Lo sviluppo dell’intelligenza emotiva
Sei secondi è il tempo in cui il nostro corpo reagisce ad una emozione. In questo breve lasso di tempo, si possono immagazzinare le sue informazioni, comprenderla e rispondere allo stimolo emotivo: “In ambito lavorativo, visto che sono le persone a guidare le performance, è utile, attraverso una solida metodologia con basi neuroscientifiche, capire come le emozioni influenzano, in maniera più o meno funzionale, l’attività lavorativa”, spiega Giovanna Severgnini, EQ Biz Managing Consultant di Six Seconds Italia, capitolo italiano di Six Seconds, network globale di intelligenza emotiva e coaching. In sintesi, il coaching aiuta a sviluppare l’intelligenza emotiva, cioè la comprensione e gestione dei propri stati d’animo.
Il processo di attivazione dell’intelligenza emotiva inizia ponendosi una serie di domande: cosa sto provando, quali scelte ho a disposizione e che cosa desidero. Successivamente il coaching supporta la persona nell’esplorazione, attraverso sentieri emozionali, dei pattern emotivi che facilitano o ostacolano il cambiamento e, su quelli, sviluppa uno specifico lavoro di supporto. “Le emozioni sono fondamentali nel processo di cambiamento perché aiutano a far risuonare i valori chiave, cioè la cornice di riferimento all’interno del quale il singolo obiettivo trova collocazione”, approfondisce la manager di Six Seconds Italia.
La gestione della negoziazione
L’impatto altamente trasformativo del coaching, grazie proprio all’attivazione delle emozioni, è l’elemento che spinge le aziende a richiedere servizi di consulenza e di accompagnamento. “Le aziende che si rivolgono a noi per affrontare una sfida si possono dividere in due categorie: quelle che possiedono già un grado di maturità del problema; le imprese che ritengono di non avere gli strumenti per affrontarlo”, spiega Severgnini.
Qualunque sia la porta d’ingresso, i percorsi propongono inizialmente un approccio di misurazione e sviluppo dell’intelligenza emotiva e successivamente si strutturano intorno alla sfida specifica dell’azienda. “Il coach, per esempio, aiuta ad affrontare il problema diffuso, ma spesso trascurato, della negoziazione, cioè l’insieme delle trattative per raggiungere un accordo, che può essere un nuovo contratto o l’aumento di stipendio. Attraverso il percorso, le persone riescono a esplicitare le loro richieste, senza fermarsi a un compromesso insoddisfacente”, commenta la manager di Six Seconds Italia. Il coaching è, inoltre, utile per aiutare a formulare in modo efficace i feedback, supportare la gestione di gruppi di lavoro e lavorare sulla modalità di leadership.
L’approccio aiuta anche a trovarsi a proprio agio nell’ambiente lavorativo, sentirsi nelle condizioni di poter esprimere il talento e di poter raggiungere i propri obiettivi. Eppure, come sottolinea Severgnini, non tutti i manager ne hanno ancora riconosciuto il potenziale: “La domanda che pongo ai Responsabili delle Risorse Umane è se senza la chiave dell’intelligenza emotiva riescono davvero a comprendere i primi segnali di crisi dell’organizzazione…”. È una provocazione, ma provare a rispondere è già un esercizio ed è da qui che si può iniziare, almeno aumentando la consapevolezza della conoscenza della propria azienda.
Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.
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