Potenziare le capacità degli HR con strumenti digitali
L’Intelligenza Artificiale (AI) ottimizza i processi aziendali, indipendentemente da qualsiasi sia il suo campo di applicazione. Strumento per eccellenza per ottimizzare lo svolgimento di attività ripetitive, la società di Head hunting Reverse la sta sperimentando a servizio dei propri collaboratori, a dimostrazione di quanto sia efficace anche nel settore delle Risorse Umane.
In particolare, i vertici dell’azienda credono fermamente nell’innovazione tecnologica come strumento per ‘liberare’ i propri Head hunter da attività a scarso valore aggiunto, consentendo loro di concentrarsi su aspetti cruciali come la comprensione delle esigenze dei clienti e la conduzione di colloqui più approfonditi con i candidati: “L’obiettivo è migliorare costantemente i servizi offerti dall’azienda, rendendoli sempre più utilizzabili e performanti sia per i clienti esterni sia per i nostri collaboratori”, spiega Daniele Bacchi, Founder & CEO di Reverse.
Liberare il tempo per attività più strategiche
Pur essendo un’azienda che opera nel settore HR, infatti, il team IT è attualmente composto da circa una trentina di ingegneri, tecnici informatici ed esperti di user design impegnati in attività di Ricerca e sviluppo, a dimostrazione di quanto la tecnologia sia ritenuta importante. L’AI è infatti impiegata in processi di ricerca e selezione del personale, mirando a soddisfare le esigenze dei clienti. Questa innovazione non solo ottimizza il servizio esterno, ma punta anche a migliorare le performance interne dell’azienda.
Per esempio, anche il processo del colloquio con i candidati diventa più efficiente grazie all’utilizzo di tecnologie avanzate. L’AI consente di estrarre informazioni preziose dalle interviste (come la motivazione dei candidati e le loro aspirazioni), che sono catalogate al fine di fornire un servizio più personalizzato e di alta qualità. “I risultati raggiunti migliorano l’efficienza dei processi interni, riducendo i tempi di compilazione dei report post colloquio da parte dei recruiter. Questo impatto si traduce in un notevole risparmio di tempo, consentendo ai nostri Head hunter di concentrarsi su attività più strategiche”, aggiunge.
Tuttavia, Bacchi ritiene che l’implementazione dell’AI richiede un approccio olistico: non si tratta soltanto di adottare una particolare tecnologia, ma anche di investire nella formazione e nella comunicazione interna per garantire una transizione senza ‘intoppi’. La resistenza culturale e le preoccupazioni sulla privacy emergono come sfide da superare, ma l’azienda è consapevole di lavorare costantemente su queste questioni.
In un futuro prossimo l’AI potrebbe avere un impatto ancora maggiore, aprendo nuove opportunità e rivoluzionando ulteriormente il modo in cui le aziende gestiscono il loro personale. È necessario continuare a sperimentare, adattandosi alle nuove funzionalità e al progresso tecnologico che l’AI porta costantemente con sé.
Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.
Intelligenza artificiale, head hunting, Reverse, Daniele Bacchi