Non di soli manager vive l’azienda

A sorpresa, le professioni IT non sono in cima alla lista dei mestieri che offrono maggiori possibilità di occupazione.

In tempi di crisi, riqualificarsi è la parola chiave. Se è vero che acquisire nuove competenze digitali apre numerose possibilità nell’attuale mercato del lavoro, non è detto che sia la strada maestra verso l’occupazione. O, almeno, non quella più battuta.

Uno studio condotto in Francia da Codingame ha analizzato il fabbisogno di manodopera dichiarato dagli uffici di collocamento, le carenze occupazionali individuate da LinkedIn, nonché il tempo medio di formazione per le posizioni interessate. Sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori hanno stilato una graduatoria delle prime 10 professioni che offrono maggiori possibilità di trovare un lavoro. Ebbene, se le posizioni IT – specialista SEO, sviluppatore, ingegnere del software e ingegnere di sistema – rimangono salde in classifica, a sorpresa non solo non rappresentano la maggioranza, ma non si posizionano nemmeno in cima alla lista.

I primi due gradini del podio sono occupati dai mestieri di fattorino e autista di camion. Il loro grande vantaggio? Hanno un tempo di formazione molto breve, rispettivamente pari a una e quattro settimane, un elemento determinante nell’orientare la scelta di molti in un periodo in cui, con la crescita del tasso di disoccupazione, è maggiore la necessità di una riconversione rapida. Le professioni IT, che seguono subito al terzo e al quarto posto con lo specialista SEO e lo sviluppatore, sono quelle che offrono livelli remunerativi significativamente più alti, se si esclude chi è specializzato nelle vendite. Colpisce, però, che a parità di formazione richiesta – 144 settimane – si preferisca la professione infermieristica (al sesto posto) a quella di consulente commerciale o finanziario (settimo e ottavo).

Il mestiere di sviluppatore, arrivato quarta in classifica, ha molti punti positivi: un periodo di formazione abbastanza breve (16 settimane), una carenza di talenti accresciuta dalla crisi e il miglior stipendio medio dei primi cinque posti (39mila euro lordi annui), molto più avanti dei corrieri (19mila euro) o di chi si occupa di Logistica (25mila euro). “Le opportunità di lavoro nel settore IT sono abbondanti e si prevede che continueranno ad aumentare in futuro”, spiega l’associazione Codingame. “Con la crisi sanitaria, la professione di sviluppatore è diventata la spina dorsale per mantenere l’attività economica di un gran numero di aziende, in tutti i settori di attività”.

Fonte: Le Figaro

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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