Nuove alleanze per un welfare in trasformazione
Aziende, parti sociali ed enti del Terzo settore hanno un ruolo sempre più importante nell’ambito del welfare. A più livelli si stanno sperimentando sinergie e alleanze inedite tra attori privati, profit e non profit, per affrontare alcuni bisogni sociali. Per vincere le sfide socio-demografiche, però, il protagonismo dei corpi intermedi deve continuare a rafforzarsi.
Sono questi alcuni dei principali spunti emersi dal Quarto Rapporto sul secondo welfare in Italia, documento biennale realizzato da Percorsi di secondo welfare, Laboratorio afferente al Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi di Torino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, che analizza le principali dinamiche sociali in atto nel nostro Paese ponendo particolare attenzione a esperienze innovative messe in campo da imprese, parti sociali, enti del Terzo settore e gruppi di cittadini.
Il ‘Welfare State’ italiano in difficoltà
Il volume, curato da Franca Maino e Maurizio Ferrera, si intitola Nuove Alleanze per un welfare che cambia (Giappichelli Editore, 304 pp.) ed esplora cambiamenti, esperienze concrete e prospettive di un settore fondamentale per la vita dei cittadini ma troppo spesso oggetto di letture ideologiche piuttosto che di analisi che tengano conto della complessità dei dati a disposizione.
Il ‘Welfare State’ italiano continua a essere in profonda sofferenza. A causa degli scarsi investimenti pubblici in ambito sociale e dei complessi mutamenti socio-demografici in atto, Stato, Regioni e Comuni faticano a risponde efficacemente alle necessità vecchie e nuove dei cittadini.
Al contempo, cresce e si rinforza la schiera degli attori privati – sia profit sia non profit – che, spesso lavorando insieme attraverso alleanze inedite, intervengono sussidiariamente in quelle aree di bisogno lasciate parzialmente o totalmente scoperte dal Pubblico. Una dinamica sempre più ampia e complessa, che sta cominciando a influenzare anche attività e politiche apparentemente lontane dai “classici” confini del welfare.
Crescente protagonismo del sindacato
Il Rapporto evidenzia il rafforzamento del welfare occupazionale, dando conto della diffusione del welfare contrattato – a testimonianza di un crescente protagonismo del sindacato e della negoziazione – e delle opportunità di intermediazione che si sono aperte per i tanti attori coinvolti nel mercato del welfare aziendale.
In questo senso, particolare attenzione è riservata a provider di piattaforme e servizi e al mondo della cooperazione sociale, nella duplice veste di fornitore di servizi e mediatore nella predisposizione di piani e di interventi.
Il volume illustra quindi il rafforzamento della filantropia in una logica sempre più strategica dando risalto al rinnovato impegno delle Fondazioni di origine bancaria nel promuovere tale cambiamento nonché al crescente ruolo delle Fondazioni di impresa.
Infine, particolare attenzione è posta alla sfida dell’inclusione sociale prendendo in considerazione due settori particolarmente significativi: quello riguardante il contrasto alla povertà più severa e quello dell’accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, da cui emerge la medesima necessità di lavorare a livello di governance territoriale per ottenere risultati positivi.
Uno spazio di rilievo è dato anche all’educazione finanziaria e ai soggetti che se ne fanno promotori – in primis imprese assicuratrici e banche in dialogo con le istituzioni pubbliche e i soggetti del Terzo settore – evidenziando come in questa fase storica sia necessario intervenire fin da subito per chiarire alle nuove generazioni le grandi sfide che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi anni in tema previdenziale e mutualistico.
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