L’HR e la sfida dello Smart working nel post Covid-19

Nonostante le difficoltà, tecnologiche e logistiche, quello indotto dalla diffusione del coronavirus è il più grande esperimento globale di lavoro a distanza mai attuato. Molte aziende si sono confrontate per la prima volta con la necessità di lavorare da remoto. Non tutte, però, sembravano pronte al cambiamento e, in vista della fine del lockdown, c’è già chi teme un brusco ritorno ai vecchi schemi dell’ufficio.

Secondo la società di people analytics Visier, nel Regno Unito quasi la metà dei dipendenti (47%) è convinta che il proprio datore di lavoro si sbarazzerà dello Smart working una volta cessata l’emergenza Covid-19, ripristinando al suo posto le precedenti politiche sull’organizzazione del lavoro.

L’indagine si è concentrata su categorie di dipendenti ai quali di solito non era consentito operare da remoto o che svolgevano l’attività a distanza solo in rare occasioni. Nonostante molti riconoscano che l’azienda in cui lavorano abbia gestito bene il passaggio all’home working nel mese precedente, la metà degli intervistati teme un ritorno a forme di lavoro poco flessibili. Tre quarti dei dipendenti intervistati ritengono che i propri superiori abbiano avuto fiducia nella loro capacità di restare produttivi, ma il 31% rivela che sono stati imposti nuovi processi per controllare i risultati del personale.

Anche se solo il 9% sostiene che l’avvio del remote working sia stato gestito male, l’impressione è che i lavoratori oggi abbiano paura di perdere i benefici riscontrati nelle ultime settimane: maggiore produttività (68%) e migliore conciliazione vita-lavoro (31%). “La cosa peggiore che le imprese possono fare in questo momento è ignorare cosa hanno imparato sul personale e sul modo in cui ama lavorare”, ha detto Jan Schwarz, Co-founder di Visier. “Le compagnie che finora hanno resistito al nuovo mondo del lavoro adesso hanno visto capovolgersi la situazione, ma gli HR leader hanno la grande opportunità di continuare nel percorso di trasformazione digitale”.

Fonte: Personnel Today

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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