Scarsità personale

Orientare al lavoro le nuove generazioni

Il rapporto Excelsior-Unioncamere 2023-2027 sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia dipinge uno scenario piuttosto preoccupante, denunciando più di un milione e 200mila posti di lavoro scoperti per mancanza di profili adeguati. A queste cifre si aggiunge il fenomeno delle grandi dimissioni, che in Italia appare perdurare, con il 33% dei lavoratori che pensa di lasciare il proprio posto di lavoro entro un anno perché scontento della situazione o delle condizioni in cui si trova a lavorare.

Complessivamente, nei prossimi cinque anni, il sistema economico richiede 5,8 milioni di nuovi occupati, con qualifiche elevate e competenze tecnologicamente avanzate, per sostituire 2,7 milioni di persone che andranno in pensione. Al contempo, una ricerca dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) informa che solo il 51% di un campione di giovani maggiorenni intervistati risponde che ha le idee chiare su quale lavoro vorrebbe fare. Il 30% dei giovani risponde anche che vorrebbe ‘capire chi è’, in quale direzione andare, mettere meglio a fuoco i propri interessi e avere maggiori informazioni sul mondo del lavoro. In questo quadro, il tema organizzativo assume una rilevanza centrale: anche gli imprenditori in cerca di candidati denunciano una generazione non consapevole delle passioni che la potrebbe animare, una generazione ‘non orientata’ e in cerca di ‘senso’. Questo rende estremamente faticosa per le organizzazioni la ricerca di personale.

Scarsità di personale e Neet vanno di pari passo

Eurostat ribadisce che nel 2022 l’Italia è stato il Paese europeo, dopo la Romania, con il maggior numero di ragazze e ragazzi, tra i 15 e i 24 anni, che non studiano né lavorano né sono impegnati in percorsi di formazione (Not in education, employment or training, Neet). A questo dato si contrappone un altro elemento preoccupante: oggi, rispetto al periodo pre pandemia, sono raddoppiate le aziende che non riescono a trovare i profili professionali indispensabili alla loro crescita.
Sono sufficienti questi dati per tracciare le coordinate di un tema che, ormai da tempo, si presenta particolarmente complesso e di profondo impatto sociale ed economico e su cui le organizzazioni si devono confrontare quotidianamente, con crescente difficoltà: la talent scarcity, o scarsità di talenti.

Questo articolo raccoglie ed elabora le testimonianze di alcune istituzioni, imprese e associazioni di primo piano sostenute dal contributo di ampia visione del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), il cui ex Presidente, il Professore Tiziano Treu, ha istituito, dal febbraio 2022, un tavolo di lavoro per l’analisi di questo fenomeno. In occasione di un convegno promosso da UniCamillus Management Academy e Cnel , le organizzazioni, operanti in settori diversificati, si sono confrontate nelle proprie filosofie, approcci strategici e nelle diverse azioni in ambito HR messe in atto. Hanno portato la loro testimonianza: Enel, Eni, Hilton Airport – Hilton Rome Eur La Lama, Istituto per il Credito Sportivo, Procter&Gamble, Randstad, Trenitalia, Rete Ferroviaria Italiana. I contenuti emersi dal confronto di queste aziende, selezionate tra le più significative del panorama nazionale, sono stati integrati con le osservazioni dei rappresentanti delle associazioni nazionali di elevato profilo coinvolte nel tema, quali: Associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda (Aidda), Associazione italiana per la Direzione del Personale (Aidp), Associazione italiana ospedalità privata Lazio (Aiop), Federmanagement e Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise e Sardegna.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Ottobre-Novembre-Dicembre 2023 di Sviluppo&Organizzazione.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)

talent attraction, disoccupazione, Scarsità personale

Tomasin

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