Lunga vita all’outsourcing

In questi mesi abbiamo assistito all’imprevedibile: un virus che non conoscevamo ha causato una pandemia mondiale e il lungo lockdown che ne è seguito ha provato duramente il sistema economico e produttivo mondiale, coinvolgendo tutti i Paesi. Ora stiamo ripartendo cercando di riavviare quel tessuto industriale che è alla base di ogni economia e di cui le persone sono sempre il fulcro, affinché si possa tornare subito a lavorare a una ricostruzione efficace e positiva.

Qualcosa è di certo cambiato. Nuovi approcci e nuove strategie HR si sono rese ora necessari, e sicuramente qualche ‘insegnamento’ questo difficile periodo ce lo ha fornito. Per esempio nella gestione del payroll, elemento il cui buon funzionamento è essenziale, ma che spesso causa difficoltà alle aziende, uffici del Personale e uffici amministrativi. Già prima della pandemia, elementi quali l’internazionalizzazione, le norme e la fiscalità in continuo cambiamento e una pluralità crescente di tipologie di contratti da gestire ne facevano una delle mansioni più complesse, con grande investimento di tempo e di risorse, e l’affidamento a un partner esterno poteva esser la giusta soluzione.

Un evento traumatico come la pandemia di Covid-19 ha messo in luce come la gestione delle buste paga esternalizzata a un partner di comprovata affidabilità e competenza sgravi l’azienda da un compito complesso. Basti pensare come l’introduzione della cassa integrazione e dei diversi decreti emanati negli ultimi mesi abbiano creato dubbi e incertezze fiscali sui pagamenti dei dipendenti. Ma non solo buste paga: affidarsi a tecnologie di Human capital management (HCM) e a sistemi di gestione delle paghe su cloud sostiene l’azienda anche nel monitorare l’attività dei propri team, nel gestire meglio gli investimenti, nel garantire conformità tra le diverse sedi e unificare l’esperienza dei dipendenti.

La gestione del personale va sul cloud

Non c’è da sorprendersi, quindi, che le aziende stiano aggiornando – o sostituendo – su grande scala i propri sistemi di gestione delle risorse umane e della forza lavoro con sistemi basati su tecnologie cloud gestite in outsourcing. Soprattutto le grandi imprese stanno creando, interamente da zero, nuove infrastrutture basate sulla Rete e incentrate sui dati, per gestire il personale in modo da ottimizzare le attività operative di team dislocati in aree geografiche diverse.

Per esempio, per le buste paga, il cloud deployment rappresenta il 64%, contro il 33% (Fonte: Sierra Cedar 2019-2020 HR Systems Survey). Le stesse imprese stanno anche integrando questi servizi di gestione delle risorse umane con altri sistemi HCM, come quelli per la gestione di paghe e talenti.

Una buona soluzione cloud deve non solo fornire funzioni di gestione delle risorse umane globali, ma deve garantire anche la flessibilità necessaria per integrare le esigenze locali. In questo modo ogni team potrà accedere ai sistemi HCM per applicare strategie di gestione dei talenti nella propria zona nel rispetto degli standard internazionali e con processi di elaborazione dei dati ottimizzati su scala mondiale.

Secondo alcuni dati elaborati da Gartner – multinazionale che si occupa di consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo della tecnologia dell’informazione – entro il 2025 il 60% delle grandi imprese avrà investito in una suite di gestione del capitale umano distribuita su cloud per la gestione delle risorse umane e dei talenti. Il modello di progettazione per le future suite cloud HCM deve ancora essere completamente stabilito, ma ci sono alcuni elementi chiave che Gartner ritiene siano fondamentali.

Per supportare le modifiche ai processi aziendali, le applicazioni devono essere scalabili, adattabili e interoperabili. È chiaro ciò di cui necessitano le società in questo momento: flessibilità, conformità legale, supporto, servizi ad hoc e riduzione dei costi. E in questo, l’outsourcing può essere la soluzione.

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Marco Becattini

Sales Division Vice President di ADP Southern Europe

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