
Ok boomer, grazie per i debiti
Cari genitori e vostri coetanei, mi sono appena laureato e mi sto affacciando al mondo del lavoro. Mi stanno proponendo retribuzioni veramente basse e penso quindi che andrò all’estero. Non posso però evitare di farvi una domanda: non vi vergognate dell’Italia che ci avete lasciato?
Ci avete lasciato un debito di circa 105mila euro per ogni lavoratore, che dovremmo ripagare noi con i nostri miserevoli salari. Sì, perché oltre ai debiti ci avete lasciato un’economia in declino e con stipendi nettamente inferiori a quelli degli altri Paesi (addirittura più bassi a quelli che c’erano nel 1990). Mi sono chiesto come abbiate fatto questi debiti: ho capito che avete iniziato a farli negli Anni 80 (e non avete poi mai smesso di aggiungerne) per avere quel ‘giusto’ welfare che vi facesse sentire protetti dalla comunità (previdenza, pensioni, ecc..).
Ma “giusto” non può essere indipendente dalla sostenibilità. Invece, poiché il sistema economico di quegli anni non consentiva di sostenere tali previlegi, avete allora deciso di firmare cambiali (le chiamavate così, vero?) da lasciare a noi. E a proposito di questi strumenti, ho capito che le avete usate per realizzare il boom economico degli Anni 80-90, perché avete immesso nel sistema soldi presi a prestito, quindi con debiti anche essi lasciati a noi.
Non a caso quando siamo entrati nell’euro (unico modo per evitare il default è stato farsi garantire il debito dall’Unione europea) tutto si è sgonfiato e da allora l’economia è degradata fino al livello che ci lasciate ora. Giusto per aiutarci, ancora per motivi egoistici – cioè il vostro benessere – avete smesso di fare figli, così non esiste più neanche la base demografica per far fronte ai vostri debiti: i vostri genitori, con il baby booming, si erano almeno preoccupati di questo aspetto per la loro generazione. Voi no: pretendete che vi manteniamo noi senza neanche darcene la possibilità.
Nessuno salverà il welfare (senza una strategia)
Mi chiedo, poi, a che cosa pensavate quando, per esempio, avete puntato sulle pensioni su base retributiva? Pensavate a una catena di Sant’Antonio? Purtroppo sono convinto che pensaste solamente al vostro benessere: ‘giuste’ pensioni retributive per voi e pazienza se i vostri figli non avrebbero avuto neanche la certezza di una pensione contributiva…
Molto di ciò che avete fatto lo avete giudicato ‘socialmente giusto e irrinunciabile’; ma noi, nuova generazione, non facciamo parte della vostra stessa società? Perché avete pensato alla vostra ‘bella vita’ dimenticandovi di quella delle generazioni successive? Possiamo solo ringraziarvi per la vostra irresponsabilità.
Intanto non abbiamo sentito neanche alcuna parola, da parte dei partiti politici che hanno realizzato ciò (con il vostro irresponsabile voto) per scusarsi. E qualcuno si lamenta che le nuove generazioni non vanno a votare… È stato proprio dando a certe persone il potere di governare che siamo finiti in questa situazione.
Vi saluto: ho già in mano un biglietto aereo. Salvatelo voi il vostro welfare, magari lavorando un po’ di anni in più per contribuire a ripagare almeno una parte di ciò che vi siete già presi. Ma forse non ci riuscirete, perché, se non ho capito male, c’è chi tra di voi vorrebbe ridurre ancora la vita lavorativa per ‘godersi la meritata pensione’ (ricordo che è meritata facendo i debiti…) e pure chi chiede di lavorare meno ore alla settimana (non avete perso il vizio di farvi mantenere?). Siccome non conoscete altro modo di sostenere finanziariamente l’insostenibile, state già chiedendo all’Ue di togliere i limiti del Patto di stabilità…
Tanti auguri e goodbye.
L’autore ha inviato la lettera a Giorgio Merli, che l’ha poi condivisa con la Redazione di Parole di Management.
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