Kundera

L’insostenibile pesantezza… delle regole (in azienda)

Nelle sue opere, Milan Kundera offre anche spunti di grande interesse per chi si occupa di organizzazioni.

Un esempio è dato dall’attenzione per il “fenomeno burocratico”. Nel saggio Il sipario (Adelphi, 2005), lo scrittore recentemente scomparso (è morto l’11 luglio 2023 a Parigi) osserva che oggi la burocrazia “si è infiltrata in ogni strato dell’esistenza”, molto più di quanto avveniva ai tempi di Kafka, la cui genialità è legata proprio all’aver colto un fenomeno nelle sue prime manifestazioni. Scrive Kundera: “La portata esistenziale di un fenomeno sociale si percepisce con la massima intensità non nel momento della sua espansione, ma quando è agli inizi, incompatibilmente più debole di quanto non sarà in futuro”.

Oggi, si tratta di una realtà così evidente, così compenetrata al mondo in cui viviamo, così diffusa nella nostra quotidiana esperienza, che nemmeno più riusciamo a percepire senza l’aiuto di una persona creativa come il grande romanziere scomparso. Kundera ricorda che i suoi genitori, quando andavano in vacanza, compravano i biglietti alla stazione 10 minuti prima della partenza del treno e “alloggiavano in un albergo di campagna dove, l’ultimo giorno, pagavano in contanti al padrone”. Oggi “per le mie insignificanti vacanze si mobilita un’intera compagnia di burocrati”: dalle agenzie di viaggio, agli addetti alle prenotazioni degli alberghi, ai gestori delle carte di credito, fino alle autorità preposte alla sicurezza. “Io stesso mi trasformo in burocrate della mia vita (riempiendo formulari, inviando reclami, catalogando documenti nei miei archivi)”.

L’alluvione di adempimenti per le aziende

Quanto Kundera ha rilevato per la vita moderna vale in massimo grado per le organizzazioni. Da sempre le regole ne sono un elemento costitutivo: sono presenti come elemento del contesto esterno e anche come norme e regolamenti interni. Considerando questo aspetto, emerge un rilevante paradosso: per le teorie emergenti dell’azienda e dell’organizzazione, la burocrazia è quasi un residuo del passato, un modello superato dal nuovo verbo dell’organizzazione snella, flessibile, orientata al cambiamento e alla gestione della conoscenza.

Gli studi degli ultimi decenni continuano a evidenziare i limiti dei tentativi di regolazione formale, configurando un curioso esempio di fuga intellettuale dalla realtà. Infatti, i nostri tempi raccontano tutta un’altra storia. Si riscontra una enorme e sempre più articolata incidenza di norme e regole di varia origine esterna e interna sulla vita delle organizzazioni che producono un’alluvione di adempimenti.

Sono passati 18 anni da quando Kundera ha scritto queste note, e da allora la digitalizzazione ha compiuto grandi progressi; si poteva pensare a una leva potente per alleviare gli oneri della burocrazia, ma così non è stato, pare, perché ha consentito di introdurre moduli e formulari sempre più pervasivi, oltre a ‘tracciare’ innumerevoli aspetti della vita delle persone.

A Kundera si deve anche un’illuminante idea del romanzo, come “l’ultimo osservatorio dal quale si possa abbracciare la vita umana nel suo insieme”: ciò deriva dal frazionamento del mondo moderno in centinaia di specializzazioni scientifiche e dalla difficoltà della filosofia di svolgere la propria originaria funzione in questo contesto. Compito del romanzo è rompere, forare, bucare il “sipario della pre-interpretazione”, per rivelare ciò che si nasconde sotto. Un’idea fertile anche per l’applicazione che se ne può fare alle problematiche organizzative.

organizzazioni, Kundera, Regole


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Gianfranco Rebora

Gianfranco Rebora è Direttore di Sviluppo&Organizzazione, la rivista edita dalla casa editrice ESTE e dedicata all'organizzazione aziendale. Rebora è Professore Emerito di Organizzazione e gestione delle risorse umane dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc di Castellanza.

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