Stimolare la produttività con la settimana corta

L’obiettivo è quello di migliorare l’equilibrio tra vita e lavoro, non solo per quanti hanno responsabilità di cura in famiglia, ma anche per coloro che hanno bisogno di più tempo libero per acquisire nuove competenze. Il Gabinetto del Primo Ministro giapponese Yoshihide Suga ha inserito nelle annuali linee guida per le politiche economiche la promozione tra le imprese della settimana lavorativa di quattro giorni.

La misura resta, al momento, soltanto opzionale e fortemente raccomandata dall’Esecutivo. Nelle intenzioni del Governo, dovrebbe aiutare il Paese a fronteggiare le nuove sfide di un mercato del lavoro in trasformazione. Aziende e lavoratori temono, però, gli effetti indesiderati dei nuovi orari: i datori di lavoro non sono convinti che l’incremento di produttività sia tale da compensare il giorno di lavoro perso, mentre i dipendenti sono spaventati da possibili tagli allo stipendio.

Il Governo, invece, guarda ai vantaggi: offrire più tempo da trascorrere in casa permetterebbe di ridurre i licenziamenti legati alle necessità di cura di bambini e genitori anziani, aiutare a promuovere la formazione continua dei lavoratori e incentivare la scelta a favore di occupazioni secondarie.

Già ad aprile 2021, il partito Liberal Democratico giapponese, attualmente alla guida del Paese, aveva proposto di adottare misure per facilitare l’adozione del nuovo sistema, al fine di promuovere “stili di lavoro diversificati” e stimolare i lavoratori con nuove competenze ad attivarsi per la crescita di settori come l’IT. Nella stessa occasione il Premier Suga aveva promesso il supporto del Governo a tutti i giapponesi desiderosi di migliorare la propria carriera attraverso la formazione senza dover lasciare il proprio lavoro.

Secondo l’Ocse, i dipendenti delle maggiori economie, come Australia, Canada, Italia e Stati Uniti, lavorano per un numero maggiore di ore rispetto ai colleghi giapponesi. Tuttavia, il mercato del lavoro in Giappone resta rigido, con una produttività che mostra bassi livelli di crescita, un ridotto ricorso alle ferie da parte dei lavoratori e una mobilità di carriera tra le più limitate.

Fonte: The Mainichi

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

Albanese

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