L’Italia come la Fiat prima di Marchionne, è l’ora dei veri capi azienda
Il nostro Paese sta vivendo una situazione simile a quella dell’azienda prima dell’arrivo del manager scomparso due anni fa.
Sono ormai passati due anni dalla morte di Sergio Marchionne. Il dirigente italo-canadese è rimasto nella memoria collettiva soprattutto per aver risollevato la Fiat da una profonda crisi con le sue grandi capacità manageriali.
Oggi, anche a causa degli effetti della pandemia Covid-19 sull’economia, l’Italia si ritrova in una situazione simile a quella della Fiat prima dell’arrivo di Marchionne. Le previsioni sul Prodotto interno lordo (Pil) del Paese nel 2020 arrivano fino al -15% con gravi ripercussioni sulle imprese e sui lavoratori. Viene da chiedersi cosa farebbe adesso un vero capo azienda per affrontare questa crisi.
Secondo il costume italico, durante la ‘pausa agostana’ tutto si ferma e qualsiasi progetto viene rimandato a settembre. Ma in un momento difficile come questo, un manager come Marchionne chiederebbe a ogni imprenditore e lavoratore: “Precisamente siete in ferie da cosa?”, come disse nel 2004 ai suoi nuovi dipendenti al Lingotto.
Certamente il dirigente italo-canadese non ha avuto solo estimatori. A Marchionne è stato imputato, per esempio, di aver assoggettato la Manifattura alla finanza o di aver schiacciato i diritti dei lavoratori sotto gli interessi della proprietà dell’azienda.
Ma questa è l’ora di agire per risollevare l’Italia e, per farlo, c’è bisogno di veri capi azienda. A proposito di leadership, sul numero di gennaio-febbraio 2014 di Sviluppo&Organizzazione (la rivista che da 50 anni si occupa di organizzazione aziendale e management) è stato pubblicato un articolo a firma di Christopher Bezzina e Giambattista Bufalino che affronta questo tema, di cui riproponiamo un estratto.