work-life balance

Più produttivi senza pensare troppo al lavoro

Nonostante il Covid abbia ridisegnato gli equilibri tra lavoro e vita privata a favore di quest’ultima, non ha intaccato la produttività dei lavoratori. A sottolinearlo è un articolo pubblicato da Forbes secondo cui nella fase post pandemia le persone, pur dovendo destreggiarsi tra Smart working e affetti, sono state capaci di mantenere al meglio un bilanciamento tra i due ambiti, rimanendo performanti sul lavoro nonostante avessero spostato l’attenzione verso gli affari personali.

Questo scenario è confermato anche da uno studio realizzato negli ultimi 18 mesi dal Becker Friedman Institute for Economics dell’Università di Chicago su un campione di 30mila americani. Dai dati è emerso, infatti, come il lavoro flessibile abbia aumentato la produttività del 5%. Come si spiega tutto questo? Il risultato è legato al sempre maggiore utilizzo delle nuove tecnologie e alla riduzione dei tempi di spostamento per raggiungere la sede di lavoro.

Alla ricerca di un nuovo equilibrio

Quello che è avvenuto è, dunque, un vero e proprio cambio di paradigma, dovuto al fatto che il processo di rimodulazione tra lavoro e vita privata si è configurato come un vero e proprio ribaltamento di equilibri a favore della seconda. Si tratta, in altri termini, di un cambio di rotta volto a valorizzare quello che si può definire ‘il nucleo di benessere’ delle persone, ovvero l’antico concetto di focolare domestico, legato, per gli antichi Greci, alla divinità chiamata Estia. A dimostrare questo trend sono anche i dati che vedono il costante aumento delle dimissioni, un fenomeno che le imprese devono analizzare con serietà per non perdere competenze.

Non bisogna, infatti, fare l’errore di trascurare la sempre maggiore richiesta di spazi da dedicare alla vita privata, ma anzi è necessario essere capaci di analizzare queste tendenze e di gestirle in modo mirato. Se questi aspetti non sono introiettati in modo opportuno nell’ambito della cultura aziendale, si rischia di creare dei veri e propri cortocircuiti. È necessario, invece, governare in modo efficace il cambiamento, inglobando tutte queste nuove esigenze delle persone che, come dimostrano i dati, non comportano una riduzione della produttività, ma anzi la aumentano. L’obiettivo resta quello di riuscire a valorizzare al meglio il potenziale dei singoli nel quadro di questi nuovi equilibri.

digitalizzazione, work life balance, Smart working, produttività

Albanese

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