L’interdisciplinarietà come strumento organizzativo

Il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao) è il primo centro ospedaliero e di ricerca clinica e radiobiologica in Italia. Si trova a Pavia e si occupa di curare i pazienti affetti da tumori mediante l’uso di fasci di protoni e ioni carbonio: particelle denominate adroni, da cui il nome di adroterapia. La storia della Fondazione Cnao copre gli ultimi tre decenni: un cammino dove confluiscono tematiche concernenti differenti livelli organizzativi e specialisti di diverse discipline, che hanno dovuto imparare a interfacciarsi e collaborare fra loro.

Se le prassi organizzative sono una scienza, Cnao rappresenta un caso da analizzare e da cui imparare. Per questo Dario Forti (psicologo, psicosocioanalista, consulente di sviluppo organizzativo e formatore), Sandro Rossi (Direttore Generale del Cnao) e Giuseppe Varchetta (psicosocioanalista e Past President di Ariele) hanno ripercorso la nascita e i progressi della Fondazione nel libro Organizzare l’interdisciplinarietà. Il caso della Fondazione Cnao, tra Fisica dei Quanti e Oncologia (Edizioni ESTE, 2020).

Un background scientifico per capire l’approccio organizzativo

Una realtà in continua trasformazione attraversata da mutevoli dinamiche, che hanno portato il Cnao ad affrontare temi importanti e impattanti in una fase, per poi accantonarli in una successiva epoca del suo sviluppo. Gli autori ricordano infatti le tre ere che l’hanno caratterizzata: quella dell’azione organizzativa, della Fisica Quantistica e, infine, dell’Oncologia. La rilevanza del background scientifico, infatti, facilita il lettore non specialista nella comprensione del mondo nel quale vivono e operano i soggetti organizzativi di cui questa storia narra.

E se da tempo non c’è manuale di management e di organizzazione che si trattenga dall’esaltare il ruolo delle risorse intangibili (intangible asset) per il successo delle imprese, tra cui la visione (e il processo di creazione della visione, l’envisioning), secondo gli autori questo caso ne è una chiara testimonianza. Un secondo piano di lettura è quello relativo alla funzione della leadership, dato che la Fondazione è nata anche grazie a un’azione di leadership di due figure, il Presidente e il Direttore Generale.

Analizzare la storia della Fondazione per affrontare il futuro

Da questo punto di vista, il caso Cnao è anche un esempio della capacità della leadership di trasformarsi da una forma monadica e imprenditoriale a una duale, in una divisione delle funzioni.  “Il lavoro di ricerca della Fondazione offre una rara visibilità all’intreccio tra la complessità tecnologico-scientifica e la visione organizzativa. Si illumina così una vista sull’organizzazione del futuro, se non sul futuro delle organizzazioni”, scrive nella prefazione Gianfranco Rebora, Professore Emerito di Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane dell’Università Liuc – Cattaneo di Castellanza e Direttore della rivista di ESTE Sviluppo&Organizzazione.

Le tre tematiche discusse nel libro sono infatti: il ciclo trasformativo dell’organizzazione, la ricerca di un’identità condivisa, lo sviluppo organizzativo. E l’analisi del caso Cnao segue un approccio che, dispiegandosi lungo un arco trentennale, secondo Rebora consente di cogliere la dinamica evolutiva dalla lunga fase di incubazione di un progetto altamente sfidante fino allo stadio della più completa operatività nell’erogazione di servizi sanitari, cui si aggiunge l’ulteriore impegno nella ricerca di frontiera.

Dario Forti, Sandro Rossi, Giuseppe Varchetta, Fondazione Cnao, Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica


Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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