L’impatto della digitalizzazione su processi e competenze

Dalla digitalizzazione non si può più sfuggire. Soprattutto dopo un anno che ha costretto essenzialmente tutte le aziende (anche le più piccole e analogiche) a fare i conti con potenzialità e limiti della connessione e in particolare alla luce dell’inserimento della “digitalizzazione” tra le sei missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) presentato dal Governo Draghi.

Si concentra sull’impatto della sfida del digitale nelle aziende di largo consumo una ricerca di GS1 Italy, organizzazione non profit che dal 1973, anno dell’introduzione del rivoluzionario codice a barre, riunisce oltre 35mila imprese per sviluppare gli standard di comunicazione: sviluppato con i ricercatori del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Parma, lo studio – il titolo è La trasformazione digitale, impatti su processi e competenze nel largo consumo – indaga come la digitalizzazione impatti sui processi e le competenze all’interno delle imprese.

La ricerca ha preso in considerazione le risposte di alcuni referenti delle funzioni HR, Digital/IT, ecommerce, Marketing e Trade Marketing, Acquisti, Category e Vendite di tre grandi aziende industriali multinazionali e quattro imprese della grande distribuzione organizzata, per un totale di 151 referenti (di cui 102 provenienti dal mondo industriale e 49 dalla distribuzione).

Le aziende puntano su riorganizzazione e nuove competenze

Il primo dato a emergere è la convinzione delle organizzazioni di essere pronte per le sfide imposte dalla trasformazione digitale (il 49% delle imprese si dichiara “pronta”, il 35% “più che pronta”), sottolineando il bisogno di investire sulle nuove competenze interne dei dipendenti e sull’approccio aziendale alla digitalizzazione. Tutto questo passa, tuttavia, da una riprogettazione dei processi aziendali ritenuta difficoltosa dalla maggior parte delle aziende, che ritiene questa riorganizzazione l’ostacolo più difficile da superare insieme con la resistenza delle persone, la difficoltà di diffondere in azienda la cultura digitale e l’investimento economico oneroso che si accompagna al cambiamento delle strutture.

Tra i processi interni da ripensare, contando come ambito ritenuto più soggetto al cambiamento digitale quello delle relazioni informative tra l’impresa e il cliente, le azioni prioritarie da compiere nel breve periodo risultano i processi di omnichannel category e nuovi formati (fisico e digitale) legati anche all’ecommerce, la gestione e il presidio dell’accuratezza del dato, la comunicazione digitale, CRM e loyalty, data science e shopper marketing.

Come può avvenire tutto questo? Per gran parte delle aziende le nuove skill potrebbero fare parte delle proprie competenze interne: gli intervistati, infatti, preferiscono l’upskilling interno all’esternalizzazione dei servizi. “Lo scoppio della pandemia ha accelerato una serie di processi, mettendo in luce come il digitale può aiutare le imprese a lavorare, comunicare e gestire meglio tutte le attività. Ma la digitalizzazione va ben oltre il semplice ecommerce”, ha spiegato Francesco Pugliese, Presidente di GS1 Italy.

Le HR sono fondamentali per la digitalizzazione interna

Il 46% dei retailer e il 56% dei produttori svela di avere adottato come strategia per gestire la trasformazione digitale della propria azienda la creazione di team interfunzionali, ma accanto alle squadre interne delinea anche i profili delle nuove professionalità inseguite: ecommerce manager e digital marketing manager sono destinate a essere, secondo le aziende coinvolte, le figure più cercate nell’immediato futuro, accanto a Chief Information Security manager, social media listening analyst e lean/agile specialist/scrum master. In ultima posizione, che mostra comunque la tendenza alla digitalizzazione in atto, il data scientist.

Il ruolo delle Direzioni del Personale è dunque strategico per trasformare digitalmente le aziende, come ha raccontato Fiorella Crespi, Direttore dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano, in occasione dell’evento dal titolo Il digitale ci trasforma? (IL VIDEO DELL’EVENTO È DISPONIBILE ON DEMAND), durante il quale GS1 Italy ha presentato i risultati della survey. “Il ruolo della Direzione HR è fondamentale nell’abilitare la transizione dell’organizzazione verso il digitale: da una parte deve essere promotrice del cambiamento sviluppando iniziative e attività di formazione per creare un digital mindset a tutti i livelli aziendali e supportare i fabbisogni specifici di profili e competenze digitali, dall’altra deve lavorare su se stessa ripensando i propri processi in chiave digitale per avvicinarsi alle esigenze e alle aspettative di candidati e collaboratori”.

Anche in questo senso, la digitalizzazione diviene dunque strumento interno per evitare di esternalizzare i servizi, con le aziende che puntano allo sviluppo delle competenze attraverso servizi educativi per i dipendenti. In questo caso, distribuzione e industria utilizzano approcci differenti: se la prima tende ad affidare i corsi digitali a provider esterni e la formazione al personale di sede, l’industria preferisce gestire tutto il processo internamente con video formativi, corsi in presenza e percorsi di learning on the job.

“Digitalizzare significa mettere a fattor comune tutte le informazioni che derivano dal rapporto con il consumatore. Si rendono quindi necessari diversi modelli organizzativi interni, che tengano conto delle nuove modalità di lavoro, che hanno ridisegnato la relazione stesse tra le persone, e che diano spazio a profili adeguati, con culture differenti e, soprattutto, giovani. La sfida è trovare l’equilibrio e aprire il dialogo tra i nuovi ingressi e il management senior, costruendo una solida cultura digitale aziendale”, ha concluso Pugliese.

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Sara Polotti

Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.

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