Semplificare la gestione HR con l’uso intelligente della tecnologia
È ormai assodato che in Italia la burocrazia legata alla elaborazione delle buste paga sia un elemento di rallentamento delle amministrative della Direzione HR. Così tanto che, in un elenco che comprende 40 Paesi di tutto il mondo, l’Italia si posiziona secondo (dopo la Francia) per livello di complessità del payroll. I più agili, invece, da questo punto di vista sono gli Emirati Arabi Uniti.
Lo rivela l’anticipazione del Global Payroll Complexity Index 2021 recentemente pubblicata da Alight, società internazionale che si occupa di payroll, soluzioni per le Risorse Umane (anche proprietarie), servizi professionali in cloud, anche per la gestione dei benefit e la sicurezza finanziaria di dipendenti ed ex dipendenti. Il Gpci è pubblicato ogni due anni ed è un’analisi che coinvolge circa 2mila professionisti HR, intervistati sulle regole a livello legislativo, di reportistica, di processo e di sicurezza del payroll che gestiscono.
L’osservatorio di Alight è molto ampio: l’azienda gestisce, infatti, annualmente più di 60 milioni di cedolini e supporta i processi HR di 4.300 organizzazioni a livello mondiale, il 70% delle quali sono aziende inserite nella classifica di Fortune 100 (il ranking delle prime 100 aziende del mondo per ricavi, pubblicato dalla rivista economica statunitense Fortune). A conferma dell’ampio mercato analizzato c’è pure il fatto che nel 2019, la società ha acquisito NGA Human Resources, che si occupa di servizi di consulenza, outsourcing e tecnologie per l’HR.
“Offriamo copertura per tutti i processi per la Direzione del Personale, sia a livello locale sia internazionale: amministrazione, Time management, payroll, gestione dei talenti e People analytics”, spiega Marco Dell’Uomo, Market Director Italy Alight Solutions, già Sales Director di NGA Human Resources. “Attualmente la rete globale Alight fornisce servizi locali in 188 Paesi, con oltre 15mila risorse”.
Un’occasione di crescita per chi lavora nelle Risorse Umane in Italia
La strategia messa in campo dalla società nel 2021 è stata definita “customer centric”: si ascoltano le esigenze del cliente, si recepiscono i problemi e si consigliano poi le soluzioni più adatte, che sempre più spesso – anche alla luce del particolare momento storico che stiamo vivendo – tendono verso la digitalizzazione dei processi. “Va in questa direzione anche l’ampio utilizzo delle nostre piattaforme proprietarie, sulle quali gestiamo l’amministrazione del personale dei nostri clienti anche in outsourcing”, come specifica Dell’Uomo, “che è ancora molto richiesto, soprattutto in Europa”.
Affinché sia efficace, però, la digitalizzazione del lavoro deve essere accompagnata da un percorso di Change management adeguato. In caso contrario, secondo l’esperienza del Market Director, i progetti di innovazione falliscono perché ci si concentra troppo sulla soluzione e non sui processi e sulle persone. “Per questo sosteniamo il cliente nel percorso verso il cloud, con una consulenza continua sulla tecnologia, sull’attività strategica e durante il ‘viaggio’ di cambiamento”.
Ogni Paese servito dalla società – come ogni cliente, per la verità – ha un mercato con richieste specifiche. In Italia, a parte la volontà di semplificare tutti i processi, ultimamente a causa della pandemia c’è più attenzione al panorama dei benefit sanitari e pensionistici, molto radicati invece da tempo in Nord America. Quando è il momento di prendere decisioni relative a questi tipi di indennità, le soluzioni offerte dal mercato sono numerose. “Alight aiuta a orientarsi tra le varie opzioni di gestione dei benefit, soprattutto in questo mercato relativamente nuovo per il nostro Paese, dove le piccole e medie imprese sono la maggioranza e hanno esigenze diverse rispetto alle grandi Corporate-multinazionali”, racconta Dell’Uomo.
Il concetto di centralità del cliente è applicato anche ai collaboratori e ai dipendenti, già dalla fase di inserimento in azienda: “Per noi l’idea di employee experience si basa sull’ascolto delle loro esigenze, anche tramite costanti survey interne che servono a tastare il polso dell’organizzazione e eventualmente porre comportamenti correttivi”.