Lo sviluppo dello Smart working in Thales
La genesi dello Smart Working in Thales, azienda che opera nei mercati della sicurezza, dei trasporti, della difesa, dell’aerospazio e dello spazio, parte da una analisi che è stata avviata nel 2018. Come ogni anno le persone del gruppo in tutto il mondo sono chiamate a esprimersi tramite il contest dal titolo Thales commitments towards people, iniziativa attraverso la quale gli oltre 80mila collaboratori sono invitati a far sentire la propria voce, idee, opinioni e contributi al fine di migliorare l’employee experience. Lo Smart working è risultato l’enabler più votato in Italia tra i 111 progetti presentati all’intera popolazione di Thales. Le ragioni di tale suffragio sono emerse chiaramente nella opportunità di introdurre uno strumento di attractiveness, retention, life balance e maggior produttività.
Nel nostro Paese è stato creato un gruppo di lavoro composto da rappresentanti di HR, Ingegneria e Operations che ha condotto uno studio di fattibilità avente a oggetto l’impatto di tale nuova organizzazione del lavoro sul business. Inoltre, sono stati organizzati alcuni workshop interni per raccogliere proposte e suggerimenti da parte delle persone di Thales Italia. I risultati finali del gruppo di lavoro sono stati presentati al Comitato di direzione e nel febbraio del 2019 è stato avviato un pilot sperimentale di Smart working della durata di sei mesi che ha coinvolto circa il 20% della popolazione aziendale, definito su base volontaria. Visti i buoni risultati in termini di efficienza e di soddisfazione, il progetto è stato successivamente esteso per ulteriori sei mesi, la cui conclusione è coincisa con l’inizio della fase emergenziale dovuta al diffondersi del Covid-19.
Chiaramente, durante la fase emergenziale il numero delle persone presenti nelle varie sedi ha subito una netta e importante flessione, aumentando così l’efficacia del sistema di prevenzione del contagio posto in essere dalla nostra azienda. Il resto è storia nota. Oggi circa l’80% della popolazione aziendale sta lavorando da remoto, utilizzando gli strumenti messi a disposizione dall’azienda e dando prova di grande maturità, professionalità e modernità di approccio alla nuova modalità di lavoro.
Potenziare smart leadership e accountability
A mio avviso, si può dire che le parole chiave per la corretta applicazione dello Smart working sono tre: analisi (dell’impatto sul business, studio di fattibilità); coinvolgimento di tutti gli attori aziendali (persone e funzioni); e formazione. In Thales Italia sono state attivate una serie di sessioni formative che hanno coinvolto sia il management sia i collaboratori. In entrambi i casi gli interventi sono stati focalizzati sul nuovo concetto di smart leadership e accountability e sulla nuova capacità richiesta di misurare la performance sulla base di obiettivi condivisi.
Si tratta di un importante processo di trasformazione culturale – ancora parzialmente in corso – che ha portato a risultati soddisfacenti e a un buon livello di accettazione dello Smart working che ha quindi facilitato non solo la gestione straordinaria dell’emergenza Covid, permettendo la continuità dell’attività lavorativa, ma ha anche attenuato il livello di disruption che l’emergenza Covid-19 sta portando.
L’esperienza maturata e i positivi riscontri ottenuti hanno fatto sì che lo Smart working sia divenuto uno strumento stabile e strutturato (regolato da apposito accordo sindacale) che Thales Italia ha esteso a tutti i dipendenti che svolgo attività remotizzabili.
Attualmente HR Italy Director della ZTE, multinazionale cinese con oltre 84.000 dipendenti in oltre 160 Paesi nel mondo, leader nella fornitura di prodotti e servizi per le telecomunicazioni. In Italia, ZTE è presente in 14 città con le sedi principali situate a Roma e Milano. Specializzato in Diritto del Lavoro, relazioni industriali ed HR Management. Già avvocato, ha lavorato nel Gruppo Leonardo, nel Gruppo Fiat e in Sicamb S.p.A.
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