Non solo da casa né sempre in presenza
Sono molte le aziende che a breve dovranno fare i conti con lo scegliere se continuare o meno ad adottare il lavoro da remoto. La connessione sociale, le opportunità di promozione e i confini tra lavoro e vita privata sono i vantaggi più immediati derivanti dal lavoro in ufficio, ma l’esperienza del lavoro a distanza comporta vantaggi che molti dipendenti hanno potuto apprezzare.
La pandemia ha capovolto il significato di posto di lavoro, anche se secondo i dati dell’Osservatorio Smart working del Politecnico di Milano, i lavoratori in Smart working erano già triplicati prima del Covid, nel periodo tra 2013 e il 2019: da 150mila a 570mila. Il lockdown ha fatto però da moltiplicatore. Secondo i dati Istat, il 90 % delle grandi imprese italiane e il 73% delle medie imprese hanno adottato lo Smart working durante la pandemia. Il dato scende per le piccole (37%) e li microimprese (18%). Dal punto di vista dei lavoratori, quelli a distanza in meno di 2 mesi, da febbraio ad aprile 2020, sono saliti da 1,2% a 8,8%. Nella pubblica amministrazione la quota di lavoratori a distanza ha superato il 70%.
Ora, più di un anno dopo, le aziende devono prendere decisioni importanti su come organizzare il lavoro e i luoghi di lavoro. I datori di lavoro hanno l’opportunità di riflettere sulle lezioni apprese nell’ultimo anno e utilizzarle per identificare l’approccio giusto che soddisferà le esigenze specifiche della loro attività e dei loro dipendenti. Un recente studio dell’ADP Research Institute dal titolo Sul posto, a distanza o ibrido: il sentimento dei dipendenti sul posto di lavoro, rivela che i dipendenti che lavorano in ufficio godono di vantaggi cruciali rispetto alle loro controparti remote, in particolare in termini di quantità percepita di interazione sociale, limiti di lavoro (divisione vita privata e lavorativa) e opportunità di carriera.
Il ritorno al lavoro in loco può significare una maggiore socialità, con migliori confini di lavoro, una maggiore connessione con il proprio team e maggiore qualità della comunicazione tra persone. I lavoratori in presenza affermano di dedicare meno tempo alle comunicazioni e alle riunioni relative al lavoro (in media, pari al 15% della giornata lavorativa tipica, dato Adp) rispetto ai lavoratori a distanza (in media, il 25% della giornata lavorativa tipica, dato Adp). Inoltre, chi lavora in ufficio segnala una giornata lavorativa più corta, in media un’ora in meno, con una pausa più pulita tra lavoro e casa. Questo può essere un vantaggio gradito, soprattutto tra i genitori che lavorano a distanza.
I fattori che le aziende possono considerare valutando la modalità di lavoro in presenza sono quindi: la promessa di un’esperienza sociale, conversazioni più spontanee e una connessione più profonda con i colleghi, il ritorno a una giornata lavorativa “tradizionale” che offre pause più pulite tra lavoro e casa, maggiore possibilità di farsi notare e crescere professionalmente.
I fattori che le organizzazioni possono considerare quando determinano le modalità di lavoro da remoto includono invece: maggiori opportunità di innovazione (tornare in ufficio può significare meno capacità di pensare in modo creativo rispetto a quando si lavora a casa), uno sforzo concentrato per promuovere una dinamica di squadra più collettiva data la distanza, ottimizzazione dei luoghi ora adibiti a uffici.
La soluzione sembra essere il modello ibrido. Il lavoro ibrido può aiutare a facilitare la transizione: una maggiore flessibilità nel luogo di lavoro e il fatto di non vedere i colleghi ogni giorno può spingere i lavoratori a massimizzare il loro tempo insieme. Un ambiente ibrido può offrire l’opportunità a dipendenti e organizzazioni di sperimentare i principali vantaggi sia del lavoro in loco sia a distanza. Poiché le organizzazioni pianificano attentamente i loro prossimi passi tenendo conto della sicurezza dei loro dipendenti, c’è l’opportunità per le aziende di intrecciare questi vantaggi e preferenze, per creare lo scenario più ideale per i dipendenti e l’organizzazione. La scelta di alternare Smart working e lavoro in ufficio sembra quindi essere la migliore, sia per i dipendenti sia per i datori di lavoro.
Marisa Campagnoli è in ADP Italia da sei anni e dal 2019 ricopre il ruolo di HR Director. Vanta un’esperienza ultraventennale in aziende informatiche multinazionali di varie dimensioni e con responsabilità sempre crescenti in ruoli dirigenziali. La sua carriera professionale è iniziata a livello aziendale all’interno del dipartimento IT, dove ha sviluppato forti capacità di Project management e gestione delle persone. Ha gestito a livello nazionale la fusione tra HP e Compaq.
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