Smart leader, come guidare un team di lavoro in remoto

L’agile e ricca guida pratica di Kevin Eikenberry e Wayne Turmel, uscita nell’edizione italiana per Guerini Next, a cura di Laura Venturini, CEO di Quindo, indaga le strategie più efficaci per gestire un gruppo di lavoro in remoto, costituito da dipendenti e collaboratori che non condividono lo stesso spazio fisico.

Nell’affrontare l’argomento gli scrittori, rispettivamente il co-founder del Remote leadership institute e l’Executive coach e autore del best seller Remarkable leadership, partono dal concetto che “guidare un team a distanza è una questione in primo luogo di leadership e i principi di questa non sono mai cambiati”, anche dopo l’avvento della rivoluzione digitale.

Proprio per questo fin dal titolo – Smart leader – l’accento è stato posto sul ruolo e sulle peculiarità della persona che deve tenere le fila di un lavoro corale, spesso dislocato e fatto da persone lontane, a volte collocate a diverse latitudini e con fusi orari differenti.

Si tratta di una figura strategica, che non va confusa con quella tradizionale del capo o del manager, e che dev’essere in grado di coniugare due aspetti complessi come la consapevolezza del proprio ruolo e la cultura del lavoro.

Essere un leader di successo: il modello delle Tre O

I concetti a cui si richiamano gli autori, nel corso della trattazione, sono quelli della buona leadership, secondo il modello delle Tre O da loro elaborato, che riguarda i risultati (Outcomes), gli altri (Others) e noi stessi (Ourselves). È un modello completo che considera tutti gli ambiti in gioco nel processo lavorativo per superare i limiti fisiologici dovuti alla distanza.

Con molti esempi pratici e suggerimenti per tenere alto il morale e far aumentare il rendimento, il libro analizza e affronta dunque una serie di regole che permettono di guidare efficacemente il proprio team in remoto: dalle strategie per mantenere la fiducia e per la raggiungere i risultati di produttività, fino alle modalità migliori di comunicazione con il gruppo di lavoro, passando per il corretto utilizzo delle tecnologie, che non vanno viste come una distrazione, bensì come una vera e propria risorsa.

C’è però un aspetto da sottolineare. Il testo sviluppa e approfondisce le questioni cruciali che aiutano a definire un modello di leadership, ma non è, come si potrebbe pensare, un trattato sull’essere leader. Il libro si focalizza su un argomento ben più specifico: governare un team a distanza. E lo affronta con un intento ben preciso, quello di ispirare e spronare all’azione.

Gli autori, formatori di professione, più che a obiettivi di processo, mirano infatti a far raggiungere obiettivi di risultato, ossia applicativi. “Se non diventate più intenzionali nel fornire il feedback, se non imparate a utilizzare la tecnologia in modo più efficiente, se non aiutate gli altri a raggiungere le mete prefissate, a che cosa è servito [leggere il libro]?”, si chiedono Eikenberry e Turmel.

Ed è proprio questo uno degli aspetti peculiari di Smart leader: la capacità di far sviluppare una maggiore consapevolezza e una maggiore apertura mentale in chi deve affrontare il delicato compito di coordinare e ispirare il lavoro di un team dislocato.

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