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Var Group riunisce i sognatori della trasformazione digitale

Ha scelto, come da tradizione, Rimini Var Group per celebrare la sua convention annuale. L’edizione 2024 – dal titolo “Hello dreamers, the visionary side of digital evolution” – è stata dedicata ai ‘sognatori’ della trasformazione digitale (circa 2mila le persone presenti) invitati a partecipare alla due giorni di intensa esplorazione tecnologica (3 e 4 ottobre 2024). L’obiettivo, come spiegato da Francesca Moriani, CEO di Var Group, è usare il digitale per disegnare un nuovo mondo, cioè un futuro all’altezza delle nostre ambizioni.

Citando il recente monito dell’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi sulla competitività in Europa, Moriani ha suggerito di guardare all’Intelligenza Artificiale (AI) e all’AI Generativa (AI Gen) per liberare il nostro potenziale e riportando la creatività a essere il motore dell’innovazione. “La tecnologia è la tela su cui dipingere i nostri sogni”.

Ma attenzione, perché affidarsi esclusivamente alla tecnologia non basta (Leonardo Da Vinci diceva: “Non basta il volere”): Moriani ha invitato ad applicarla in azienda in modo concreto. “È tempo di agire e possiamo farlo solo se non abbiamo paura di sbagliare, accelerando, sperimentando e imparando dai nostri errori”, è la tesi della CEO di VarGroup. Marie Curie – la prima donna a ricevere il Premio Nobel (due, per la precisione: uno per la Fisica e uno per la Chimica) – ricordava che nulla nella vita deve essere temuto, ma solo compreso. Riportandola a oggi, la sua posizione è molto attuale, perché la velocità disruptive del digitale può creare paura: “La conoscenza è la chiave per dominarla”, è la ricetta proposta da Moriani.

In particolare, rispetto all’AI, la CEO di Var Group ha spiegato come questa tecnologia abbia il potere di amplificare l’intelligenza umana, promettendo di liberarci dalle attività ripetitive e dando spazio alla creatività, ciò che veramente ci distingue come esseri umani. Tuttavia, resta un interrogativo: le aziende sono pronte per questa trasformazione? Secondo Moriani, molte hanno ancora un’organizzazione ferma agli Anni 50, basata sulla frammentazione dei processi. Questo è quindi un aspetto che le imprese devono modificare, agendo sulla cultura e quindi sull’assetto organizzativo in favore di un’impresa aperta, che metta le persone al centro per sprigionare creatività e innovazione. “Sognare è il primo passo per realizzare l’impossibile. Qui facciamo molto di più, qui gettiamo le fondamenta del nostro futuro”, ha concluso Moriani

Allineare tecnologia, metodologia e capacità dell’utente

A proposito di AI – tecnologia per la quale, forse per la prima volta, si analizza soprattutto per le questioni etiche che non per le sue potenzialità (con il telaio, per esempio, non era accaduto) – Giovanni Moriani, Presidente e Fondatore di Var Group, ha raccontato com’è stato il suo impatto con la tecnologia. Dal palco del Centro Congressi di Rimini, ha ricordato il suo primo incontro con l’AI negli Anni 70, quando fondò l’azienda: la sua fame di conoscenza lo portò a esplorare le reti neurali e a lavorare su un progetto di organizzazione degli orari scolastici attraverso un calcolatore. Nonostante i problemi tecnici e gli insuccessi iniziali (con il suo gruppo di lavoro si ritirò 10 giorni a Fucecchio, isolandosi dal resto del mondo), Moriani imparò l’importanza di allineare tecnologia, metodologia e capacità dell’utente, anche a seguito di prove ed errori: “Solo con l’allineamento di queste tre componenti c’è futuro”.

Dunque, rispetto all’AI con la quale iniziamo oggi a prendere confidenza, l’invito è partire dalle persone, chiamate a cambiare il rapporto con la tecnologia e con la conoscenza: “Solo così possiamo sognare il futuro e riappropriarci del tempo, cioè la risorsa più preziosa e l’AI ci fa una promessa proprio sul tempo”.

Anche il Presidente di Var Group è convinto che le organizzazioni debbano ancora evolvere. D’altra parte il modello fordista ha insegnato che le persone erano delle propaggini delle macchine; oggi, soprattutto le Piccole e medie imprese (PMI) riconoscono gli esseri umani come valore da potenziare. Non è un caso, infatti, che dagli Anni 80 a oggi, le PMI siano crescite di circa 10 volte, a fronte della crescita di sei volte del mercato globale. “Gli italiani sanno coniugare creatività e innovazione con la tecnologia come nessun altro. Per questo dobbiamo continuare a sognare e disegnare il futuro”, ha continuato Moriani.

