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Risorse umane e non umane, a Torino il dialogo tra i People manager

A Risorse umane e non umane Torino torna in scena il dialogo tra i People manager di alcune delle aziende più significative del territorio. Dopo le tappe di Brescia, Bologna, Padova e Bari, il roadshow promosso dalla rivista Persone&Conoscenze (edita dalla casa editrice ESTE, editore anche del nostro quotidiano, che sostiene il progetto in qualità di Media Partner) arriva nel capoluogo piemontese, presso il Castello di Montaldo di Montaldo Torinese. Prosegue quindi il percorso di analisi e approfondimento dei macro temi che, oggi, impegnano maggiormente le Direzioni del Personale, mettendo al centro della discussione l’esperienza diretta degli addetti ai lavori e delle loro organizzazioni per provare a immaginare (e a programmare) quello che sarà il futuro del lavoro.

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Proprio il legame con il territorio è il fulcro dell’intervento di Emanuele Peraldi, HR Manager di Giacomini, manifattura specializzata nella produzione di sistemi di riscaldamento e raffreddamento, che conta 734 dipendenti e oltre 250 milioni di fatturato. Radicata nella storia e nel suo contesto geografico, l’impresa investe fortemente nel legame che la connette al tessuto sociale, in particolar modo a quello scolastico. L’attenzione verso la crescita delle nuove generazioni con percorsi di formazione e orientamento, così come la cura dei propri collaboratori con l’asilo nido aziendale, rappresentano il cuore della filosofia HR di Giacomini.

Il rapporto e la comunicazione con le nuove generazioni è anche materia del dibattito con Roberta Parena, HR, IT and Communications Director di Tubiflex. L’azienda produttrice di componenti metallici flessibili occupa 134 collaboratori per 25 milioni di fatturato. Secondo la manager, passare da un’idea di dovere a una di piacere quando si parla di lavoro è fondamentale per andare incontro alle nuove generazioni. La crescita formativa, la responsabilizzazione e l’esperienza occupazionale sono per i giovani criteri fondamentali. Al tempo stesso, è responsabilità dei colleghi senior agire da ‘buoni maestri’ e contribuire alla creazione di un contesto di valore.

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La costruzione di legami di valore, tra generazioni o meno, passa inevitabilmente dalle soft skill. La vera scarsezza del contesto, al giorno d’oggi, non riguarda tanto le competenze tecniche, ma quelle soft, dove la compatibilità valoriale e di visione rappresenta il criterio primario per favorire un incontro di valore tra persona e organizzazione. Questa è la visione di Valentina Gioia, Responsabile dell’Ufficio Risorse Umane di Laica, azienda alimentare specializzata nella produzione di prodotti dolciari, che sottolinea l’importanza di assumere uno ‘sguardo dall’alto’ in quanto HR, per favorire la commistione tra esigenze personali e di business.

Su questo aspetto verte, infine, anche l’intervento di Valentina Pace, HR Manager di Goccia, società del Retail attiva nella commercializzazione di gioielli. Nel mondo della distribuzione, l’attenzione al cliente e quella al collaboratore sono due volti della stessa medaglia. In quest’ottica, il ruolo dell’HR trova valore nel legame con il business, agendo da connettore tra gli obiettivi aziendali e il lavoro delle persone. Sia all’interno, che all’esterno dell’organizzazione, quindi, i principi del marketing e della comunicazione diventano strumenti utili per l’HR, che può concentrarsi su employer branding, ascolto e clima organizzativo per risultare attrattivo su entrambi i fronti.

HR, futuro del lavoro, Risorse Umane e Non Umane, Torino

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