Niente soldi, fatti bastare il benefit

La retribuzione media è in crescita, ma non è abbastanza. Nonostante l’incremento della soddisfazione dei collaboratori nei confronti della propria azienda, la metà dei lavoratori prevede prospettive di crescita basse per il 2024. Per queste motivazioni, quasi quattro professionisti su 10 si dicono pronti a cambiare azienda.

Il panorama lavorativo attuale esprime una dinamicità significativa, ma evidenzia anche sfide e opportunità: su tutte, le imprese devono affrontare la persistente carenza di candidati qualificati, che complica il processo di selezione del personale. Secondo l’Istat, il tasso di disoccupazione è il più basso mai registrato dal 1993 (7,2%) e, nel 2023, circa il 20% dei lavoratori ha cambiato azienda. Inoltre, il report annuale Salary guide 2024 presentato da Hays Italia, che ha l’obiettivo di monitorare i principali trend del mercato del lavoro in Italia per l’anno 2023 e le aspettative per il 2024, riporta che il 60% delle aziende coinvolte (per un totale di 828) ha registrato un aumento del personale nel proprio organico, con un impressionante 88% che pianifica nuove assunzioni, focalizzandosi principalmente su ruoli a tempo indeterminato (76%).

Le aziende dimostrano un chiaro impegno nel colmare il divario di competenze esistente, attraverso l’adozione di strategie come il ricorso a professionisti del recruitment (39%), il potenziamento dell’Employer branding (39%) e l’investimento nella formazione e riqualificazione del personale (36%).

Welfare e benefit migliorano l’esperienza di lavoro

Nel 2023 c’è stato un notevole aumento della soddisfazione dei dipendenti rispetto al loro attuale impiego, che è cresciuto dal 47% del 2022 al 61% (con particolare felicità tra le figure ‘senior’). Questo nonostante l’assenza di significative opportunità di avanzamento di carriera nell’attuale azienda (47%) e la previsione per il 2024 di mancate promozioni (70%) e aumenti di stipendio (65%), pur ritenendo di avere le competenze adeguate al ruolo. Tuttavia, circa quattro professionisti su 10 rimangono insoddisfatti, e più della metà ritiene che il proprio stipendio non sia in linea con le responsabilità attuali. Oltre alla retribuzione, i benefit giocano un ruolo importante nell’attrarre e trattenere i talenti aziendali. “Tra le motivazioni principali che portano a cambiare lavoro, si registrano la mancanza di opportunità di sviluppo professionale, una retribuzione insufficiente, l’assenza di un percorso di carriera e uno squilibrio tra vita privata e professionale. Ma influenzano le decisioni dei lavoratori anche benefit e ruoli o progetti interessanti, che sono tenuti fortemente in considerazione”, sottolinea Luigi Di Napoli, Director di Hays Italia.

I benefit rappresentano un aspetto significativo sia per i lavoratori (47%), che li considerano prioritari nella valutazione di un nuovo lavoro, sia per le strategie aziendali (46%), utilizzati come strumenti per il recruitment e la retention. Attualmente, quasi tre quarti dei professionisti (su un campione di 1.348, prevalentemente Middle e Top management) ricevono benefit aziendali, che spaziano da computer, telefono, buoni pasto, assicurazione sanitaria, a flessibilità lavorativa. Tuttavia, i benefit più apprezzati dai manager sono l’auto aziendale e lo Smart working. Considerare il pacchetto retributivo nel suo complesso e definire una strategia di crescita e sviluppo personalizzata sono le sfide principali che devono fronteggiare le organizzazioni, così da garantire un’esperienza lavorativa soddisfacente e incentivare la retention del personale qualificato.

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Martina Midolo

Martina Midolo

Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.

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