Pensione, no grazie: meglio lavorare
Le ragioni non sono solo economiche: al primo posto c’è la salvaguardia del proprio benessere mentale.
Gli anni della pensione, per essere vissuti al meglio, non possono che includere una nuova esperienza lavorativa. La pensa così più della metà dell’attuale forza lavoro americana, secondo uno studio condotto da Voya Financial.
Tra i Baby boomer, il 59% di chi si sta avvicinando alla pensione si aspetta di continuare a svolgere qualche tipo di attività anche una volta raggiunto l’agognato traguardo. La percentuale sale al 60% tra la Generazione X, mentre si ferma a quota 49% tra i Millennial. In media più della metà di chi lavora oggi non ha intenzione di smettere neppure dopo la pensione.
Lo studio è stato condotto tra marzo e luglio 2020 e risente dell’incertezza lavorativa legata alla diffusione della pandemia. Tuttavia, le ragioni di tale scelta non sono soltanto economiche, anzi. Al primo posto tra le motivazioni che spingono a immaginare una vecchiaia professionalmente ‘attiva’ c’è la salute: il 56% dei rispondenti afferma di voler continuare a lavorare per mantenere il proprio benessere mentale.
Il 40% si preoccupa di creare una rete di sicurezza, nel caso dovesse fronteggiare spese impreviste e volatilità del mercato. Risparmiare in vista della pensione resta, infatti, una priorità: per esempio, il 55% degli americani preferisce mettere da parte denaro per il futuro piuttosto che saldare i debiti attuali.
Fonte: CNBC
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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