Puntare sulle persone per digitalizzarsi
In ambito manifatturiero, le macchine si stanno sempre più sostituendo nei compiti tradizionalmente svolti dall’uomo. Un numero crescente di operazioni, infatti, viene automatizzato ed eseguito da robot o algoritmi: in prevalenza si tratta di attività routinarie, in cui l’apporto dell’uomo è quello di semplice esecutore.
Di per sé è una buona notizia: viene però da chiedersi quali compiti, allora, potrà svolgere l’uomo in fabbrica, nell’era delle macchine. Cambiando i paradigmi di lavoro verso modelli sempre più digitali, ci si rende conto che è necessaria una crescente preparazione degli operatori riguardo alle tecnologie e ai software impiegati. Nel fenomeno che chiamiamo ‘trasformazione digitale’ l’uomo non scompare: continua ad avere un ruolo centrale, passando da esecutore al ruolo di controllore, in cui le tecnologie offrono il supporto necessario a migliorare l’operatività di tutta l’organizzazione.
Il tema è stato affrontato nel novembre scorso a Bologna, durante la tappa locale di FabbricaFuturo, di cui Parole di Management è media partner. In quell’occasione è stato Federico Rusconi, Marketing and Sales Manager di Saep Group, società nata 40 anni fa come Software House specializzata nella trasformazione digitale delle aziende, a parlare di come la trasformazione digitale non possa fare a meno della componente umana per compiersi in maniera utile ed efficace.
La trasformazione digitale è un mezzo, non un fine
Secondo il Digital transformation index, studio globale pubblicato da Dell technologies, le aziende italiane stanno accelerando i propri progetti di trasformazione digitale: l’85% ha incrementato gli investimenti nel corso del 2020 e l’81% ha dichiarato di voler trasformare il proprio modello di business. In questo scenario, resta fondamentale il mantenimento dei rapporti instaurati con clienti e stakeholder, un tema sempre più centrale e che in larga parte non può essere delegato alle macchine.
Rusconi a questo proposito illustra il case history di Laterlite, la prima azienda produttrice di argilla espansa in Italia. L’ azienda aveva la necessità di revisionare il workflow della raccolta ordini tramite i propri agenti, fornendo loro uno strumento integrato con il sistema gestionale aziendale. Infatti, il processo degli ordini da parte dei clienti era gestito manualmente dal personale Back-office, ma questo causava un disallineamento gestionale, con impatto negativo sui costi di gestione e sulla crescita del business. Operando con logiche e metodologie Agile, Saep ha fornito al cliente una tecnologia mobile Web-based e multipiattaforma, con la capacità di operare sia online, sia offline, su dispositivi mobili e su desktop, con la stessa user experience di un’Applicazione mobile nativa.
La soluzione ha reso possibile una notevole riduzione degli errori nell’inserimento degli ordini, unita altresì a un significativo risparmio di tempo. Questo ha avuto conseguenze positive sui lavoratori dell’azienda, che hanno visto diminuire il carico di lavoro, ottenendo allo stesso tempo maggior soddisfazione del cliente. Il coinvolgimento attivo e continuo di tutti gli stakeholder ha permesso di valorizzare le soluzioni già presenti in azienda, non imponendo così trasformazioni drastiche e improvvise, ma impattando in misura minore sull’organizzazione.
Il caso studio mostra come la tecnologia debba essere considerata solo come un mezzo per abilitare un’evoluzione nell’impresa, offrendo strumenti che migliorino l’operatività delle persone e il loro lavoro. È solo attraverso una trasformazione profonda che è possibile cambiare paradigma verso il digitale: una trasformazione che non guardi solo a dispositivi e macchine, ma anche alla cultura aziendale e alla mentalità del personale, offrendo all’impresa strumenti efficaci per mantenere competitività e sostenibilità e offrendo un nuovo valore aggiunto al cliente finale.
Bolognese, giornalista dal 2012, Chiara Pazzaglia ha sempre fatto della scrittura un mestiere. Laureata in Filosofia con il massimo dei voti all’Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna, Baccelliera presso l’Università San Tommaso D’Aquino di Roma, ha all’attivo numerosi master e corsi di specializzazione, tra cui quello in Fundraising conseguito a Forlì e quello in Leadership femminile al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum. Corrispondente per Bologna del quotidiano Avvenire, ricopre il ruolo di addetta stampa presso le Acli provinciali di Bologna, ente di Terzo Settore in cui riveste anche incarichi associativi. Ha pubblicato due libri per la casa editrice Franco Angeli, sul tema delle migrazioni e della sociologia del lavoro. Collabora con diverse testate nazionali, per cui si occupa specialmente di economia, di welfare, di lavoro e di politica.
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