San Vigilio Uno, storia e innovazione nell’ufficio del futuro
Rinnovare il lavoro e i suoi spazi. Ora che gli uffici si preparano pian piano ad accogliere di nuovo le persone al loro interno, la sfida è trovare ambienti in linea con le mutate esigenze organizzative delle aziende e in grado di esprimere, anche visivamente, un modo nuovo di lavorare. Movimento, luce, verde, ma anche un diverso rapporto con il territorio circostante. Senza dimenticare ciò che quelle mura hanno vissuto e racchiuso in passato. Rinnovare non vuol dire cancellare ciò che è accaduto ieri, soprattutto se ha fatto la storia dell’architettura del Novecento.
È quello che si sta facendo con il centro direzionale San Vigilio Uno a Milano – www.sanvigiliouno.com – ai limiti del quartiere Sant’Ambrogio e in prossimità della Circonvallazione. In una traversa del più noto viale Famagosta, l’antico Palazzo per le Assicurazioni e le Riassicurazioni Savoia, l’ultimo progettato nel 1971 da Gio Ponti, è tornato a nuova vita grazie agli investimenti del Fondo Drive gestito da DeA Capital Real Estate Sgr, che ne ha la proprietà, e al progetto di riqualificazione affidato allo studio Il Prisma.
Il celebre architetto considerava il complesso un “regalo” alla sua città, proprio per quelle caratteristiche che oggi ne fanno un centro direzionale in grado di adattarsi alle esigenze di ospiti diversi: la pianta libera, priva di angoli retti, le differenze nelle altezze, il ritmo delle finestre.
Recuperare la storia per farla rivivere
Nel 2012 le innovazioni di pianta e di facciata dell’edificio sono valse l’esposizione alla Biennale di Architettura di Venezia quale esempio del “vivere alla Ponti”, tra gli esperimenti di vita domestica e architetture per l’abitare e il lavoro. Defilato per la sua posizione e un tempo nascosto agli occhi di chi lo osservasse solo dall’esterno, il complesso di San Vigilio ha al suo interno un bosco-giardino – il “bosco lombardo” nell’intuizione di Ponti – che anticipava di 50 anni la questione della Milano verde. A dimostrazione del fatto che si può essere moderni e insieme rispettosi dell’ambiente cittadino.
“Intervenire su un’immobile di Ponti significa riflettere sul senso della parola ‘eredità’. Oltre al rispetto per il valore intellettuale e formale di chi ha segnato un’epoca universalmente riconosciuta del pensiero e del saper fare italiano, quale lascito migliore potremmo immaginare per l’edificio se non quello di permettere alle persone di continuare a viverlo?”, si chiede Sebastiano Pasculli, Associate e Team Leader de Il Prisma.
“Il progetto di riqualificazione di San Vigilio Uno punta esattamente a questo obiettivo, salvaguardare l’eredità d’autore e al tempo stesso aggiornare l’immobile rispetto ai bisogni dei lavoratori di oggi e del futuro prossimo, in un salto che come dalla macchina da scrivere ci ha portati allo smartphone, rilancia verso alti standard di sostenibilità, comfort e vivibilità i suoi spazi”.
Due dettagli di progetto, in particolare, sono ispirati dall’opera di Ponti: “L’edificio sarà dotato di una sorta di ‘capsula del tempo’, un volume vetrato esposto sul fronte principale che metterà in mostra i worksetting pensati per chi abiterà l’immobile in una sorta di esposizione dei nuovi modi di lavorare allestiti in un involucro dai caratteristici tratti pontiani. L’attacco a terra del corpo lungo via San Vigilio è stato invece reinterpretato nel disegno delle sue vetrine su strada come un richiamo della scansione armonica che lo stesso Ponti ha introdotto nel piano superiore omaggiando la ritmica delle finestrature di un’opera di Le Corbusier”.
Con 12mila metri quadri, distribuiti su tre corpi di fabbrica, e 6mila metri quadri di area verde, San Vigilio Uno si candida a diventare l’ufficio per il lavoro del futuro: una torre di 10 piani a uso uffici, un corpo di due piani, divisi tra attività commerciali al piano terra e uffici al primo piano, e un piano interrato con 1.000 metri quadri di sale riunioni, archivi e autorimessa. L’adattabilità delle forme e la mutevolezza degli spazi consentono una suddivisione flessibile degli ambienti, per favorire al contempo la concentrazione e il team building, conciliando le esigenze di figure professionali diverse.
