Una nuova scala per misurare i gender bias sul posto di lavoro
Quello dei bias di genere è un problema pervasivo, con ricadute negative sia sulle donne leader sia sulle organizzazioni. Eppure, non esistono strumenti efficaci nelle mani delle aziende per misurarne il grado di diffusione.
Secondo uno studio americano appena pubblicato, intitolato Measuring the invisible: development and multi‐industry validation of the gender bias scale for women leaders, il 97% delle donne che ricoprono incarichi di responsabilità in azienda si preoccupa di come appare quando esercita la sua autorità. L’87% sminuisce i propri risultati davanti agli altri e il 66% guadagna meno dei propri colleghi.
I ricercatori che hanno condotto l’indagine hanno intervistato 1.600 lavoratrici di quattro settori – istruzione superiore, organizzazioni di comunità, health care e professioni legali – per comprendere come le donne si confrontino con 15 barriere di genere comuni. Tra le altre, una cultura aziendale maschilista, la cosiddetta ‘scogliera di cristallo’ (il fenomeno per cui, in periodi di grave crisi o di recessione, è più probabile che venga scelta una donna in un ruolo dirigenziale) o la ‘sindrome dell’ape regina’ (una donna in posizione di potere che ostacola altre donne sue sottoposte, riservando loro un trattamento di sfavore rispetto agli uomini).
I risultati dell’indagine dimostrano che i gender bias esistono e sono costosi per l’organizzazione. Anzi, le compagnie senza donne in ruoli di top leadership possono avere problemi di vendite e redditività. Il problema è che non è facile calcolare quanto dannosi e costosi siano questi bias: i pochi strumenti finora a disposizione, infatti, tendono a misurare quelli palesi, come le molestie, piuttosto che quelli sottili, ma più pervasivi. I ricercatori propongono, dunque, la creazione di una nuova ‘scala’ dei bias di genere, che permetta alle organizzazioni di individuare il livello e le specifiche tipologie di barriere di cui le donne fanno esperienza e di comprendere che effetti abbia ciascuna cultura organizzativa sulle donne leader.
Fonte: The Conversation
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Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom – Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE.
Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.
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