Salario minimo, una prassi Comune

Mentre in diverse nazioni il salario minimo è una questione è al centro dell’attenzione, in Italia non si intravedono azioni tangibili da parte del Governo. Pertanto, sono i Comuni che si stanno muovendo per affrontare questa sfida, dimostrando sensibilità verso le necessità dei cittadini. Su tutti, Milano si impegna a istituire un salario minimo metropolitano (seguendo il modello di successo del Living wage londinese) con l’obiettivo di garantire una vita dignitosa per tutti i lavoratori nella città. La commissione indipendente costituita, formata da esperti del settore e rappresentanti delle parti interessate, ha il compito di fornire i dati fondamentali a Palazzo Marino per una certificazione e di calcolare annualmente il salario orario minimo sulla base di criteri concordati.

Ma anche il Comune di Firenze si è distinto come pioniere, annunciando di avere approvato, a marzo 2023, una delibera che stabilisce un salario minimo di 9 euro all’ora per tutti gli appalti del Comune, garantendo così condizioni dignitose per i lavoratori. “Abbiamo approvato in giunta una delibera molto importante, che definirei storica, che stabilisce il principio del salario minimo orario di 9 euro. In tutti i nostri appalti di opere e servizi stabiliamo il criterio del rispetto di un salario minimo di 9 euro l’ora e così nei contratti conseguenti. Siamo la prima città d’Italia a farlo, grazie a questa proposta innovativa dell’assessora Funaro che abbiamo raccolto e rilanciato. Sono orgoglioso di questo risultato di civiltà: quello che è un obiettivo politico di tutto il centrosinistra a Firenze diventa realtà. E per questo, ancora una volta, con la nostra battaglia ci confermiamo capitale del lavoro, capitale dei diritti”, ha dichiarato il sindaco Dario Nardella.

“È una misura di civiltà: mai più una lavoratrice o un lavoratore che lavora nei servizi per la città, per esempio, nel sociale, nelle scuole e nei musei civici potrà guadagnare meno di 9 euro l’ora. Nel bando di gara sarà indicato il contratto di miglior favore, come è stato fatto alcuni giorni fa per i lavoratori dei musei civici, indicando quello di Federculture che ha garantito maggiori tutele e salari”, ha aggiunto l’assessora al Welfare Sara Funaro.

A fianco dei lavoratori sottopagati

Questa iniziativa ha aperto la strada ad altre città italiane come la vicina Livorno, che già nel dicembre 2023 aveva votato un emendamento per garantire un salario minimo di 9 euro all’ora per i lavoratori del Comune, e le campane Pellazzano (in provincia di Salerno) e Bacoli, comune della città metropolitana di Napoli.

Proprio rispetto a quest’ultimo caso, il sindaco Josi Gerardo Della Ragione ha condiviso in un post sui social la soddisfazione per la delibera, ribadendo l’importanza di schierarsi con i giovani sfruttati e i lavoratori sottopagati: “Chiunque vorrà avere l’onore di fare impresa su un’area pubblica, dovrà farlo tutelando i diritti di barman, bagnini, ormeggiatori, guardiani. E lo stesso varrà per gli operai delle ditte edili che svolgeranno lavori pubblici. Idem, per mense scolastiche, guardianìa e tutti i servizi esternalizzati. Basta sfruttamento. Diciamo basta a chi pensa di essere padrone della città. L’amministrazione comunale è dalla parte di chi non viene mai tutelato. Ed è al fianco dei tanti imprenditori perbene che subiscono concorrenza sleale”.

salario minimo, Pubblica amministrazione, Milano, Firenze


Martina Midolo

Martina Midolo

Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.

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