Saep School avvicina scuola e lavoro

Ridurre il gap tra le competenze dei ragazzi appena usciti dalla scuola e quelle richieste dal mercato del lavoro. È l’obiettivo del progetto “Saep School”, l’iniziativa ideata dalla software house Saep Informatica per incrementare le competenze tecniche e le soft skill dei più giovani, chiamati a confrontarsi con l’ingresso nel mondo del lavoro. La collaborazione tra la società e l’Istituto professionale Magistri Cumacini di Como ha dato vita a un inedito percorso di alternanza scuola-lavoro a distanza, con gli studenti del quinto anno impegnati nell’ideazione e nella creazione di nuovi business.

Le quattro classi hanno seguito dapprima una serie di lezioni frontali tenute da esperti di Saep Informatica su organizzazione aziendale, gestione dei database e approfondimenti sui reparti acquisti, vendite e produzione. Nel corso dei primi quattro incontri il progetto ha visto anche il coinvolgimento di IBM e ha preparato gli studenti a confrontarsi con lo strumento del design thinking. Poi è iniziata la parte operativa, sotto la guida dei junior tutor di Saep Informatica: ogni classe si è trasformata in una piccola azienda, chiamata a strutturarsi nei diversi reparti per creare un proprio prodotto da immettere sul mercato.

Ampio spazio, quindi, alla creatività, nell’individuazione della value proposition: dai tappetini rinfrescanti e riscaldabili, al mouse configurabile per gamer, dalle magliette personalizzabili a quattro diverse customizzazioni dei computer. E non ci si è fermati soltanto all’ideazione: ogni gruppo ha lavorato sull’approvvigionamento delle materie prime, sulla scelta dei fornitori, sulla creazione del database con l’anagrafica articoli, ma anche sui listini di vendita e sui documenti di trasporto. “Volevamo che i ragazzi si sporcassero le mani, imparando a capire come funziona davvero il lavoro in azienda”, spiega Laura Rusconi, Project manager ICT di Saep Informatica e Responsabile del progetto Saep School.

Il progetto ha ottenuto il patrocinio delle Camere di Commercio di Como e Lecco ed è stato riconosciuto meritevole di rientrare nell’iniziativa Call for the Future di Sodalitas, che premia le iniziative aziendali più sostenibili sui temi della formazione delle competenze del futuro e della riduzione dello skill gap nel mercato del lavoro. “C’è fame di competenze tecniche e profili specializzati nelle materie Stem, ma non sempre la scuola è in grado di rispondere alle esigenze aziendali. Il progetto Saep School nasce proprio dalla voglia di cercare di ridurre il gap nel modo più semplice possibile, facendo parlare i due mondi”, sottolinea Rusconi.

L’esperimento sembra aver funzionato. Grazie alla possibilità di familiarizzare con strumenti tecnici – dal gestore di database DBeaver connesso al server scolastico, a framework opensource trovati su Internet dagli studenti stessi – i ragazzi si sono cimentati nella scrittura di applicazioni eseguibili, nella creazione di un ecommerce e nell’apertura di una pagina Instagram per i propri prodotti. Nel corso del workshop ogni classe ha riferito sugli step di avanzamento dei lavori, proprio come nel tradizionale iter seguito dai Project Manager. L’ultimo giorno è stato dedicato alle presentazioni e alla premiazione del miglior piano di business: il più elaborato, concreto e approfondito è risultato quello di Climat, il brand di tappetini rinfrescanti.

In ciascuna squadra, ognuno ha svolto un compito ben preciso. La classe ha nominato i tre capireparto e i task sono stati affidati in base alle inclinazioni di ciascun componente del gruppo, riservando le parti tecniche ai più ‘smanettoni’ e la presentazione finale ai più spigliati. “Per i ragazzi è stata l’occasione per mettersi in gioco e confrontarsi con il mondo del lavoro”, dice Francesca Liveriero, docente all’Istituto professionale Magistri Cumacini e referente per la specializzazione informatica dei Percorsi per le competenze trasversali di orientamento (Ptco). “I ragazzi sono abituati ad ascoltare questi argomenti da noi professori, ma non a toccarli con mano. Il progetto, invece, ha permesso loro di apprendere nuove competenze, imparando a lavorare in gruppo, a creare qualcosa di nuovo e a esporre in modo accattivante il proprio lavoro”.

Imparare a fare squadra, anche a distanza

In un anno di lezioni ancora a distanza, Saep School è stata anche l’occasione per aiutare gli studenti a fare squadra e ritrovarsi – sebbene attraverso uno schermo – anche al di fuori della scuola. “Per noi, questo ultimo anno di scuole superiori passato a distanza è stato molto pesante”, racconta Mirko Romanò, uno degli studenti coinvolti nel progetto. “Saep School ci ha dato l’opportunità di sentirci vicini, lavorare con i compagni, divertendoci e sperimentando cosa vuol dire costruire dei database aziendali e un prototipo di ERP. Quelle tre ore del venerdì pomeriggio ci hanno aiutato a passare con più leggerezza la quarantena, sentendo la vicinanza non solo della classe, ma anche del team di Saep Informatica che ci ha seguito”.

Gabriele Ghezzi, che nel corso del workshop è stato caporeparto della produzione per il suo team, dice: “Ci ha portato a mettere in pratica le nostre competenze tecniche, invitandoci a studiare e sperimentare i linguaggi e gli strumenti in maniera autonoma, ma guidata. E ci ha trasmesso l’importanza delle soft skill durante la conduzione di un progetto”. Per Giacomo Rusconi, è stata l’esperienza che più lo ha avvicinato al mondo dal lavoro: “Mi ha chiarito le idee su cosa andrò a fare un domani, e più in generale come funzionano le aziende”.

A sentire le opinioni degli studenti, l’obiettivo sembra raggiunto. L’entusiasmo dei ragazzi e il buon livello di coinvolgimento è merito anche della giovane età del personale di Saep Informatica, che ha affiancato gli studenti in qualità di tutor junior. “È stato un momento di formazione anche per noi, non solo professionale, ma umana”, conferma Martina Cappi, Impiegata Amministrativa di Saep Informatica. “Anche noi junior abbiamo potuto sviluppare competenze e qualità che non avevamo, dalla gestione di un gruppo di persone alle capacità di leadership. È stato bello riuscire ad abbattere la parete che di solito si frappone tra professori e alunni: i ragazzi sapevano che eravamo lì per aiutarli e lavorare insieme con loro”.

Visto il successo dell’iniziativa, Saep Informatica punta a ripetere l’esperienza nell’anno scolastico 2021-22 anche in altre scuole, magari cercando di appassionare alle materie scientifiche anche le studentesse. “Gli Itis sono uno degli istituti meno frequentati dalle ragazze”, fa notare Rusconi, che nello scolastico 2020-21 ha infatti seguito nel progetto quattro classi composte da soli ragazzi. “Per questa ragione, ci piacerebbe portare il progetto anche alle scuole medie, per incentivare l’iscrizione delle ragazze agli istituti superiori specializzati in materie Stem”.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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