Certo, lo stesso fondatore di Var Group riconosce che ci sono alcuni aspetti dell’AI che meritano di essere affrontati, ma per smentire dei falsi miti. Tra questi la questione dei posti di lavoro: “Non sparirà il lavoro, ma cambierà e insieme evolveranno i ruoli delle persone. La sfida riguarda la riqualificazione delle competenze, ma la tecnologia non è un disabilitatore dell’umanità”. E su questo punto, la sua tesi è chiara: “Se la tecnologia è nelle mani di persone di cultura allora può offrire grandi potenzialità, altrimenti rischia di restare un giocattolino”.

Potenziare l’infrastruttura computazionale dell’Italia

Chi crede profondamente al potenziale dell’AI è Microsoft, tra i Diamond sponsor della convention di Rimini di Var Group. Come spiegato da Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato della country italiana del colosso di Redmond, Microsoft ha investito di recente 4,3 miliardi nel nostro Paese per la realizzazione dell’infrastruttura computazionale: “Crediamo che l’AI Gen sia un’opportunità di business”, ha detto il manager. Secondo le analisi dell’azienda di hitech, l’impatto economico dell’AI Gen vale fino a 312 miliardi di euro di Prodotto interno lordo (Pil) nei i prossimi 15 anni.

Esposito ha poi raccontato come nel corso degli ultimi anni la multinazionale Usa abbia aiutato circa 300 aziende a sperimentare oltre 400 progetti legati all’AI Gen e i risultati sono stati incoraggianti: “La stragrande maggioranza delle imprese ha ammesso una crescita dell’1% in termini di produttività e il 45% ha riferito una crescita del 5%”. Dati che solo apparentemente sono contenuti; il quadro cambia se confrontati con lo 0,5% di crescita di produttività fatto registrare dall’Italia dal 2014 al 2022. E anche il manager di Microsoft ha puntato il dito sull’uso sbagliato o limitato della tecnologia, a fronte di realtà (Cina, Usa, ma anche Paesi Arabi e India) che la utilizzano ampiamente.

Sul fronte delle persone, Esposito ha ricordato come le analisi demografiche indichino che entro il 2040 l’Italia perderà circa 3,7 milioni di occupati, in particolare a causa dell’invecchiamento della popolazione: “Se per tutti i Paesi la tecnologia è un’opportunità, per l’Italia è necessaria proprio per il calo demografico”.

Quali dunque gli step degli esperti per introdurre concretamente l’AI Gen? Secondo l’AI Lab di Microsoft, è necessario “sperimentare, preparare l’organizzazione e coinvolgere le persone”. E anche Esposito, come Giovanni Moriani, è d’accordo che sull’AI si sia investito molto tempo a discutere di etica piuttosto che concentrarsi a demistificare la paura della tecnologia. “Se mettiamo insieme l’AI con la tecnologia, abbiamo l’opportunità di pensare a un nuovo Rinascimento italiano”.

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Dario Colombo

Articolo a cura di

Giornalista professionista e specialista della comunicazione, da novembre 2015 Dario Colombo è Caporedattore della casa editrice ESTE ed è responsabile dei contenuti delle testate giornalistiche del gruppo. Da luglio 2020 è Direttore Responsabile di Parole di Management, quotidiano di cultura d'impresa. Ha maturato importanti esperienze in diversi ambiti, legati in particolare ai temi della digitalizzazione, welfare aziendale e benessere organizzativo. Su questi temi ha all’attivo la moderazione di numerosi eventi – tavole rotonde e convegni – nei quali ha gestito la partecipazione di accademici, manager d’azienda e player di mercato. Ha iniziato a lavorare come giornalista durante gli ultimi anni di università presso un service editoriale che a tutt’oggi considera la sua ‘palestra giornalistica’. Dopo il praticantato giornalistico svolto nei quotidiani di Rcs, è stato redattore centrale presso il quotidiano online Lettera43.it. Tra le esperienze più recenti, ha lavorato nell’Ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato italiane, collaborando per la rivista Le Frecce. È laureato in Scienze Sociali e Scienze della Comunicazione con Master in Marketing e Comunicazione digitale e dal 2011 è Giornalista professionista.

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