La struttura flessibile degli uffici permette inoltre di adattare la disposizione delle postazioni anche alle nuove esigenze imposte dalla pandemia: in spazi così ampi è facile ottenere il distanziamento necessario a garantire la salute senza ridurre in misura significativa il numero di persone presenti.
L’area verde che si apre all’esterno, instaurando una nuova relazione tra strada e parco, e l’accessibilità continua, con una reception attiva 24 ore al giorno, fanno del nuovo San Vigilio Uno lo spazio pensato per muoversi in armonia con la zona in cui è inserito. A 450 metri dalla fermata Famagosta della linea 2 della metropolitana, permette di raggiungere rapidamente la Stazione Centrale di Milano; inoltre è posto in prossimità della Tangenziale Ovest che consente quindi un facile accesso in uscita e in entrata dalla metropoli. Inserita nella più ampia ristrutturazione del quartiere, la struttura è già servita di bar, ristoranti, supermercati. Il vicino parco Russoli, a 500 metri di distanza, contribuisce all’attrattività del quartiere e al migliore equilibrio tra vita e lavoro di chi anima il palazzo.
Ispirarsi al movimento per innovare il business
I lavori di riqualificazione di San Vigilio Uno hanno puntato ad aumentare l’apertura e lo scambio – anche visivo – con la città, mantenendo la coesistenza di elementi nuovi e storici. D’altronde, “il materiale più resistente nell’edilizia è l’arte”, diceva Gio Ponti. Il Prisma ha lavorato alla valorizzazione dell’identità originaria dell’edificio, recuperando ed esaltando le peculiarità della struttura progettata negli Anni 70 per renderle ancora più contemporanee. Con l’idea di fermare il tempo per riviverlo in modo nuovo.
Così è nata la Capsula del Tempo, un nuovo corpo vetrato che si aggiunge alla facciata come sospeso, offrendo un’inedita vista sulla città. Coperto da una parete cinetica che riprende il verde dell’edificio e si muove seguendo il vento, il nuovo spazio preserva e trasporta al suo interno il rivestimento originale in piastrelle diamantate verdi, produzione distintiva ed esclusiva dei progetti di Gio Ponti. L’iconica piastrella è preservata e messa in sicurezza, diventando l’interno dell’edificio e lo sfondo perfetto di un’elegante sala meeting con vista sulla città.
“DeA Capital Real Estate è una società di gestione del risparmio che gestisce in Italia un patrimonio immobiliare intorno ai 10 miliardi. La scelta di investire su un immobile come San Vigilio 1 è in linea con la strategia che sta perseguendo la nostra SGR nel segmento uffici: un immobile di pregio con grandi potenzialità e in un contesto di rigenerazione urbana veramente interessante e stimolante”, spiegano i gestori del Fondo Marisa Spisso, Rosaria Ferrara e Nicola Cannaò, che hanno affidato la commercializzazione dell’immobile direzionale a CBRE e Realty Lab.
“Un immobile che sia attrattivo per le imprese del nostro tempo e allo stesso tempo dotato di potenzialità per la componente uffici: nuovi spazi efficienti dal punto di vista energetico e moderni. Spazi che siano connessi con la città, facili da raggiungere, con aree verdi quali parti integranti dell’immobile, attrattivi per società attente sia ad avere uffici all’avanguardia sia al benessere dei propri collaboratori”.
Valorizzazione, apertura, ma anche sostenibilità, visto che il progetto di riqualificazione è destinato a ottenere la certificazione LEED Gold. Un’attenzione all’ambiente che non sfugge ai talenti più giovani e si mostra un ottimo biglietto da visita per clienti e ospiti della struttura. È lo scarto tra il vecchio e il nuovo, il segno della nuova destinazione d’uso. Come la Lanterna, una luce accesa tutta la notte interna al corpo vetrato, che sottolinea l’apertura dell’edificio all’esterno e lo rende distinguibile anche da lontano.
Una luce che guida e invoglia a tornare per un brainstorming nel parco o una riunione nell’area relax. San Vigilio Uno incrocia storia e innovazione, in un gioco di superfici e volumi. Ponti aveva tradotto la sua ricerca di essenzialità e complessità in un movimento continuo, grazie alla contrapposizione tra linee orizzontali e verticali. L’ufficio del futuro ha bisogno di quel dinamismo, per ispirare nuovi business e trasformare in un’esperienza unica il lavoro che verrà.
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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