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Var Group, dal sogno alle innovazioni concrete

Dai sogni alle esperienze concrete di innovazione. La seconda giornata della convention di Var Group a Rimini (4 ottobre), dopo la prima dedicata in particolare ai sognatori della trasformazione digitale (il tema della tradizionale reunion dell’azienda toscana è stato “Hello dreamers, the visionary side of digital evolution”), si è concentrata sulla presentazione di progetti innovativi. In particolare sono stati presentati i risultati dell’Hackathon di Var Group, che nel 2024 si è concentrato tema “tech for humans”.

Durante l’evento, 74 giovani hanno lavorato intensamente per due giorni, affrontando sfide lanciate da 14 aziende. Tra le proposte si sono distinte quelle di Bauli, Italgass, Amedei, e Geweiss, con la prima che ha vinto il concorso. La sfida proposta dall’azienda veneta riguardava l’automazione e la gestione del controllo dello scaffale nella Grande distribuzione organizzata (Gdo), un processo che è stato reso più efficiente grazie all’uso di occhiali intelligenti per acquisire dati e valutarne la qualità, permettendo anche al personale non esperto di svolgere l’attività e di avere più tempo per dedicarsi a occupazioni di certo più a valore aggiunto (per esempio la relazione con il cliente).

Le sliding doors di Juri Chechi e la fatica del successo

Ad arricchire la giornata dell’incontro di Var Group è stato l’intervento di Juri Chechi, che ha condiviso la sua straordinaria esperienza sportiva, raccontando come, fin da bambino, abbia praticato vari sport, tra cui ciclismo, calcio, nuoto e basket, anche grazie alle passioni dei genitori. Tuttavia, è stata la ginnastica a catturare il suo interesse in modo casuale, quando ha scoperto quanto fosse divertente. Da quel momento, il suo obiettivo è diventato chiaro: vincere un Olimpiade, un sogno che ha addirittura scritto in un tema scolastico dal titolo “Che cosa vuoi fare da grande?”.

Il percorso verso il successo è stato complesso e pieno di scelte difficili. A soli 14 anni, Chechi ha lasciato casa per trasferirsi in un centro di preparazione olimpica, dove ha iniziato un programma di otto anni insieme con altri nove ragazzi; gli allenatori avevano promesso che chiunque avesse completato il programma avrebbe raggiunto l’obiettivo olimpico. Dopo quattro anni di duro lavoro, ha partecipato all’Olimpiade di Seul del 1988, dove ha gareggiato nel corpo libero. Da quel momento fino al 1992, ha continuato a lavorare intensamente per migliorare le sue prestazioni nel corpo libero. Tuttavia, a soli sei giorni dall’Olimpiade di Barcellona l’atleta s’è rotto il tendine d’Achille, durante un allenamento per eseguire il salto mortale indietro.

L’evento è stato un duro colpo per Chechi, che però non si è arreso; ha considerato l’infortunio come un’opportunità per reinventarsi e ha scelto di concentrarsi sulla specialità degli anelli, spostando il suo obiettivo all’Olimpiade di Atlanta del 1996. Questo cambiamento ha comportato un nuovo e più intenso programma di allenamento per compensare la mancanza di talento naturale negli anelli. Ma già dopo un anno, vinceva il Mondiale a Birmingham, confermando che il nuovo percorso fosse quello giusto. Ha continuato a vincere la competizione iridata, arrivando poi alla medaglia d’oro ai Giochi di Atlanta.

Ancora una volta è stato un infortunio a fermare Chechi (questa volta al bicipite), ma nonostante i pareri medici contrari, il ginnasta ha lavorato per partecipare ad Atene 2004, dove pur arrivando senza speranza di vittoria, ha conquistato la medaglia di bronzo. La sua storia dimostra che le difficoltà possono essere superate con determinazione e che gli obiettivi apparentemente impossibili possono diventare realtà: lo stesso olimpionico ha sottolineato che la determinazione non rende le cose più facili, ma le rende possibili e con la sua esperienza ha incoraggiato tutti a trovare il coraggio di alzare l’asticella e di affrontare le sfide con resilienza.

Rilanciare la produttività con le nuove tecnologie

Marzio Trevisan, Senior Vice President, CIO, Global Enterprise IT di EssilorLuxottica ha ripercorso la storia dell’azienda, nata nel 1961 con soli sette dipendenti ad Agordo, in provincia di Belluno e cresciuta fino a diventare un colosso con 200mila dipendenti e 18mila store in tutto il mondo. Il manager ha parlato delle acquisizioni e integrazioni che hanno segnato il percorso di EssilorLuxottica, e della trasformazione digitale che ha portato alla creazione di 25mila ‘digital windows’ nel mondo. Trevisan ha inoltre presentato il nuovo progetto di occhiali che permettono di vedere e ascoltare senza bisogno di dispositivi da inserire nell’orecchio, rivolto a 1,2 miliardi di persone con problemi di udito.

Carlo Giorgi, Vice President EMEA South, Software Technology Sales, COO, Channel&Alliance di Oracle ha sottolineato l’importanza della tecnologia e della digitalizzazione per la competitività dell’Italia, evidenziando come l’Intelligenza Artificiale possa contribuire a un incremento del Prodotto interno lordo (Pil) del 10% nei prossimi 10 anni. Tuttavia, ha anche sottolineato la necessità per il nostro Paese di accelerare questo processo, con un focus sulla formazione e l’innovazione.

Poornima Luthra ha presentato il suo libro dal titolo Stop bias e ha discusso l’importanza dell’inclusione per creare organizzazioni più collaborative e aperte. Ha offerto suggerimenti pratici per superare i pregiudizi, come essere curiosi, espandere il proprio network di relazioni e porsi domande che sfidano le proprie convinzioni.

A chiudere la seconda giornata della convention (e tutta la kermesse) è stata Francesca Moriani che si è inserita nel solco della diversità celebrando come l’unicità e la collaborazione del team di Var Group siano state fondamentali per il successo della due giorni di Rimini. Appuntamento al 23 e 24 ottobre 2025 per la prossima convention dell’azienda.

var group, Francesca Moriani, Juri Chechi


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Dario Colombo

Articolo a cura di

Giornalista professionista e specialista della comunicazione, da novembre 2015 Dario Colombo è Caporedattore della casa editrice ESTE ed è responsabile dei contenuti delle testate giornalistiche del gruppo. Da luglio 2020 è Direttore Responsabile di Parole di Management, quotidiano di cultura d'impresa. Ha maturato importanti esperienze in diversi ambiti, legati in particolare ai temi della digitalizzazione, welfare aziendale e benessere organizzativo. Su questi temi ha all’attivo la moderazione di numerosi eventi – tavole rotonde e convegni – nei quali ha gestito la partecipazione di accademici, manager d’azienda e player di mercato. Ha iniziato a lavorare come giornalista durante gli ultimi anni di università presso un service editoriale che a tutt’oggi considera la sua ‘palestra giornalistica’. Dopo il praticantato giornalistico svolto nei quotidiani di Rcs, è stato redattore centrale presso il quotidiano online Lettera43.it. Tra le esperienze più recenti, ha lavorato nell’Ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato italiane, collaborando per la rivista Le Frecce. È laureato in Scienze Sociali e Scienze della Comunicazione con Master in Marketing e Comunicazione digitale e dal 2011 è Giornalista professionista.

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