Unire teoria e pratica per manager interi
Mi ha colpito la prolusione del prof. Ivano Dionigi all’inaugurazione dell’anno accademico 2023-24 dell’Università LIUC lo scorso 6 novembre a Castellanza. Nel sostenere la necessità di un nuovo umanesimo, Dionigi richiama la “lezione dei classici”: “l’homo faber (oggi diremmo l’homo creator) ha bisogno dell’homo civis. La tecnica non salva, invoca la necessità della politica, la quale invoca la necessità di un fine, di uno scopo: istanza ignota alla tecnica, che è scopo e fine a sé stessa”.
Occorre così “formare l’uomo intero e – aggiungo – il laureato intero (letterato, artista, comunicatore, tecnologo, scienziato, economista, ingegnere), il ricercatore intero, il professionista intero? come formare teste ben fatte?”. Dionigi evoca la figura di Socrate: “colui che «per primo ha richiamato la filosofia dal cielo (devocavit e caelo), l’ha trasferita nelle città, introdotta nelle case e portata a interessarsi della vita, dei costumi, del bene e del male» (Cicerone, Tuscolane 5, 10)”. E ne deriva un ammonimento: “la filosofia è più concreta della tecnica delle costruzioni e, consentitemi, più dell’economia aziendale e dell’ingegneria gestionale”. “È il pensiero umanistico la struttura dura, l’hardware che fa girare i programmi dei saperi specifici. Tutto il resto è software”.
Di questi temi discuteremo nel prossimo Forum di Sviluppo & Organizzazione dedicato alla “Educazione al lavoro”. Purtroppo, nelle nostre istituzioni scolastiche e universitarie c’è una dicotomia tra “tecnici” e “umanisti” che impoverisce la formazione. Forse, si configurano due “fallimenti paralleli” delle discipline umanistiche e di quelle «economico-manageriali». Ivano Dionigi stesso ha riconosciuto in varie occasioni la chiusura al dialogo di molto “classicisti”, che “si chiudono a riccio nelle grammatiche”; mentre si riscontra che i cultori delle discipline aziendali, manageriali ed economiche hanno raddoppiato negli ultimi 20 anni la propria presenza come docenti di ruolo nelle università italiane, ma si è trattato in gran parte di una crescita “senza qualità” dove la padronanza dei temi tecnici ha faticato ad aprirsi al dialogo con altre discipline. In un’epoca caratterizzata dalla spinta irresistibile delle tecnologie c’è un bisogno estremo di arricchire la capacità di pensiero, di intelligenza vera delle persone e di irrobustire in questo senso la formazione al lavoro.
formazione manageriale, nuovo umanesimo, Tecnica