Wellbeing, un investimento che ‘raddoppia’

Prendersi cura del benessere delle persone ripaga, letteralmente. Lo studio Il Roi del benessere 2024 di Wellhub (ex Gympass), società che offre servizi per il benessere aziendale, che indaga sui benefici dei programmi di wellbeing per la produttività dei dipendenti dimostra che il 95% delle aziende che monitorano il ritorno d’investimento (Roi) dei programmi di welfare registra ritorni positivi (rispetto al 90% dell’anno precedente). Addirittura, più della metà (56%) degli intervistati ottiene oltre due euro per ogni euro investito. E il valore sale al 67% per le aziende che utilizzano Wellub come partner.

La ricerca, condotta su 2mila Responsabili delle Risorse Umane, manager e C level in tutto il mondo, sottolinea quasi all’unanimità che i programmi di benessere aumentano la produttività dei dipendenti (a dirsi d’accordo è il 99% dei Responsabili HR). Inoltre, i Responsabili HR attribuiscono il Roi positivo alla riduzione dei giorni di malattia, ai minori costi sanitari e di reclutamento, nonché ai tassi di fidelizzazione più elevati, all’aumento della produttività e alla soddisfazione generale dei dipendenti.

Non è passato molto tempo da quando le aziende consideravano il benessere come un benefit marginale. Se i dipendenti volevano seguire un corso di yoga o frequentare la palestra, questo andava bene, ma non era considerato parte di una strategia aziendale più ampia. Ora è chiaro che offrire solo alcune soluzioni puntuali non funziona. Essere un’azienda che si occupa di benessere significa creare un ambiente di lavoro in cui i dipendenti si sentano supportati nel prendersi cura della propria salute da un punto di vista olistico e dare loro le risorse per farlo. Il fatto che più della metà dei Responsabili delle Risorse Umane abbiano registrato un ritorno di due euro per ogni euro investito nel benessere dei propri dipendenti è un dato illuminante che dimostra come questo investimento vada a vantaggio sia dei dipendenti sia dei loro datori di lavoro”, ha dichiarato Cesar Carvalho, fondatore e CEO di Wellhub.

Un approccio olistico e integrato

Offrire un’ampia gamma di soluzioni per il benessere è fondamentale per coinvolgere i dipendenti e aumentare l’efficacia dei programmi di wellbeing. A testimoniarlo è anche il rebranding della società (come detto, ex Gympass): originariamente nata come piattaforma dedicata alle palestre, oggi si propone come leader globale nel corporate wellbeing, offrendo una gamma completa di servizi per il benessere fisico, psicologico, emotivo, finanziario e nutrizionale. Il nuovo posizionamento mira, infatti, a rispecchiare l’ampliamento dell’offerta e una visione integrata rispetto al benessere organizzativo.

D’altra parte, l’importanza di un approccio personalizzato e basato sull’ascolto attivo dei dipendenti risulta cruciale per il successo dei programmi di wellbeing. “Comunicare quali programmi di benessere sono disponibili non è semplice e richiede un team dedicato e l’utilizzo di canali di comunicazione specifici, capaci di raggiungere tutta la popolazione aziendale. Inoltre, la figura del Welfare coach, un dipendente formato e informato sulle iniziative di wellbeing, può avere un grande impatto per trasferire le informazioni ai colleghi e a promuovere l’adozione dei servizi di wellbeing in azienda, specialmente in quelle di grandi dimensioni o decentralizzate”, spiega Claudia Cipolla, Head of Italy di Wellhub.

Inoltre, esiste un forte legame tra il coinvolgimento dei C level nelle strategie di wellbeing e il tasso di partecipazione dei dipendenti ai servizi offerti. Con un engagement dirigenziale sotto il 30%, il tasso medio di partecipazione dei dipendenti è del 44%, che sale al 80% con una maggiore partecipazione dei vertici. “Il supporto attivo del management è un fattore determinante per il successo dei programmi di wellbeing. Esempi concreti includono la visibilità delle attività di benessere nei calendari dei dirigenti o la realizzazione di video che mostrano i leader aziendali impegnati nelle loro routine di benessere. Gesti semplici, a volte simbolici, ma che incentivano l’adozione dei programmi da parte dei collaboratori”, aggiunge Cipolla.

La crescente tendenza a dare importanza al benessere sottolinea la centralità di investire nelle persone. E, come dimostra l’indagine, dare priorità alla salute mentale, fisica ed emotiva dei dipendenti crea una forza lavoro più felice e sana, con ritorni significativi per l’organizzazione.

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Martina Midolo

Martina Midolo

Classe 1996, Martina Midolo è giornalista pubblicista e si occupa di social media. Scrive di cronaca locale e, con ESTE, ha potuto approfondire il mondo della cultura d’impresa: nel raccontare di business, welfare e tecnologie punta a far emergere l’aspetto umano e culturale del lavoro.

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