Tutti pazzi per i rulli di biciclette Elite: come si gestiscono i picchi di ordini
Non solo mascherine e gel igienizzanti, cibo d’asporto e servizi di streaming: ad aver beneficiato delle chiusure forzate a causa della pandemia di Covid-19 ci sono anche altri settori. Per esempio quello del fitness indoor. La voglia di tenersi in forma anche tra le mura di casa ha portato moltissime persone ad attrezzarsi per poter continuare ad allenarsi al chiuso; una moda che ha significato un incremento di richieste per le aziende di prodotti che, se prima erano di nicchia, ora stanno vivendo un boom spettacolare e che hanno portato anche a raddoppi di fatturato. È il caso di Elite, azienda veneta che è passata dai 38 milioni di euro del 2019 ai 61 milioni del 2020.
Il suo prodotto di punta? I rulli – interattivi o classici – che, agganciati alla propria bici, permettono di allenarsi in spazi chiusi pedalando sul posto. Elite li progetta e commercia, delegando la produzione alle aziende del territorio in cui risiede, secondo un rapporto win-win che porta benefici a tutti. I rulli, insomma, sono diventati la superstar del lockdown, ma vanno a braccetto con tutti gli altri prodotti dell’azienda, che ha sperimentato volumi in crescita anche nei prodotti non strettamente legati all’indoor: la vendita di borracce (sia per lo sport sia per la vita quotidiana) e gli strumenti per la manutenzione e il trasporto di biciclette (da tetto, da gancio traino e da borsa).
Produzione esterna e progettazione interna
Ma facciamo un passo indietro, a prima della pandemia, quando Elite già ricopriva un ruolo di primo piano nel settore. L’azienda, fondata nel 1979 da Amerigo Sartore, mancato prematuramente nel 2010, produce articoli per lo sport con focus sul ciclismo. L’azienda di Fontaniva, nel Padovano dà lavoro a circa 60 persone (con un’età media di 41 anni) cui se ne aggiungono altre 150 tra produzione e assemblaggio dei prodotti e indotto. All’interno delle Fornaci Serciari, ristrutturate tra il 1990 e il 2000, persone e macchinari lavorano tra le mura antiche a cui Sartore volle dare una nuova vita, recuperando uno spazio in abbandono senza demolirlo, ma valorizzandolo. “Le torri sono un simbolo riconoscibile sia per chi arriva da fuori e le adocchia immediatamente, ricordandosene sulla via del ritorno, sia per noi a livello di marketing, per il recupero che è stato fatto e che ci rappresenta molto”, racconta Giulio Bertolo, Amministratore Delegato di Elite.
Se sono le aziende del territorio e che si trovano nel raggio di 50 chilometri attorno a Fontaniva a occuparsi della produzione (a esclusione delle borracce), internamente i dipendenti si occupano dello sviluppo dei prodotti e delle tecnologie – gran parte del personale è concentrato su ricerca e progettazione di nuovi strumenti per atleti – della commercializzazione dei prodotti, del marketing e dell’assistenza, del controllo qualità, della logistica, della programmazione e della produzione delle borracce. “Le aziende dell’indotto che producono i nostri prodotti li assemblano con attrezzature fornite da noi”, chiarisce Bertolo. Elite, in fondo, è un’azienda familiare di media dimensione che ben rappresenta il modello imprenditoriale italiano, con un fondatore, dal particolare intuito e grande lungimiranza, che ha saputo trasformare l’organizzazione fino alla sua managerializzazione.
“Sartore rappresentava il classico imprenditore veneto – con la vocazione decisionista – ma che ha gestito il passaggio generazionale facendo crescere le persone nell’azienda e favorendone i passaggi interni”, spiega Bertolo. “Per esempio molte persone che già c’erano prima della morte di Sartore hanno avuto la possibilità di crescere e assumere ruoli manageriali e strategici per la crescita dell’azienda. Io stesso da Direttore Tecnico sono diventato CEO”. Ma la lungimiranza non è stata solo del fondatore di Elite: “La famiglia, alla scomparsa di Sartore, ha saputo stare a fianco di queste persone che avevano la responsabilità di condurre l’azienda e di gestire la filiera, consentendo al tempo stesso lo sviluppo dei familiari”.
Persone e software per gestire le richieste di prodotto
Da diversi anni Elite punta, per la sua forza lavoro, sull’area tecnica. “Crediamo che essa sia il cuore dell’azienda: 25 anni fa c’erano solo due impiegati tecnici; oggi ce ne sono 25”. L’azienda ha inoltre conciliato anime e competenze differenti. Bertolo spiega che il fondatore aveva una formazione commerciale – “Aveva anche numerose intuizioni marketing” – mentre l’attuale CEO poteva offrire maggiore preparazione dal punto di vista tecnico. “A queste abbiamo aggiunto le competenze più ingegneristiche: è così che l’azienda è cresciuta, soprattutto negli anni della crisi, dal 2008 al 2012. Nonostante le difficoltà, i nostri bilanci erano in crescita”, dice il manager.
