Sostenibilità, l’assist dell’Ue alle imprese
La risposta dell’Unione europea (Ue) ai crescenti problemi ambientali legati al cambiamento climatico è finalmente arrivata: la Commissione europea ha dato il via al Green Deal, progetto da 1.000 miliardi di investimenti in 10 anni per l’economia verde.
L’obiettivo è raggiungere il -40% di emissioni di gas serra nel 2030 e la neutralità carbonica nel 2050 (cioè l’equilibrio tra le emissioni di CO2 e l’assorbimento di carbonio) per contrastare l’innalzamento del riscaldamento globale.
Ciò comporta, tra i vari provvedimenti da adottare, una riconversione energetica per molti Paesi, con il progressivo abbandono di fonti fossili e il passaggio alla produzione di energia da fonti rinnovabili. A questo si aggiungono l’efficienza energetica degli edifici e la modernizzazione dei trasporti.
Alcuni Stati membri dell’Ue stanno già prendendo provvedimenti importanti da questo punto di vista: per esempio, la Germania ha lanciato un piano d’investimento da 86 miliardi di euro, di cui 62 di fondi pubblici, per consolidare e migliorare la propria rete ferroviaria e ridurre così le emissioni.
Le linee guida della Commissione europea danno l’occasione alle imprese di muoversi in direzione della sostenibilità nell’ambito di un quadro più preciso. Finora, infatti, l’argomento era trattato principalmente da studiosi e ricercatori, ma sono le organizzazioni ad avere un ruolo centrale nell’attuazione pratica degli ambiziosi obiettivi climatici dell’Ue.
Per riflettere su questi aspetti, proponiamo un articolo liberamente tratto dal paper di Sergio Barile, Mario Calabrese e Francesca Iandolo dal titolo Sostenibilità e paradigmi service-based: possibilità e criticità per l’economia d’impresa e pubblicato sul numero 252 di Sviluppo&Organizzazione.
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