L’illusione di delegare i dilemmi della società alla tecnologia
Norbert Wiener, matematico e statistico statunitense, considerato il padre della cibernetica, nella seconda parte della sua vita considerò con lucidità come la tecnologia non potesse prescindere da una componente ‘umida’ e sociale, ovvero dalle scelte e dai valori dei progettisti e dalle relazioni tra gli umani che la utilizzano. Lo scrive nel capolavoro The human use of human beings da cui ha preso spunto Luca Solari, Professore Ordinario di Organizzazione e Risorse Umane dell’Università degli Studi di Milano, durante il Forum di Sviluppo&Organizzazione, organizzato dalla casa editrice ESTE, di cui Parole di Management è Media Partner, per raccontare che l’illusione tecnocratica, ovvero la possibilità di delegare alla tecnologia i dilemmi della società e delle organizzazioni è un tema che percorre tutta la storia delle organizzazioni.
Nel XXI secolo, tuttavia, la piena consapevolezza del fatto che dobbiamo guardare dentro la black box della tecnologia nelle organizzazioni non è ancora pienamente diffusa. La migrazione quasi inconsapevole di processi, informazioni e relazioni nel virtuale come conseguenza della pandemia fornisce un esempio di quanto i nostri processi decisionali debbano essere ripensati e strutturati in modo da evitare che siano pervasi da ‘credenze’ invece che fondati saldamente su ‘evidenze’. Ciò vale per le tecnologie propriamente intese (come il digitale), ma anche per tutti gli altri aspetti della tecnologia, intesa come “insieme di attività materiali sviluppate dalle varie culture per valorizzare l’ambiente ai fini dell’insediamento e del sostentamento” (Treccani).
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