Quell’ultima meta (aziendale)
Sport e azienda, due mondi governati dalle stesse logiche: un team di persone, guidato da un responsabile, che condividono valori per arrivare a un risultato comune. Ancora più precisa è la similitudine tra rugby e impresa, tanto che Michela Trentin, CEO di Mtc Consulting, società di consulenza che si occupa di formazione manageriale, e Andrea De Rossi, ex Direttore sportivo delle Zebre Rugby Club e collaboratore di Sky Sport, ne hanno fatto un libro – Azienda in meta (Bruno Editore, 2021) – con il quale spiegano come passare da una visione sportiva a una aziendale. E la metafora con il rugby non è casuale: gli stessi giocatori sono chiamati non rugby player, ma rugbyman perché il termine sottolinea la forza della leadership del sapere, saper essere e saper fare. “Oggi nel mondo aziendale, come nel mondo sportivo, puoi vincere solo se fai meta. Così i rugbyman sono chiamati a dare il massimo ogni volta che scendono in campo, anche i manager e i professionisti sono costantemente chiamati a dare il meglio di sé”, scrivono gli autori. Allenamento, spirito di sacrificio e fatica sono gli elementi imprescindibili di una vittoria.
L’allenamento nel rugby parte dall’approcciarsi con la palla ovale, che, data la sua forma, non è facile da lanciare e da ricevere. La palla, riporta il libro, non è altro che la metafora della comunicazione: è necessario allenarsi per comunicare in modo efficace. “Saper comunicare bene permette di inviare il messaggio giusto e consente al nostro interlocutore di prenderlo con facilità, senza interpretazioni e senza vederlo scivolare via”, è scritto nel primo capitolo del libro. Comunicare significa, quindi, richiamare l’attenzione, inviare le giuste informazioni e trasmettere, oltre alle nozioni, anche passione e valori.
Un’altra fase preparatoria dell’allenamento è il tempo speso nello spogliatoio, descritto nel libro come il luogo dove si forma la squadra: un team nasce nel momento in cui le persone si identificano negli stessi valori e obiettivi. “Nello spogliatoio si ‘veste’ il ruolo, quindi, si integra il proprio io con quello che fa parte del team, e si inizia a essere un elemento della squadra”, riflettono Trentin e De Rossi. Il momento nel quale si indossa la maglietta ha un risvolto valoriale, perché significa aderire ai fondamenti dell’organizzazione aziendale.
Il ‘cerchio’ come momento di condivisione
Passando dallo spogliatoio al campo di gioco sono poi diverse le affinità tra il rugby e la vita aziendale. Per esempio, nel terzo capitolo si affronta la questione del ‘cerchio’, fatto all’inizio e alla fine della fase di allenamento: può essere un utile momento di ritrovo, di condivisione e di confronto. “Provate a pensare a che cosa può significare portare all’interno delle nostre aziende un momento come questo: momenti che permettono a tutte le persone di sedersi intorno a un tavolo e focalizzare lo stesso obiettivo”, sottolineano gli autori. Oltre a questa potenzialità, nel capitolo sono presentati diversi valori e opportunità che possono essere rappresentati dal cerchio aziendale.
Dopo aver affrontato altri aspetti caratteristici dell’allenamento, il libro di Trentin e De Rossi si sofferma su una figura esterna alla squadra: l’avversario. Il suo ruolo non deve però rappresentare una figura negativa, ma una potenzialità per misurarsi con nuove sfide e diverse capacità. “Tutto dipende da noi, ed è proprio agendo che l’autostima cresce, si rafforza; di fronte a qualsiasi avversario sta a noi scegliere se vogliamo che sia per un maestro o un nemico”, è il messaggio del libro.
Gli avversari cessano di essere tali soprattutto quando inizia il famoso ‘terzo tempo’, cioè il momento di condivisione tra le due squadre. È una caratteristica esclusiva del rugby, che intende sottolineare appieno il valore del rispetto, dell’amicizia e della collaborazione. Le affinità tra questa disciplina sportiva e l’organizzazione aziendale sono ben presentate in tutto il volume, che offre diversi spunti di riflessione. Quello che rimane da fare, una volta terminato il libro (o la partita di rugby), è ‘solo’ mettere in pratica i molteplici consigli.
Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.
Michela Trentin, Andrea De Rossi, MTC Counsultin, rugby