Brussels Times
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
Smart working, produttività, Belgio