tecnologia

Thin Client, soluzione sicura e sostenibile per il lavoro ibrido

Dopo un primo periodo emergenziale, le difficoltà derivanti dal lavoro ibrido creato in maniera spesso frettolosa si sono fatte sentire quasi immediatamente. Se la discussione si è concentrata sui vantaggi organizzativi del nuovo modello, sono state diverse le falle emerse a livello tecnologico: molte aziende si sono trovate a dover fornire in tempi rapidi gli strumenti per il lavoro da remoto oppure ad aprire accessi alla rete aziendale non del tutto sicuri per far sì che i dipendenti potessero lavorare con il proprio Pc.

In realtà, gli strumenti per lavorare in sicurezza – indipendentemente da dove lo si faccia – esistono da tempo. Fondata nel 1987, Praim è un’azienda globale con sede a Trento che sviluppa software per la creazione e gestione di postazioni di lavoro evolute e soluzioni hardware Thin e Zero Client. Supporta, quindi, le imprese di ogni dimensione con tecnologie innovative e semplici per l’accesso da remoto.

Stefano Bonmassar, Chief Sales Officer di Praim, spiega come la pandemia abbia accelerato le esigenze digitali delle aziende, mostrando allo stesso tempo l’ecosostenibilità e la semplicità derivanti dalla scelta di affidarsi ai Thin Client, ovvero dispositivi che si sono rivelati ideali nell’home working e nell’attuale lavoro ibrido.

Come avete affrontato il periodo di picco pandemico e quale supporto avete offerto ai vostri clienti?

La pandemia è stato un periodo complicato per le aziende di tutto il mondo e questo vale anche per noi, sia a livello personale sia per quanto riguarda l’organizzazione dell’azienda. A livello di mercato, invece, il nostro settore non ha vissuto una crisi come è accaduto ad altri: rivolgendoci alle aziende che necessitano di supporto IT, anche se inizialmente c’è stato un rallentamento, successivamente i nostri prodotti sono stati molto richiesti.

Perché le vostre soluzioni sono particolarmente ideali nell’era del lavoro ibrido?

La tecnologia che offriamo risponde alle necessità di questo momento storico in cui molte aziende hanno introdotto lo Smart working o il lavoro da remoto proprio in seguito alle chiusure. Siamo leader di mercato per l’offerta di soluzioni hardware, ovvero dispositivi Thin Client, creati per lavorare su infrastrutture in cloud, e di software, che permettono di gestire in sicurezza le informazioni e di accedere da remoto ai server. Questa seconda linea di business, in particolare, è cresciuta in maniera evidente: nella fase di riorganizzazione post lockdown le aziende hanno messo in condizione i propri lavoratori di lavorare anche da remoto, oltre che dall’ufficio, ed era esattamente ciò che serviva.

Come si configurano questi prodotti pensati per rispondere alle necessità generate dal lavoro da remoto?

I Thin Client sono piccoli box di circa 10-15 centimetri di dimensione che si possono appoggiare sulla scrivania o montare sul retro di un monitor. Si collegano allo schermo, alla tastiera e al mouse, proprio come un computer, e permettono di lavorare direttamente su un’applicazione attraverso l’attività del software che si collega ai server remoti. Questi dispositivi consumano poco e le dimensioni ridotte li rendono in grado di rispondere a ogni necessità.

Sono sempre più numerosi gli attacchi informatici, causati dalle nuove vulnerabilità generate da modello di lavoro ibrido: quali vantaggi offrono le vostre soluzioni a livello di sicurezza?

I Thin Client sono dispositivi completamente gestiti e controllabili da una console di gestione centrale: l’amministratore fissa le regole, per esempio l’accensione o lo spegnimento in automatico alla fine del lavoro per evitare sprechi inutili; possono essere configurati nello stesso modo a seconda delle operazioni necessarie per lavorare. Inoltre, chi gestisce le regole può anche limitare gli accessi e la navigazione personale, azioni che rappresentano la maggiore falla nel processo di sicurezza e il più semplice accesso per il virus. Essenzialmente, l’azienda può così fornire al collaboratore non un Pc, ma un dispositivo che consente il lavoro sicuro e mette al riparo l’intera organizzazione.

Quali sono oggi i nuovi bisogni del mercato dal punto di vista delle strutture informatiche?

Le aziende si sono trovate nel mezzo di una migrazione digitale, accelerata dalla pandemia, che ha portato problemi complessi. Non avere collaboratori all’interno dell’azienda, ma da remoto – spesso proprio dalle proprie abitazioni private – significa spesso dover affrontare la questione legata all’utilizzo di Pc personali e non aziendali; la tecnologia che proponiamo permette di operare e di risolvere i problemi di accesso e sicurezza, per questo è molto richiesta.

Crede che assisteremo a una diffusione ancor più evidente della remotizzazione del lavoro?

Ci sono posizioni differenti sulla questione – per esempio la Pubblica amministrazione che ha di recente deciso di richiamare in presenza tutti i dipendenti – e c’è confusione su che cosa significhi “Smart working”, un’espressione che indica un modello di lavoro diverso dal telelavoro. In Praim speriamo che, per quanto il cambiamento sia stato repentino, non ci sia un rientro massivo alla logica tradizionale del lavoro. Dobbiamo tuttavia ammettere che il lavoro ibrido non è per tutti: pretende flessibilità, ma anche normative che ancora non sono completamente chiare. Sicuramente non si tornerà più alla normalità cui eravamo abituati prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria: le aziende (e le persone) hanno vissuto i benefici della nuova organizzazione del lavoro. Molte aziende sono già pronte a livello organizzativo, ma le infrastrutture tecnologiche sono necessarie, anche se per prima cosa serve aver completato la digitalizzazione dei processi: per esempio, se per apporre una firma si deve tornare in ufficio, allora il modello presenta forti limiti. Anche i finanziamenti europei vanno nella direzione del potenziamento della maturità digitale delle organizzazioni.

Praim è molto attenta anche alla sostenibilità ecologica: quali azioni avete adottato?

Uno dei principali vantaggi dei nostri prodotti è da sempre la riduzione dei consumi elettrici e di conseguenza l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica che si somma alla riduzione dei costi in bolletta. Indicativamente, le nostre soluzioni permettono un risparmio energetico di 20-30 volte rispetto a un Pc. Se inizialmente le aziende guardavano solo al fattore economico, ora si dà il giusto peso all’impatto ambientale. E anche internamente ci teniamo molto: prima di tutto siamo utilizzatori dei nostri dispositivi, ma abbiamo anche ridotto gli sprechi nella produzione dei dispositivi riducendo la plastica nei nostri packaging e utilizzando solo carta e cartone 100% riciclati. Abbiamo anche ridotto l’utilizzo di carta per il materiale informativo e coinvolgiamo i dipendenti in una vita aziendale green (per esempio siamo dotati di borracce aziendali e borse e magliette in cotone organico). Infine, sono stati scelti gadget aziendali creati con materiali riciclati ed ecosostenibili. Per quanto riguarda i fornitori, poi, facciamo attenzione alle partnership che attiviamo, scegliendo solo chi rispetta a livello normativo la produzione e i materiali (che possano essere smaltiti facilmente).

Smart working, Praim, Thin Client


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Sara Polotti

Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.

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