Meno gerarchia e più responsabilità, il design organizzativo di Nespresso
Le aziende hanno spesso bisogno di snellire i processi interni, ma esistono alcuni elementi limitanti nelle organizzazioni: tra questi c’è la gerarchia, che genera e rinforza le dinamiche di cui le imprese cercano di disfarsi. Un design organizzativo senza capi, attraverso la creazione di team auto-organizzanti, puntando su concetti come delega, responsabilità e feedback, può essere la soluzione per massimizzare l’accountability delle persone.
Va in questa direzione la scelta del team HR di Nespresso, che ha deciso di migliorare la propria organizzazione interna avviando una collaborazione con AEquacy, modello organizzativo senza supervisori e manager che trasforma l’impostazione tradizionale delle imprese, lanciato nel 2018 dall’azienda di consulenza e sviluppo organizzativo Asterys.
Fondata nel 1986 e presente in Italia dal 1999, anno in cui a Milano, a San Babila, è stata inaugurata la prima Boutique del brand, Nespresso è oggi una realtà di successo nel nostro Paese, con 874 dipendenti, di cui il 63% donne, e 74 Boutique dislocate nelle principali città italiane.
Innovazione e inclinazione ad accogliere il cambiamento sono da sempre le attitudini che caratterizzano l’azienda, ed è per questo che il team HR di Nespresso si è avvicinato ad AEquacy con l’obiettivo di ottimizzare sempre più la collaborazione tra i membri del team, accrescendo i livelli di autonomia e le responsabilità dei singoli.
Non si è trattato, però, di implementare il modello AEquacy nella sua interezza, ma piuttosto di adottarne dei principi, lasciando che l’HR continuasse ad operare all’interno del più ampio sistema organizzativo di Nespresso.
La necessità di un cambio di paradigma
Gli ultimi decenni hanno visto le aziende trovarsi a gestire una crescente complessità, data dagli importanti cambiamenti del contesto economico e sociale, con risultati che in molti casi hanno ostacolato il successo d’impresa.
Molti aspetti come l’eccessiva burocrazia, la proliferazione di sistemi e processi creati per aumentare il controllo, la focalizzazione a breve termine, la mentalità a compartimenti stagni, per esempio, pongono le organizzazioni davanti a numerose criticità.
Si tratta, infatti, di elementi che impattano notevolmente sulle modalità con cui il personale lavora, collabora, raggiunge gli obiettivi. E le soluzioni spesso adottate riguardano aspetti tecnici specifici, che però non mutano la struttura organizzativa nel suo complesso.
Si avverte quindi sempre più necessaria l’esigenza di un cambiamento di paradigma proprio a livello di organizzazione, che parte dalla persona e dalle sue potenzialità e passa da un ambiente caratterizzato da modalità lavorative più agili ed efficaci. Ed è in questi aspetti che si inserisce il supporto di AEquacy.
Un modello che funziona
Sono serviti circa otto mesi di accompagnamento e formazione per portare a termine la transizione, conclusa a luglio 2019. Le esigenze del team HR di Nespresso erano principalmente tre: elevare il livello di accountability dei membri del team e la loro capacità di agire in autonomia; creare una struttura di supporto per permettere al team di portare avanti gli obiettivi anche in assenza di un presidio gerarchico; rendere il gruppo più agile e in grado di collaborare efficacemente.
Le pratiche AEquacy introdotte hanno influenzato diversi aspetti del processo lavorativo dei membri del team HR di Nespresso Italia. A partire dall’interpretazione dei ruoli interni, che passa dal comprendere il lavoro svolto da ogni collega, il rispetto della libertà altrui, ma soprattutto la consapevolezza del contributo che si può portare all’azienda e agli altri.
Altri importanti miglioramenti hanno riguardato il livello di allineamento su uno scopo condiviso e superiore, le modalità con cui il gruppo e i singoli definiscono i loro obiettivi e KPI, la condivisione delle informazioni e dei feedback, la gestione del meeting, il modo in cui vengono prese le decisione, attraverso l’assenso dei lavoratori.
Di questi cambiamenti ne è testimone Simona Liguoro, HR Director di Nespresso Italia: “Da anni collaboro con Asterys su diversi progetti in Nespresso e quando ho sentito parlare di AEquacy ho valutato di applicarne alcune pratiche nel nostro team, con l’obiettivo di perfezionare alcuni processi”.
“Il percorso intrapreso con AEquacy si è rivelato molto emozionante, ma anche particolarmente impegnativo in quanto ha richiesto ai membri della divisione HR di Nespresso non solo di acquisire ed essere in grado di utilizzare nuovi strumenti e metodologie, ma anche di cambiare profondamente il modo in cui ‘erano’ team, abbracciando maggiori livelli di autonomia, imparando anche ad assumersi la piena responsabilità delle loro azioni e dei loro risultati. Ora il team ha raggiunto buone capacità di collaborazione e accountability”, continua Liguoro.
“Inoltre, l’assenza di subordinazione rende le persone più aperte ad assumersi responsabilità e rischi, e la fiducia avvertita nei loro confronti da parte dall’azienda le mette a loro agio nell’esprimere opinioni e idee senza doversi preoccupare di essere giudicate o non comprese”.
“Oggi accadono cose senza il mio coinvolgimento. A volte vedo risultati di progetti che pensavo fossero ancora in corso, quindi con piacere osservo che le cose vanno avanti senza il mio intervento”, conclude l’HR Director.
I risultati ottenuti da AEquacy
Stefano Petti, Partner di Asterys e co-fondatore di Aequacy è soddisfatto dei risultati raggiunti: “In un’organizzazione aequal, le persone possono svolgere il proprio lavoro al meglio perché hanno un controllo totale su di esso, chiarezza nella direzione organizzativa e accesso a tutte le informazioni necessarie per prendere le decisioni migliori”.
“Come per Nespresso, i vantaggi sono numerosi: maggior velocità, flessibilità, efficienza, produttività e performance, senza contare il maggior coinvolgimento delle persone e la creazione di un sistema che ne valorizzi realmente il potenziale e la capacità di generare valore”.
Lo indicano anche i feedback riportati dal team HR Nespresso dall’inizio dell’implementazione: la maggior parte dei lavoratori ha constatato che gli sforzi maggiori hanno riguardato la necessità di auto-organizzarsi, di capire più profondamente le responsabilità di ciascuno, di rispettare i livelli di autonomia degli altri e, per alcuni, il lasciare andare il bisogno di controllo sugli altri.
Ma a fronte delle difficoltà, maggiori sono stati i benefici e i miglioramenti. Tra questi, l’abbattimento dei confini del team; una maggiore energia produttiva e la capacità di portare innovazione; un’accresciuta responsabilità collettiva attraverso cicli di feedback; maggiore autenticità nelle relazioni; migliore allineamento intorno alle reali priorità su cui il team e i suoi membri dovrebbero concentrarsi e la capacità di monitorare i progressi; riunioni e processi decisionali più brevi e molto più efficaci.
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