da empoli

Per domare l’AI, serve equilibrio

Nel 2022 quando l’Intelligenza Artificiale (AI) stava vivendo un momento di relativo declino perchè sembrava non mantenere le promesse di sviluppo di macchine a reale guida autonoma – l’Artificial Intelligence Index Report dell’Università di Stanford  ha stimato che nel 2022 gli investimenti privati globali in AI erano diminuiti per la prima volta dal 2013 – l’annuncio dell’introduzione di ChatGPT, algoritmo di Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI), ha invece risollevato l’interesse e le aspettative. Da quel momento il clamore mediatico si è diviso tra chi ne metteva in luce i difetti e chi prospettava l’inizio di una nuova era, ma secondo Stefano Da Empoli, Presidente dell’Istituto per la competitività (I-Com), think tank attivo in Italia e in Europa sui temi del digitale e dell’innovazione, oltre che autore di L’economia di ChatGPT – Tra false paure e veri rischi (Egea, 2023), l’equilibrio è vedere l’AI come strumento al servizio delle persone.

Secondo Da Empoli, ChatGPT ha colpito l’immaginazione delle persone comuni per due motivi fondamentali: in primis, perché nessuno – tranne forse i ricercatori del settore – si aspettava un livello qualitativo così alto e, in secondo luogo, per la facilità d’uso senza precedenti. “Immaginavamo il dialogo con le macchine come qualcosa di riservato a una classe di iniziati. L’informatico in questo senso era come il sacerdote nella Chiesa cattolica. ChatGPT ha rappresentato per l’AI la sua riforma protestante”, spiega Da Empoli, sottolineando che tutti potevano accedere alla chat, come i fedeli alla lettura delle Sacre Scritture, prima riservata solo agli officianti cattolici.

La potenzialità e difetti della GenAI sono, in realtà, ancora da studiare e da comprendere, ma se ne possono intuire le traiettorie legate alla digitalizzazione della sanità e della formazione, con la possibilità di intercettare in automatico eventuali malattie scansionando lastre o referti, così come la possibilità di tracciare in modo efficiente e veloce i bisogni formativi di uno studente. Le potenzialità sono talmente vaste che si riporta come McKinsey&Company, società di consulenza, abbia ipotizzato per i prossimi anni benefici economici derivanti dalla GenAI compresi tra 6,1 e 7,9 mila miliardi di dollari. Inoltre, l’analisi di Goldman Sachs, società di investimento, stima che l’adozione dell’AI potrebbe aumentare la crescita complessiva della produttività del lavoro negli Stati Uniti di circa 1,5 punti percentuali all’anno, questo perché la tecnologia, automatizzando le attività, permette ai lavoratori di efficientare il proprio operato.

Difendersi dagli attacchi cyber con l’AI

Per cogliere al meglio i benefici, secondo l’autore, bisogna però evitare di cadere in alcuni timori infondati, il primo dei quali è la prospettiva che le macchine sostituiranno completamente l’essere umano. “La tecnologia di cui stiamo parlando è una creazione umana realizzata per aiutarci a ottenere qualcosa che, in sua assenza, riuscivamo a fare peggio e soprattutto meno velocemente. Dunque, non può che trattarsi di macchine altamente perfettibili e che, pertanto, vanno giudicate per quello che sono. Spetta a noi umani capire come utilizzare l’AI al meglio”, scrive Da Empoli.

Lasciando da parte questa paura, l’autore spiega, invece, che occorre concentrarsi sui veri pericoli della GenAI, cioè le possibilità di inganno indirizzate a governi e aziende, per esempio i deepfake, cioè video e audio che riproducono persone a partire da immagini, ma anche mail di phishing e attacchi cyber capaci di estrapolare dati sensibili. “Con il papa vestito da Balenciaga o Trump che corre inseguito da poliziotti siamo più nel campo dei meme (anche se molto realistici) che di qualcosa di realmente serio. Diverso è stato il caso del falso bombardamento del Pentagono, diffuso la mattina del 22 maggio 2023, che ha fatto crollare i mercati borsistici. Fortunatamente per poco tempo, ma tanto basterebbe a uno speculatore di borsa che volesse guadagnare soldi facili attraverso operazioni di questo tipo”, ricorda l’autore. In risposta però, come riporta il libro, l’AI può fornire abili strumenti di difesa sviluppati per smascherare simili operazioni.

Per potersi difendere dai rischi serve, però, strutturare una strategia di difesa, che come riporta il libro, non è diffusa tra le aziende italiane. Secondi i dati Ocse sul venture capital, l’Italia ha superato 1 miliardo di dollari di investimenti cumulati dal 2012 nell’AI solo nel 2023, contro i 16,3 miliardi di dollari investiti dalla Germania nello stesso periodo. “C’è bisogno di una strategia proattiva da parte delle istituzioni, che passa necessariamente attraverso una strategia con un orizzonte più vasto e lungo di quella predisposta dal Governo Draghi e risorse finanziarie adeguate e certe. In questo senso, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sarebbe stato un’occasione da non perdere”, commenta l’autore sottolineando che nel documento si propone una visione frammentaria della tecnologia. Eppure, solo attrezzandosi con una strategia di lungo periodo si possono cogliere i benefici dell’AI.

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Alessia Stucchi

Alessia Stucchi

Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.

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