Di nuovo, quindi, è stata la qualità tecnica a portarli fuori da una crisi mondiale, stavolta imposta da una pandemia che ha messo i bastoni tra le ruote a moltissime aziende. Ma non nei raggi dei loro rulli per biciclette. “A gennaio 2020, prima ancora che il Governo decidesse le chiusure, abbiamo seguito l’evoluzione del virus in Cina, perché abbiamo qualche rapporto commerciale con aziende del territorio per alcuni componenti. Quindi da febbraio 2020 abbiamo deciso di introdurre lo Smart working, almeno per le figure in grado di poter lavorare da remoto, e di imporre quarantene a chi viaggiava”, ricorda il CEO.
Poi è arrivata la ben nota chiusura di marzo 2020. “In quel periodo abbiamo assistito all’inaspettato boom di ordini per i rulli di allenamento, perché fuori stagione”. Ma il vero problema era che rispetto ai concorrenti stranieri (tre aziende americane con produzioni in Olanda, Cina e Vietnam) Elite – come gran parte delle aziende in Italia – era già chiusa, e quindi non poteva né produrre né spedire. “Abbiamo cercato di convincere il Prefetto per ottenere un permesso per spedire i prodotti a magazzino, specificando che fossero strumenti utili e di benessere per le persone costrette in casa, ma non l’abbiamo ottenuto”.
Il risultato? “Quando abbiamo riaperto a maggio 2020 avevamo un numero straordinario di ordini da rispettare e abbiamo dovuto mettere in campo tutte le nostre forze, oltre che molti investimenti, per adeguare le attrezzature di produzione alla domanda”, spiega Bertolo. Nonostante i problemi di approvvigionamento dei componenti, Elite è riuscita a triplicare la capacità produttiva dei rulli: “Nel giro di sei mesi abbiamo triplicato il fatturato del periodo e a fine 2020 il risultato complessivo è stato di +70%”.
La gestione dell’emergenza in Elite ha significato quindi cercare di rendere efficiente la struttura esistente, ma un ruolo fondamentale l’hanno avuto le persone. “Dobbiamo ringraziare tutti i nostri collaboratori per la disponibilità al lavoro e al sacrificio”, conferma il manager. “Nel periodo più difficile abbiamo avuto bisogno di magazzinieri in orari improvvisi perché avevamo una finestra di 24 ore di tempo per spedire determinati prodotti: le persone si presentavano immediatamente sul posto di lavoro e siamo riusciti a spedire la merce anche quando sembrava impensabile. È stata quindi una gestione bilaterale, da casa nel caso dei lavoratori in Smart working, ma anche all’interno dell’azienda”. Altra componente importante del successo è stata giocata dal software gestionale che non solo ha ‘retto’, ma ha permesso di modulare e ricalibrare la gestione delle richieste e il lavoro generale, trovando un nuovo equilibrio.
Le nuove assunzioni e i nuovi progetti
Nell’immediato Elite, pur avendo quasi raddoppiato il fatturato e necessitando di altre persone nell’organizzazione, non ha potuto assumere nessuna nuova figura. “Non potevamo dedicare tempo alla formazione”, ammette Bertolo, dichiarando quindi tra le righe che la forza lavoro sarebbe servita, ma che i tempi stetti e la contingenza eccezionale hanno giocato un ruolo avverso agli intenti. “Siamo però riusciti ad assumere una persona nel servizio commerciale, due ingegneri che inizieranno a breve e stiamo cercando un ingegnere gestionale per la pianificazione strategica, due figure di competenza e una da affiancare all’IT manager”.
Lavorando sempre moltissimo sull’innovazione e la ricerca, Elite continua a progettare nuovi sistemi e nuovi prodotti. Ai progetti in dirittura d’arrivo, con i prodotti da presentare nel prossimo biennio, se ne aggiungono di certo altri, svela Bertolo, che conferma il bisogno di nuovo personale. Ma pure di tecnologie. “Stiamo potenziando il livello tecnologico dei prodotti, sia nella parte meccanica sia in quella elettronica e di software, che si integrano sempre di più tra loro”. L’esempio riguarda proprio i rulli per biciclette collegati a schermi per il monitoraggio dell’attività fisica, con percorsi virtuali in video per un’esperienza di sport totalmente immersiva.
In altre parole: i ciclisti casalinghi possono pedalare e simulare la scalata alla Cima Coppi anche senza indossare la Maglia Rosa. “Stiamo lavorando su un ecosistema dell’allenamento e del ciclismo in generale, fornendo prodotti che favoriscano l’allenamento indoor, attività che sta crescendo con i mezzi attuali che sono già molto performanti. Dopodiché, lavoreremo anche sull’outdoor e sulla sostenibilità per quando si tornerà finalmente alla socialità. In primis sulle borracce, nostro fiore all’occhiello, con rese termiche innovative e all’avanguardia, che saranno sempre più ecologiche”.
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Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.
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