Promuovere la diversità con la gestione creativa dei processi HR
Approccio creativo e pensiero laterale guidano il futuro delle Risorse Umane, una funzione che deve prendersi sempre più cura delle persone, anche rispetto agli aspetti legati alla diversità. Questo perché i nuovi modi di trascorrere le giornate – tra lavoro a distanza e riduzione di socialità – rischiano di condurre anche a squilibri emotivi e di creare profonde differenze. Secondo il report Mental health at work requires attention, nuance and swift action di Oracle, azienda specializzata in suite di applicazioni integrate (tra cui anche quelle per l’HR) e dotata di infrastruttura sicura e autonoma in Oracle Cloud, il 45% dei dipendenti afferma di aver sofferto psicologicamente durante l’emergenza sanitaria e il 52% dei leader delle Risorse Umane ha riscontrato disagi sul posto di lavoro. Le persone che hanno bisogno di sostegno lo cercano anche nell’ambiente lavorativo. Infatti, il 76% dei lavoratori ritiene che il datore di lavoro dovrebbe occuparsi del benessere psicologico dei dipendenti.
In questo scenario, le Risorse Umane devono focalizzarsi sul miglioramento dell’employee experience per conciliare soddisfazione del personale e produttività. Si tratta di ripensare le attività creativamente, guardare al futuro in modo fantasioso attraverso il design thinking, proponendo soluzioni che si discostano da ciò che un tempo era la normalità. A questo si aggiunga il fatto che viviamo in una fase nella quale, grazie al web e in particolare alle piattaforme social, c’è un’aumentata creazione di contenuti degli utenti, che diventano un’ulteriore occasione – se presidiata – per interagire tra persone e aziende attraverso il digitale, che quindi chiama l’HR ad adattarsi a questa onda di rinnovamento.
“Tutti siamo ormai creatori di contenuti. Anche i responsabili delle Risorse Umane devono ‘creare’ programmi di leadership e percorsi basati sul nuovo universo digitale. Bisogna creare un sistema di design: reinventarsi e pensare in modo creativo”, ha affermato Josh Bersin, Global Industry Analyst and Dean Josh Bersin Academy, durante il webinar dal titolo Il lavoro reso umano: innovazione per il nuovo ambiente di lavoro organizzato da Oracle.
Esperienze digitali fluide e innovative
L’HR, dunque, deve assicurarsi che le persone si sentano ‘connesse’, a livello relazionale e digitale. Le skill dei lavoratori devono essere incrementate, soprattutto quelle tecnologiche, e le Risorse Umane si devono occupare di svolgere la giusta formazione e di promuovere l’inclusione di ciascuno. “L’employee experience è fondamentale; è importante, a questo proposito, focalizzarsi sulle tecnologie HR. Crediamo molto nel design thinking e vogliamo permettere all’HR e alle persone di innovarsi nell’organizzazione”, ha confermato Chris Leone, Senior Vice President of Development di Oracle Cloud HCM.
Da queste premesse è stata realizzata Oracle Journeys, piattaforma parte della suite Oracle Fusion Cloud Human Capital Management e che utilizza algoritmi basati sull’Intelligenza Artificiale per fornire esperienze digitali più intuitive, personalizzate e fluide. “Le nuove funzionalità consentono ai team HR di creare, adattare e fornire indicazioni che accompagnano i dipendenti nei vari eventi della loro vita: l’ingresso in azienda, diventare genitori, tornare al lavoro negli uffici, lanciare un nuovo prodotto, sviluppare la loro carriera”, ha continuato Leone. Un vero e proprio ‘viaggio’ per le persone, al di là dei soliti processi tradizionali che caratterizzano la funzione HR.
Come anticipato, le aziende devono guidare i dipendenti lungo il percorso di formazione, per migliorare le loro skill e trovare il proprio ‘mentore’ aziendale. “Nella sezione delle opportunità di Journeys sono disponibili programmi per aumentare le skill e si possono scegliere quali abilità si preferisce migliorare”, ha spiegato Leone riguardo la nuova suite di Oracle.
Personalizzare i programmi significa anche porre attenzione a questioni cruciali come diversity e inclusion, arrivando a renderle parte del processo quotidiano. “Le persone devono dimostrare davvero quello che sono e sviluppare un senso di appartenenza che contempla anche la trasparenza nella comunicazione. Vogliamo assicurarci che le persone siano ascoltate, che sappiano che possono crescere, promuovendo programmi adatti per loro, perché, in fin dei conti, ogni persona è diversa”, ha concluso Leone.
Laureata magistrale in Comunicazione, Informazione, editoria, classe di laurea in Informazione e sistemi editoriali, Federica Biffi ha seguito corsi di storytelling, scrittura, narrazione. È appassionata di cinema e si interessa a tematiche riguardanti la sostenibilità, l’uguaglianza, l’inclusion e la diversity, anche in ambito digital e social, contribuendo a contenuti in siti web.
Ha lavorato nell’ambito della comunicazione e collabora con la casa editrice ESTE come editor e redattrice.
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